Quando il vino naturale non puzza: Philippe Pacalet, la gioia dei sensi

In Borgogna è considerato un estremista del Terroir. Quello che vi posso dire io è che i suoi vini sono buoni da piangere.

Nipote di Marcel Lapierre, il leggendario vignaiolo naturale del Beaujolais, Philippe non tradisce la fede di famiglia.

Pacalet è un esempio lampante di come il vino naturale possa raggiungere vette di eccellenza impensabili e improponibili per qualsiasi vino fatto con prodotti industriali.

La scelta di Philippe è quella di lasciare l’industria enotecnica fuori dalla porta: niente lieviti selezionati, nessun additivo o coadiuvante che possa modificare la naturalità aromatica del vino.

Per ottenere questo risultato coltiva vigne biologiche o biodinamiche, che però non sono di sua proprietà. Il suo proposito, che spesso gli viene criticato, è stato quello di preferire terreni in affitto o in gestione. Come fanno però anche altri vignerons biodinamici, Leroy in testa.

Philippe raccoglie manualmente le uve e innesca la fermentazione con un pied de cuve spontaneo. Ha una decisa avversione per i lieviti commerciali perché è convinto, giustamente direi, che stravolgono gli aromi.

I suoi vini maturano in vecchie barriques usate acquistate dal Domaine de La Romanée-Conti e da Francois Frères, non subiscono alcuna chiarifica o filtrazione ma sono illimpiditi per semplice decantazione.

Una precisa scelta aziendale vuole che non si usi solforosa prima, durante e dopo la fermentazione alcolica, ma solo in piccole dosi in fase di imbottigliamento.

Philippe-Pacalet

Philippe Pacalet

Dalla teoria alla pratica, il risultato è clamoroso.
Ultimamente ho avuto la fortuna di bere due suoi Premier Cru, lo Chambolle-Musigny e lo Gevrey-Chambertin, entrambi 2007, ed è stata poesia.

Sono due vini che darei obbligatoriamente da bere a tutti coloro che dicono che il vino naturale puzza. Il vino bisogna saperlo fare e avere la fortuna di lavorare terreni vocati. Se ci sono entrambe queste condizioni i risultati sono vera musica sinfonica.

Entrambi i vini sono grandi. Sono un interpretazione leggiadra e leggera del Pinot Noir.
Li ho subito amati, perché sposano il mio gusto personale in fatto di leggerezza ed eleganza: profumati e complessi, ma allo stesso tempo delicati ed equilibrati.

Il loro colore è simile. Un rubino che però tende chiaramente al granato. Trasparente nonostante la fine velatura dovuta al fatto che non sono filtrati.

Nonostante siano due campioni, un vincitore che mi ha trafitto il cuore c’é: lo Chambolle-Musigny. Se volessi sbilanciarmi direi che questo è un vino da 98/100.

chambolle-musigny

Chambolle Musigny Premier Cru 2007

Affascina e intriga con i suoi intensi, ma lievi, aromi di scorza d’agrume (ogni tanto sembra fare capolino l’arancia rossa, a volte il mandarino), una florealità orientata verso la zagara e il biancospino, piccola frutta rossa che ricorda il lampone e il ribes.

Nessun sentore selvatico, è suadente ma non ruffiano. Al palato è rilassato, di acidità equilibrata, vaga con la padronanza del vincente per ogni dove, si sofferma con retrolfazioni di frutta più che di fiore, e refoli agrumati di ritorno.

Non si percepisce quel goudron, a volte fastidioso in molti vini di Borgogna, che deriva da maturazioni spinte in barriques troppo nuove e troppo tostate.

Che lo Gevrey-Chambertin sia un parente stretto lo si nota subito, però le differenze emergono già alla prima olfazione: meno agrume, più note erbacee e balsamiche.

Al palato è più intenso, con ricordi di liquirizia. E’ più acuminato, ha una maggiore persistenza, ma, a mio parere, è meno buono del precedente (pur rimando su vette inaccessibili per altri).

Le considerazioni finali non possono essere che uno stupito e meravigliato ringraziamento a Philippe Pacalet.

 

Philippe Pacalet
12, rue de Chaumergy
21200 Beaune – France
Tel +33 (0)3 80 25 91 00
Fax +33 (0)3 80 22 46 18
contact@vins-philippe-pacalet.fr
http://www.philippe-pacalet.com

 

32 thoughts on “Quando il vino naturale non puzza: Philippe Pacalet, la gioia dei sensi

  1. A3C

    Pacalet non si discute io ho bevuto il suo boggogna base ed uno dei più buoni Pinotti Neri che abbi mai bevuto..;. tuttavia i mie dubbi sulla Borgogna doventano sempre più consistenti dopo che mi hanno rgerito e confermato da più parti che la cahpalizzazione è una pratica SISTEMATICA per la maggior pate di vitivoltori… insomma non mi pare il massimo….anche visti i prezzi generalmente molto alti in belgio due vini che hai bevto vanno sui 70 ed è un prezzo onesto..pacalet inoltre rifiuta tutttte le visite e non vende a non professionisti….

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    1. Gian Luca

      @A3C, a me ha dato appuntamento a Beaune a Giugno per farmi visitare la cantina e vendermi i vini. Non sono un proffessionista e lui lo sa bene. Per la precisione.

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      1. A3C

        @Gian Luca, be beato te magari sei un gionalista professionista…altrimenti è molto difficle e sei stato fortunatissimo…..

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        1. Gian Luca

          @A3C, non sono un professionista di nulla. Ho chiesto tramite e-mail e sono stato contattato in modo molto cortese, forse ho beccato la settimana giusta. Le farò sapere, au-revoire !

        2. Luca Moretti

          @Gian Luca, @A3C, anche io l’ho visitato (Agosto 2013), tra l’altro con mia moglie e le bimbe (5 e 2 anni all’epoca). E’ stato gentilissimo, ci ha fatto provare da botte di tutto e alla fine siamo dovuti andar via noi per un altro appuntamento, altrimenti saremmo rimasti ancora (siamo stati due ore abbondanti) e abbiamo acquistato

    1. Massimiliano Montes

      @A3C, Azzz… lo zucchero. Ma sul Premier Cru non credo, è di gradazione alcolica non alta.
      Da noi usano il mosto concentrato da merlot o il mosto concentrato rettificato…
      Già ciucco a quest’ora? 🙂

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  2. A3C

    nelle zone fredde come la Borgogna le vendemmi possono dare vini con 8 gradi alcolici (come avvine ancora oggi in Germania dove l’aggiunta di zucchero è vietata solo per i vini con Pradikat mi pare) ovvio che in Borgogna non vogliano correre questi rischi…

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    1. Eretico Enoico

      @A3C, ben disse atreci in Germania con il predicato non si zucchera ma in borgogna certe annate i sacchi di zucchero dominano le cantine …noi abbiamo il nostro rettificato concentrato che fa la sua porca figura .
      Massimiliano che sete dopo questo post , datemi il mio pinottone

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      1. A3C

        @Eretico Enoico, ecco caro eretico qui casca l’asino vale la pena spendere almeno 70 euro per un bottiglia pesantemente MANIPOLATA? Manipolata bene intendiamoci ma pur sempre SOFISTICATA? poiché dopo la Chap. è probaile che se il risulato non è soddisfacente ci possa scappare anche un bella deacidificazione per equilibrare il tutto poiché non è che se aggiungi zucchero acidi e tanni verdi di un’uva poco matura scompaiono per magia…

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        1. Massimiliano Montes Post author

          @A3C, non mi trovo daccordo. Non credo che queste bottiglie siano “zuccherate”, Pacalet è un maniaco della naturalità. Che motivo avrebbe di non fare tante altre cose? Prima di tutto per esempio una filtrazione grossolana per rendere il vino trasparente (cosa che anche i naturali italiani spesso fanno abbagliati da un fantomatico mercato che vuole il vino trasparente)?

        2. Eretico Enoico

          @A3C, infatti concordavo con la tua tesi invece ho qualche dubbio sul fatto che in quella ragione in annate propizie non si possa raggiungere 13 gradi svolti in modo naturale.
          Ancora piu’ dubbi ho sulle certezze che esprimi riguardo le pratiche di certe cantine. O tu hai avuto modo di assistere personalmente a certi interventi o gli stessi vignerons ti hanno espresso cio ‘?
          Qualche estate sono passato in quelle zone ( e non solo ) nordiche ,sudavo sotto i ben oltre 30 gradi raggiunti ,ci sono annate piu’ afose ed altre instabili e fredde ( il record di morti direttamente riconducibili al caldo anomalo negli ultimi 50 anni appartiene a Parigi) ma resta il fatto che climaticamente la forbice 12/13 gradi e’ espressione naturale . Resta il fatto che in Francia ufficialmente e tendenzialmente si zucchera.

        3. A3C

          @Eretico Enoico,
          caro eretico, è vero che la forbice 12/13 potrebbe essere naturale, ma NON tutti gli anni, non lo è nemmeno in Loira che è una regione molto più calda della Borgogna…la Borgogna ha un clima freddo…. non mitigato da alcun corso d’acqua si puo’ schiattare di caldo ma come tu dici vi sono molte annate instabil e e fredde e un vigneron che ci deve campare che fa in quel caso? Non produce?..Dai..sono desolato di avere infranto quache cuore ma in Francia zuccherano tutti sistematicamente tranne che nel profondo sud dove peraltro il vino di qualità è arrivato negli ultimi 10 anni… il vino di qualità si impara a farlo MANIPOLANDO… più un posto è caldo e più il vino si f a da sé e meno il prdotto sarà raffinato…

        4. A3C

          @Eretico Enoico, P.S. un viticoltore naturale della Loira mi ha parlato di queste pratich e di come lui stesso vi ricorresse nella annate non propizie…ma senza alcuno scandalo me lo ha raccotanto con la massima apertura, e mi ha confidato anche che in Borgogna si fa più spesso a casua del clima e che a volta è solo il primo di una serie di interventi….insomma mi ha aperrto un po’ gli occhi da innnamorato cotto dei vini francesi…

  3. A3C

    dai Montes proprio uno scienziato come te che fa affermazioni fideistiche : -) …in realtà non si puo’ sapere se Pacalet ricorre a questo metodo..a meno che non lo “confessi” io ho parlato con vari peoduttori naturali francesi, i quali mi hanno confermato che questa pratica è ampiamente diffusa ANCHE TRA I NATURALI e d’altronde i sacchi di zucchero il vedono tutti in Borgogna…stanno ammassati in bella vista e nessuno si preoccupa di nasconderli…d’altronde è una pratica ammessa anche dai protocolli Demeter e poi non è detto che Pacalet lo faccia sempre, ma è possibile che lo faccia…e la boccia in questione puo’ essere manipolata e buonissima ….i francesi sono bravissimi…

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    1. Massimiliano Montes

      @A3C, non credo fideisticamente…. penso che lo zuccheraggio serva ad aumentare la gradazione alcolica, soprattutto nelle annate svantaggiate. Il 2007 è stata una buona annata in Borgogna, calda ed equilibrata.
      So che questo non significa nulla, se vedo una bottiglia con 14,5 di alcol posso anche pensare allo zuccheraggio. Ma questi vini sono 13° !!!!! Se ha zuccherato lo ha fatto male! 🙂

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    2. Massimiliano Montes

      @A3C, Questi vini sono la dimostrazione che qualità non significa tenore alcolico.

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  4. A3C

    capisco la tua delusione anche io ci sono rimasto male quando ho scoperto che una ampia quota dei vini naturali francesi che bevevo ed adoravo era molto sofisticata, un nome per tutti Joly, che microfiltra e solfita a tutto andare …ne vuoi un altro: Dagenau… è nella mentalità francese avere il controllo di tutto e la loro precisione non si ottiene a casaccio ma dopo secoli di manipolazione ecco perché i nostri vini naturali sono più rozzi…dai non te la prendere… c’est la vie….

    P.S. in Borgogna si zucchera appunto per arrivare a 13 13,5….e lo fanno benissimo…

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    1. Massimiliano Montes

      @A3C, non sono deluso. Credo che ti sbagli. In Borgogna con le temperature degli ultimi anni i vini arrivano naturalmente anche a più di 13°. Lo zuccheraggio lo fa chi ha alte rese (e quindi necessariamente basse gradazione) o chi, pur avendo basse rese, vuole vini da 14,5 gradi.
      Tu pensi che quel vigneto 1er Cru con rese bassissime (e quindi uve molto concentrate) non arrivi a 13? Non credo proprio. Ti sbagli.

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      1. A3C

        @Massimiliano Montes, forse non mi sono spiegato bene, non ho detto che non ci arrivi, il punto è che non ci arriva TUTTI gli anni e siccome quel vino costa tanto e fa guadagnare tanto al produttore GIUSTAMENTE nelle annate storte zucchererà anche lui… il vino putroppo è business soprattutto il Borgogna dove le bocce sono molto care…io poi contrariamente a te (e non capisco perché) NON CI TROVO NULLA DI MALE….se è consentito vuol dire che è necessario….

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        1. Mario Crosta

          @A3C, la frase in lettere maiuscolo andava scritta nei primi commenti, così si evitavano discussioni filosofiche. In tutti i Paesi del centro Europa, di aree ben precisate, sono ammesse e regolamentate le aggiunte di zucchero oppure di mosto concentrato rettificato e nessuno le ha mai considerate un espediente innaturale. Il vino prodotto non si butta via nemmeno nelle annate peggiori.

        2. A3C

          @Mario Crosta, hai ragione Mario volevo solo smitizzare un po’ la Borgogna… i miti sono fatti anche per essere smitizzati …no?

        3. Massimiliano Montes Post author

          @Mario Crosta, Stamo parlando di un vino a 13° in un annata equilibrata e calda come il 2007. Credo proprio che non ci sia stato nessun arricchimento del grado alcolico, con zucchero o altro.
          L’arricchimento si usa per incrementare il grado alcolico di 1-2 gradi. Ciò significa che questa bottiglia partiva da 11°? BUFALE.
          Se poi ci sono altri che lo fanno non so (molti vini industriali borgognotti sono 14-14,5° e certamente sono arricchiti con zucchero e mosto concentrato), ma questa bottiglia non credo proprio.
          Secondo me sia tu che A3C nutrite una viscerale antipatia per i Francesi 😉

        4. Mario Crosta

          @Massimiliano, mentre Armando mi ha capito perfettamente, tu ne hai approfittato per travisare il mio smisurato amore per i vini di Borgogna. Oltre a questi capolavori della Cote d’Or e all’ottava meraviglia del mondo, cioè lo Champagne, pensi forse che abbiano qualcos’altro di bevibile i galletti d’oltralpe?

        5. Massimiliano Montes Post author

          @Mario Crosta, forse t’ho capito male. Hanno si altro di bevibile! I migliori vini naturali e biodinamici che ho bevuto sono francesi. Gli altri stanno tutti dietro.

        6. Mario Crosta

          @Max, come al solito non afferri l’ironia. Lo so che in quanto a “naturali” loro sono da sempre un esempio e gli altri, uno escluso, anzi due, stanno tutti dietro. Hai letto il mio manifesto del vino naturale? Avrai letto benissimo che nomi ho fatto e sono tutti Borgogna. Ma non è questo che intendo approfondire. Il fatto è che lo zuccheraggio nei Paesi freddi e nelle annate peggiori evita un uso ulteriore di solforosa, quindi è benvenuto se consente di alzare il tenore alcolico secondo le regole. farlo fuori dalle regole per aumentare troppo il tenore alcolico, invece (sia che si tratti di zucchero che di mosto concentrato rettificato) non è corretto. Il vin, secondo me, dovrebbe avere anche una gradazione massima e non soltanto una gradazione minima. Mi piacevano tanto i Tocai Friulani, fino a una serie di annate in cui li ho trovati a 14 gradi. Fine di quel mio amore. Non so se ho reso l’idea. L’alcool in eccesso non è una dote qualitativa, ma un difetto grave. Anche certi Barolo a 14,5 cominciano a puzzarmi sotto le narici. Ma stiamo diventando scemi? La qualità organolettica è un’armonia, un equilibrio, un sogno, un orgasmo. L’alcool in eccesso è una carognata.

        7. Massimiliano Montes Post author

          @A3C, forse hanno più bisogno in Trentino Alto Adige di zuccherare o di aggiungere mosto concentrato che non in Borgogna. La si che col pinot nero fanno di tutto di più.

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