Valcerasa Rosso Relativo 2011… rivedibile!

“Alla vista, al naso e al palato, questo vino è palesemente ossidato”: tutte balle!

Ennesima clamorosa caduta di una commissione Doc. Il rosato dell’Etna più buono che abbia assaggiato negli ultimi tempi è stato bocciato.

Non è affatto ossidato, né alla vista, né all’olfatto, né al palato.
I casi sono due: o il campione giunto alla commissione è stato maltrasportato o malconservato (per esclusiva colpa loro), o è giunto il momento che i produttori naturali comincino a fare un uso massiccio di carte legali e querele.

Il Rosso Relativo di Alice Bonaccorsi è il classico “pista e mutta” etneo. Brillante e cristallino alla vista, pulito e fruttato all’olfatto, semplicemente delizioso al palato.

Bocciare un vino come questo e promuovere sistematicamente tutti quei vini con profumi artificiosi di chewing-gum o di frutti esotici è un’oscenità. Non è possibile accettare come Doc un vino che tradisce non solo il territorio, ma anche una banale idea di vino (il vino deve sapere di vino, non di fragolino, lime, ananas o passion-fruit), e poi bocciare un vino territoriale e buonissimo.

Anche l’ipotesi di un campione malconservato non è giustificativa, perché un Istituto che si occupa di prodotti così delicati deve approntare adeguate misure di cautela di trasporto e conservazione.

Questo vale soprattutto per un vino naturale. Vini convenzionali stabilizzati con alte dosi di solforosa resistono meglio a chock termici e trasporti incongrui: un vino commerciale anche se lasciato aperto sotto il sole sul balcone o a una finestra rimane immutabile e uguale a se stesso per diversi giorni. Rovinare irrimediabilmente un vino naturale invece è facile, basta veramente poco.

Ritornando alla bontà del vino, questo Rosso Relativo svetta tra i rosati etnei.
Rosa rubino con sfumature granate all’unghia, si presenta all’olfatto con un melange di aromi prevalentemente fruttati che vanno dall’amarena, alla melagrana, alla ciliegia, al cassis. Roteando tradisce una florealità composta di biancospino, ginestra e tiglio.

Il palato sottende una mineralità discreta, pulita, bilanciata da un’acidità percepibile. In retrolfazione ritorna largamente l’amarena, con una persistenza lunga e piacevole, degna di un rosso.

Brillante l’dea di Alice Bonaccorsi di stampigliare il “Rivedibile” in etichetta.

 

Leggi anche: “Alice Bonaccorsi e la sua Valcerasa, un altro vino naturale dell’Etna”

 

 

5 thoughts on “Valcerasa Rosso Relativo 2011… rivedibile!

  1. Massimiliano Montes Post author

    Forse la soluzione potrebbe essere quella di ripetere le analisi presso altri laboratori. Se un vino è realmente “ossidato” l’acetaldeide dovrebbe essere elevata. Se invece diversi campioni casuali presentano acetaldeide nei limiti il vino non è sicuramente ossidato.

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