Silex Dagueneau, una miniverticale: 2005, 2008 e 2009

Didier Dagueneau voleva fare il Sauvignon Blanc migliore del mondo. Se non ci è riuscito ci è andato molto vicino.

Una vita da pilota di motocross, focoso ed appassionato difensore della purezza del Pouilly-Fumé, è difficile descrivere e raccontare Didier. Chi lo ha conosciuto racconta della scritta che campeggiava in cantina “siate realisti, chiedete l’impossibile”.
Uno dei più grandi vignaioli dei nostri tempi, come è stato definito da enologi ed appassionati.

Didier Dagueneau avversava la mercificazione del vino e predicava un ritorno alla purezza ed all’unicità dei terroir, era uno strenuo sostenitore di una fermentazione alcolica svolta dal maggior numero possibile di ceppi di lievito, un fiero oppositore della malolattica nel pouilly-fumé.

Figlio della biodinamica non era però pregiudizialmente contrario alle innovazioni scientifiche e tecnologiche. Per Didier scienza e tecnologia dovevano essere di ausilio ad una gestione rispettosa e naturale delle vigne e della cantina. Questa sua posizione lo allontanò da chi intendeva la biodinamica in maniera integralmente antiscientifica ed antitecnologica.

Quando le gelate di una terribile primavera del 1991 gli distrussero gran parte della produzione, Dagueneau installò tra le sue vigne sistemi anticongelamento collegati a sensori di temperatura e umidità: la tecnologia come strumento di miglioramento per la produzione naturale.

Pouilly-sur-Loire, mappa

Pouilly-sur-Loire, mappa

 

Dagueneau, vigneto

Dagueneau, vigneto

Il Domaine Dagueneau possiede diverse parcelle di terreno intorno al paese di St. Andelain, nel cuore dell’appellation Pouilly-Fumé, sulla riva di levante della Loira, di fronte all’altrettanto famosa appellation Sancerre. Complessivamente le vigne del Domaine sono più di 11 ettari, con una densità di impianto che varia da 6.000 a 14.000 piante per ettaro.
La resa media è di 45 ettolitri per ettaro, più bassa per il Silex e l’Asteroide (la sua produzione più pregiata: 200 litri l’anno da 18 filari a piede franco).

Il Silex proviene dai vigneti più vecchi, 50-60 anni, impiantati su terreni silicei e molto minerali, da cui il nome. Didier Dagueneau sosteneva che questi terreni e queste viti forniscono l’interpretazione più “intellettuale” del Pouilly-Fumé. E’ fermentato in parte in fusti di acciaio e in parte in piccole botti di legno costruite su progetto di Didier, matura sui lieviti fino all’imbottigliamento.

Silex Daguenau

Silex Daguenau

Questa piccola verticale costituisce una sorta di spartiacque. Didier morì nel settembre 2008 lasciando l’azienda nelle mani dei figli Benjamin e Charlotte. Il 2008 è stato fermentato ed imbottigliato dai figli, il 2009 è il primo millesimo interamente gestito da Benjamin Louis con l’aiuto della sorella.

Didier col figlio Benjamin Louis

Didier col figlio Benjamin Louis

Molti degustatori ed appassionati si sono lamentati di un presunto mutamento del vino a partire dal 2009. Non sempre a ragione.
Il colore del 2005 è giallo paglierino, ovviamente più intenso e tendente al dorato rispetto alle due annate più giovani. Il 2008 ed il 2009 sono di un giallo paglierino cristallino.

L’appellativo di “fumé” non è casuale: le note affumicate e vagamente mercaptaniche sono un sottile ma permanente substrato sopra cui si tesse tutta la struttura olfattiva dei vini.
Nel 2005 sono più evidenti, insieme a note erbacee ed una mineralità intensa e travolgente.

Il 2008, e ancor più il 2009, hanno una mineralità ed un fumé più suadente e morbido. Avendo bevuto due bottiglie del 2009 a distanza di un anno l’una dall’altra, credo che questo sia dovuto ad una inevitabile e progressiva terziarizzazione degli aromi, piuttosto che ad una diversa mano nella vinificazione. E’ pur vero che nell’annata più recente si notano dei sentori tenuemente vanigliati assenti in quelle precedenti.

Silex 2005, calice

Silex 2005, calice

Ad una seconda olfazione il fumé lascia il passo a note erbacee e di fieno appena falciato, sottili sentori floreali, che ricordano il profumo del fiore del mandorlo, il gelsomino e la passiflora, aromi di frutta esotica, papaya, ed il profumo della scorza della pesca, seguiti dalla polpa della susina bianca. In nessuna delle tre bottiglie si percepiscono sensazioni ossidative: il Silex è un vino che per scelta produttiva evita l’ossidazione e sembra resisterle negli anni.

Al palato ha un’acidità palpabile ed intensa ed espande l’immagine gustolfattiva. In retrolfazione ritorna il fumé ma anche la frutta esotica. Ha una persistenza lunga e piacevole, che si stempera in un ricordo aromatico quasi struggente. Inutile sottolineare che è un grande vino capace di suscitare profonde emozioni.

Forse è ancora presto per capire se e quanto Benjamin Louis modificherà l’impostazione paterna, bisogna aspettare altre annate e un po’ di invecchiamento. Il giudizio è rinviato di qualche anno.

 

Domaine Didier Dagueneau
Bourg – 58150 Saint Andelain
+33 3 86 39 15 62
silex@wanadoo.fr

 

2 thoughts on “Silex Dagueneau, una miniverticale: 2005, 2008 e 2009

  1. Marcello

    Dagueneau è morto cadendo con un deltaplano se non sbaglio. Una grande perdita.

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    1. Massimiliano Montes Post author

      @Marcello, credo con un ultraleggero. Comunque è stata una grande perdita, per il mondo del vino e per i suoi figli che mi sembrano troppo giovani per gestire un progetto come quello del padre.

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