La difesa è importante. Fabio Capello ci ha costruito la sua carriera. Prima ringhiando e mordendo in campo e poi costruendo squadre blindate: un solo gol bastava, poi tutti indietro a fare diga.
L’Italia ha vinto molto sulle barricate (unico uso consentito della barrique). L’indimenticabile Mondiale di Spagna del 1982 è stato vinto così: con difensori nerboruti – Gentile, mica tanto – o centrocampisti da battaglia – il mitico Oriali – immortalato nella ormai ancor più mitica canzone di Luciano Ligabue.
Una vita da mediano
lavorando come Oriali
anni di fatica e botte e
vinci casomai i mondiali
E anche in Spagna, in una squadra senza leader ha brillato per l’ultima volta la supernova di Fabio Cannavaro.
La sapienza contadina della nostra Italia povera e concreta che odia gli svolazzi e ghirigori alla brasiliana e colpisce duro gli sbruffoni del dribbling è riassunta bene dal Paròn, Nereo Rocco.
Il leggendario allenatore della Triestina e inventore del Catenaccio (ebbene sì, con la maiuscola) che prima di una partita, raccomandò ai suoi difensori: “Tuto quel che se movi su l’erba, daghe. Se xe la bala, pasiensa” (“Tutto quello che si muove sull’erba, colpiscilo. Se è la palla, pazienza”). Idolo.
Allora continuiamo il nostro gioco degli abbinamenti. Si parte ben abbottonati: difesa a quattro più uno stopper e un libero.
GENTILE Claudio: grinta e la cattiveria agonistica, ma una sola espulsione in carriera, per somma di ammonizioni. Insomma, pugno di ferro in un guanto di velluto. Nato a Tripoli, ha imparato a giocare per strada, sotto il sole che picchia. A me ricorda il Terre delle Sirene di Do Zenner (nella foto sotto il titolo).
BERGOMI Giuseppe. Soprannominato Lo Zio, per l’aria matura e la sicurezza in campo, ribadita anche dai folti baffi che portava con disinvoltura. Abbinamento: Taurasi delle cantine Lonardo. Vigore carattere ma ottima bevibilità sin da giovane.
CABRINI Antonio. Soprannominato il Bell’Antonio ha avuto successo e la popolarità sia in campo che fuori, oggettivamente favorito da madre natura. Ancora adesso con ferrea coerenza è commissario tecnico della nazionale italiana di calcio…femminile. Qui ci vuole un Pinot nero di Daniele Piccinìn elegante ed efficace e tavola. Graditissimo alle damigelle.
Per il ruolo di stopper vedrei bene Rino GATTUSO, soprannominato Ringhio. Stopper arcigno: una vera mietitrice in mezzo al campo. Ha tutto per diventare un campione: carica agonistica, personalità, forza fisica , resistenza atletica. Rustico e di commovente generosità, proprio come un aglianico del Sannio…e qui non faccio nomi per evitare ritorsioni.
Per il libero invece un solo nome è possibile: Gaetano SCIREA, milanese di origini siciliane. considerato il miglior interprete di sempre in questo ruolo. Secondo le parole di Gianni Brera, Scirea “era dolce e composto, di una moderazione tipica del grande artista” In poche parole, un grandissimo Borgogna. Io dico di PRIEURE ROCH. Poi fate vobis.
Tu non ti offenderai se a ringhio Gattuso invece che un aglianico del Sannio appioppo un altro vino: un taurasi, il Polifemo di Luigi Tecce 😉
Ce lo vedo proprio… ci ha le palle al quadrato!
Che poi è praticamente la stessa cosa…
Armando,
ti adoro per il parallelo Zenner/Gentile e quello di Prieure/Scirea non ci sono parole per commentare, chapeau.
Mi permetto solo di accennare ad un aneddoto che delinea la figura umana di Scirea, era già allenatore della Juventus, io ero giovane lo guardavo come un mito e lo salutavo con deferenza tutte le volte che lo incontravo, avevamo un ufficio nella sua casa. Ebbene un giorno ero carico di sedie e altre amenità che stavo portando in ufficio, lui senza chiedere nulla prese un borsone mi aiutò nel trasloco facendo un altro paio di giri, poi mi disse buonasera e se ne andò. Qualche giorno dopo, l’incidente che lo portò via.
C’è solo un problema di coerenza temporale, tu hai citato tutti giocatori più o meno coetanei che hanno giocato insieme per molti anni il mitico Ringhio è fuori da quella piccola enclave mitica che iniziò la sua storia ad Argentina 78.
Io consiglierei come centrale il mitico e sottovalutato Sergio Brio/Grignolino di Migliavacca oppure Fulvio Collovati/Bianco Trebez di Princic.
Luigi
@Luigi Fracchia, grazie Luigi, bellissime parole le tue e grazie anche per i suggerimenti dei vini che mi riprometto di assaggiare…buone vacanze