La prima edizione Milanese di Vini di Vignaioli

Grandissima affluenza, oltre ogni aspettativa, per questa prima edizione meneghina di Vini di Vignaioli organizzata da Marie-Christine Marzani (nella foto sotto il titolo).

Il vino naturale ha colpito e affondato. La fila di persone in attesa per entrare si snodava per decine di metri, sabato pomeriggio sotto la pioggia e domenica per fortuna col bel tempo. Il pubblico si è attardato a degustare con calma i vini proposti, e i commenti oscillavano tra piacere, stupore e ammirazione.

Parte delle persone presenti in sala erano appassionati che già conoscevano i vini in degustazione, ma la maggioranza del pubblico ha deciso di partecipare mosso dalla curiosità verso un vino descritto come “diverso” da quello commerciale.

E la curiosità è stata appagata: “non ho mai assaggiato un vino come questo” è stata la frase più frequentemente carpita tra gli avventori. Molti hanno trovato più di un vino verso cui è scattato l’amore a prima vista, tantissimi sono usciti dalle sale di Cascina Cuccagna con cartoni e bottiglie acquistate direttamente in loco.

La qualità media è stata elevata, tranne alcune eccezioni che purtroppo affliggono anche il mondo del vino naturale.
Alcune aziende hanno proposto vini di qualità eccellente, da iscrivere tra i “Top di Gamma” dei vini italiani tutti, naturali e non.

Esiste un’inevitabile componente di piacevolezza soggettiva nella valutazione di un vino, consapevole di ciò vorrei suggerire gli assaggi che più mi hanno colpito. Alcuni sono inevitabili riproposizioni storiche di vini tra i migliori d’Italia. Altri inaspettate novità e sorprese.

Tra i vini storici non si può non segnalare Rinaldi. Il Barolo Cannubi San Lorenzo 2009 offerto in degustazione è oggettivamente un grande vino. Trasparente con le sue sfumature granate. Giovane, dall’acidità sferzante, con tannini sottili ma intensamente vivi e percepibili. Cinerino e austero, con un frutto piccolo piccolo e ben bilanciato. Di inevitabile piacevolissima lunga persistenza.
Nonostante la tenera età è già abbastanza composto e bevibile, cosa che usualmente non accade per altri Cru di casa Rinaldi, che necessitano di periodi di affinamento più lunghi.

Rinaldi-Cannubi-S.Lorenzo-2009

Rinaldi, Cannubi S.Lorenzo 2009

Una sorpresa che raggiunge inaspettatamente l’empireo dell’eccellenza (o forse non tanto inaspettatamente per chi lo conosceva e lo seguiva), è il Sine Felle 2011 dell’Azienda agricola Moretti di Scandicci.

Sangiovese con una piccola quota di altri autoctoni, è stupefacente nel suo equilibrio.
Pur ancora giovane e con tannini chiaramente percepibili, seppur fini ed eleganti, colpisce con le sue note di foglia di tabacco in perfetto equilibrio con aromi di ciliegia, rosa e piccoli frutti rossi, che non sono mai eccessivi o ruffiani, sostenuti da un nerbo acido deciso. Il colore è affascinante, rosso rubino con sfumature granato e intriganti trasparenze.

Moretti, Sine Felle 2011

Moretti, Sine Felle 2011

Altro vino degno di nota è il Vin Santo aziendale, l’Assolato 2010. Trebbiano e Malvasia appassiti su graticci per tre mesi e maturati in piccole botti scolme per 4 anni: la ricetta tradizionale per un buon Vin Santo. E’ così è stato, l’Assolato è buonissimo, serio e austero, mai stucchevole o eccessivamente dolce. A differenza di altri Vin Santo che viaggiano con acidità volatile (acido acetico) superiore al grammo per litro, questo si attesta su 0.80 g/l, che lo rende più piacevole e beverino.

Moretti-Assolato-2010

Moretti, Assolato 2010

Se Roberto Moretti prosegue su questa strada brillerà rapidamente come una cometa tra le stelle.

Roberto e Lucia Moretti

Roberto e Lucia Moretti

Altra conferma macroscopica sono i vini de Il Cancelliere, la nota azienda Irpina. Tutti buoni ma con un cavallo di battaglia che è il loro Taurasi, Il Nero Né.
Dopo aver assaggiato l’ottimo Nero Né 2008, Claudio Romano tira fuori una bottiglia senza etichetta da sotto al tavolo: “Questo ancora non lo abbiamo etichettato perché per noi deve affinare almeno un altro anno: è il Nero Né 2007”. Di colore più tenue  rispetto al 2008, un grande vino.
E’ ammirevole, e mi stupisce sempre, vedere quante eccellenze abbiamo in Italia, quanti vini veramente grandi, spesso nascosti dalla stampa ufficiale che antepone loro nomi ed etichette blasonate (e costose) di qualità sicuramente inferiore.

Il-Cancelliere

Il Cancelliere

Il Nero Né 2007 è un vino teso, verticale, ma con un profilo aromatico ampio e cangiante. Di buona acidità e con una tannicità intensa ma meno grossolana rispetto a ciò che l’Aglianico usualmente genera. Di un’austerità che si bilancia bene con piccoli frutti rossi, prevalentemente lampone e mirtillo, tabacco, sensazioni agrumate che richiamano la polpa dell’arancia rossa, una lunga e piacevolissima persistenza gustolfattiva.

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Il Cancelliere, Nero Né Taurasi 2008

Va segnalato anche l’Etoile du Raisin 2007 di Stefano Bellotti, Barbera al 100% maturata tre anni in botte grande e due in barrique usate. Rosso rubino con riflessi violetti, affascinanti note balsamiche ed erbacee seguite da prugna, giuggiole, cuoio ed una florealità che ricorda la viola. Tutto sostenuto da una spina dorsale acida, di buona ma raffinata tannicità. Un ottimo vino.

Bellotti-Etoile-du-raisine 2007

Bellotti, Etoile du raisine 2007

Notevoli anche i Merlot che non sanno di Merlot. Quando un produttore tradisce i convenzionali e stucchevoli aromi concentrati e caramellosi con cui viene purtroppo proposto il vino da questa varietà nel nostro paese, io festeggio.

Il Ghiaretolo 2011 dell’Azienda Santa Caterina, del levante ligure, e il Verdugo 2006 (etichettato come Primo) e 2010 dell’Azienda Masiero di Trissino (Vicenza), sono vini di elevata e fluida bevibilità. Il colore è rosso scarico, con l’unghia trasparente (si signori, un Merlot trasparente). Entrambi donano sensazioni piacevolmente acide, con una fruttuosità timida e non invadente. Austeri, più minerale e sapido il primo, speziato e più fruttato il secondo.

I tipici varietali del Merlot in questi vini non sono spinti ed esaltati all’estremo. Questa caratteristica, insieme ad un contenuto antocianico (il colore) non eccessivo, suggeriscono una maturazione fenolica completa e bilanciata. Un Merlot molto francese.

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Santa Caterina, Ghiaretolo 2011

 

Masiero, Verdugo

Masiero, Verdugo

Infine vale la pena di indicare l’intenso e piacevole Uis Blancis ’09 di Borc Dodon, i vini sempre vincenti di Nino Barraco, il caratteriale Teroldego Sgarzon di Elisabetta Foradori, e un ottimo Ishac 2012 di Porta del Vento, ancora giovane ma di grandi promesse.

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Porta del vento, Ishac 2012

 

Foradori, Teroldego Sgarzon

Foradori, Teroldego Sgarzon

 

Barraco

Barraco

 

Borc-Dodon-Uis-Blancis-2009

Borc Dodon, Uis Blancis ’09

Senza nulla togliere agli altri vini e alle altre aziende, tutte di qualità elevata, molte delle quali approfondiremo nei prossimi giorni.

14 thoughts on “La prima edizione Milanese di Vini di Vignaioli

  1. Enrico togni viticoltore di montagna

    Davvero bello, ed è stato un enorme piacere, oltre che onore, finalmente poter associare un volto ad un nome!

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  2. Roberto Coliandro

    Rientro nella categoria di quelli attratti dalla novità. Al netto della fila, quindici minuti per fortuna al sole, sono rimasto meravigliato e faccio le mie congratulazioni agli organizzatori. E alle aziende. Ho bevuto vino buonissimo, e qualcuno meno buono, la minoranza sinceramente. Ho conosciuto vini che non immaginavo neppure, sapori e profumi nuovi e intensi. Aspetto la seconda edizione con trepidazione.

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  3. Nic Marsél

    Due belle (e intense) giornate anche se il luogo si è dimostrato troppo piccolo per il numero di visitatori. Sabato pomeriggio in particolare, in molti hanno desistito a causa della lunga coda sotto la pioggia battente, ma quelli che hanno resistito si sono goduti una bella festa 😉
    Personalmente ho apprezzato anche il Sine Felle 2012 con quell’incredibile fragranza di fungo fresco. Di Porta del Vento segnalerei anche il metodo classico che non assaggiavo da un po’ : davvero ottimo. Complimenti per la puntualità del reportage 🙂

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  4. A3C

    …reportage lucidissimo anche dopo aver bevuto? i Vini naturali sono miracolosi..LO SAPEVO..Moretti è un signore lo adoro

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  5. Francesco

    Dire che nella giornata di sabato è stato ben organizzato credo sia una esagerazione. Io sono arrivato alle 12,30 e già alle ore 14 c’erano molte difficoltà a parlare con i vignaioli, alle 15 l’organizzatrice invita a fare presto perchè fuori c’era ancora gente che doveva entrare. Inoltre, per ciò che ho visto e sentito, molte persone erano presenti per bere molto vino per una modica somma di 10 Euro.

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  6. Massimiliano Montes

    @Enrico @Stefano, siete voi ad essere bravi, grazie al vostro lavoro noi ci divertiamo e le manifestazioni hanno successo.
    @A3C, il reportage l’ho fatto solo oggi, quando ero certo di aver smaltito almeno il 50% dell’alcol in corpo!
    @Francesco, hai ragione, ma credo che questa prima volta sia stato un test. L’affluenza è stata veramente molto superiore al previsto e penso che Christine il prossimo anno studierà una soluzione logistica migliore.

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  7. Rolando

    Direi la Barbera Austri di Nicoletta Bocca, il Ghiaretolo di Santa Caterina, il Rosso di Fonterenza

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  8. Ada naturalwine

    A me è piaciuta tantissimo la barbera di Bera e il loro moscato che è il migliore che abbia mai bevuto. Da segnalare anche Trinchero e Cerruti appassionati e impegnati vignaioli

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  9. max

    Sine Felle secondo me meglio la 2010, austera e non ancora pronto, ma con potenziale di invecchiamento grandioso, vero Vin Santo con poca volatile, ma bevuto alla temperatura non adeguata era imbevibile.
    La Toscana ha mostrato Pinot nero e Cabernet potenti ed interessantissimi, io che in generale non amo la Toscana….

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  10. Pingback: E morto il Chianti, evviva il Chianti!

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