Il fantacalcio di gustodivino: il portiere

Estate, tempo di evasioni, sogni, sperimentazioni e divagazioni. C’è chi prova la nuova fidanzata, chi il prosecco colfòndo, chi la barba da sfoggiare a settembre con la camicia bianca per il passìo  domenicale su via Ruggiero VII…. chi la barba ce l’ha già e prova solo la camicia nuova.

I tifosi fortunati fantasticano sui nuovi acquisti (forza Napoli), mentre c’è chi piange sulle disgrazie del Palermo… C’è poi chi sogna già delle prossime bevute: Larcyma Christi o di Morro d’Alba, una maniera allegra per esorcizzare la stangata dell’IMU che arriverà in autunno. E poi ci sono io: esiliato su un’isola dell’Atlantico, annoiato come napoleone a Sant’Elena, con mia suocera che non capisce un’acca di calcio e beve meno di mia figlia…
Ergo sono più che giustificato se do libero sfogo ai miei deliri di enotifoso immaginando la più bella squadra di superbottiglie da preparare per la rentrée
tracciando paralleli lisergici tra ruoli calcistici e campioni della vigna….
Tanto per andare con ordine comincerei dal portiere. Personaggio importantissimo nel calcio: ruolo nobile e solitario cui Umberto Saba ha dedicato versi straordinari

 

Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non vedere l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce,
con parole e con la mano, a sollevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.

 

Il portiere comanda la difesa, da sicurezza alla squadra, decide nei momenti decisivi o frana con papere immortali nell’abisso dell’abiezione eterna (tipo Zenga in Italia Argentina del 1990). Quale vino potrebbe ricoprire questo ruolo mitico nell’ipotetica enosquadra del cuore?
Due le versioni disponibili: il portiere di ghiaccio tipo Zoff è senza dubbio un Riesling della Mosella: precisione del gusto, longevità agonistica senza pari,  bravo sia tra i pali che in mezzo all’area (ovvero si abbina bene con tutto), acerbo e guizzante in giovinezza (una specie di Muslera) migliora decisamente invecchiando sino a raggiungere picchi commoventi (l’ultima stagione di Antonioli al Bologna). L’atleta in attività che impersona meglio questo varietale è senza dubbio Neuer del Bayern da appaiare a una creazione di Clemens Busch: il Marienburg Raffes.

L’altra versione è portiere sbruffone tipo Higuita, Albertosi o per i più giovani Tacconi: baffo malandrino, uscite spettacolari e infarto assicurato per i più sensibili. Bionda d’ordinanza a fianco e in bocca. Il portiere playboy non trova più nessun erede nel calcio-business attuale, dove non c’è più posto per i poeti (e gli anarchici).

A questo tipo di artista del pallone potrebbe corrispondere un bel Lambrusco,  magari un Maestri di Camillo Donati. Rosso frizzante ma di forte personalità, buona struttura e gradazioni elevate. Decisamente unico, come il Garella dello scudetto del Verona.

Adesso tocca a voi: aspetto i vostri nomi, accostamenti e deliri assortiti…e buone vacanze.

 

7 thoughts on “Il fantacalcio di gustodivino: il portiere

  1. Massimiliano Montes

    Il Sassaia di Maule! È una saracinesca! Lo abbini a quasi qualsiasi piatto e tiene testa a tutto.
    Piace sia agli amanti dei vini naturali che ai bevitori di prodotti convenzionali… naturalmente piacione

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  2. Nic Marsèl

    Ho fatto il portiere per anni. Roba forte. Roba tosta, soprattutto se sei soltanto un bambino. Sulla mia piccola esperienza potrei scriverci un libro, sulla psicologia del portiere si potrebbero riempire parecchi volumi. Se proprio devo citare un nome, allora dico Jan Jongbloed: il più pazzoide mai apparso tra i pali, ma solo quando riuscivano a farcelo stare, perché fungeva il più del tempo da difensore aggiunto, con un senso della posizione del tutto personale. Non esiste un vino che sia così fuori dagli schemi (e allo stesso tempo così perfettamente inserito nella macchina del calcio totale come l’Olanda degli anni 70), ma se proprio devo, lo accosterei al Barbacarlo di Lino Maga : un vino che gioca a tutto campo, che ti sorprende ad ogni annata, che oggi è dolciastro e domani secchissimo, che ha bolle toste e a volte è quasi fermo, che non lo puoi etichettare se non col suo nome proprio, che sfida il tempo come solo Jongbloed è riuscito a fare ritirandosi a 46 anni, senza mai vincere nulla ma diventando lo stesso un piccolo mito.

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  3. Francesco Fabbretti

    Il magistrale Armando ha cominciato la sua ideale formazione dei vini; è partito dal portiere e ne vedremo delle belle. Non riuscivo a decidermi su chi fosse il vino fra i pali poi mi sono reso conto che una squadra è tale perchè è amalgamata, senza eccessivo ricorso alle prime donne ma senza rinunciarci. Di fronte a questo dilemma mi sono risolto a scrivere il mio 11 partendo da una formazione reale, ovvero quella che ha vinto gli ultimi due scudetti: la Juventus.
    Considerato il rendimento medio durante l’anno dei vari giocatori sono pronto con gli “accoppiamenti”.

    – Portiere Buffon: ha avuto un’annata con alti e bassi anche se in rimonta rispetto all’anno passato. Roccioso, spigoloso, autorevole: Omaggio a Quintino Sella

    – Centrale di difesa sinistro Chiellini: Rude, lottatore, tenace, quadripolmonico, spigoloso: Gattinara Antoniolo

    – Centrale di difesa Bonucci: Grandi piedi, ottimo assist-man arretrato, talvolte fra le nuvole: Boca Le Piane

    – Centrale di difesa Destro Barzagli: non ne ha toppata una in campionato, mai duro, ottimi tempi di anticipo e classe a gogo: Lessona San Sebastiano allo Zoppo

    – Cabina di Regia Pirlo: preciso, puntuale, fantasioso ma mai fine a se stesso, sempre alla ricerca della giocata risolutiva anche se semplice: Gaja Barbaresco

    – Centrocampista interno destro Arturo Vidal: Roccioso, non tira mai il piede indietro, capace di inserimenti e gol pesanti: Barolo Rinaldi

    – Centrocampista interno sinistro Marchisio: lotta e si impegna ma ha perso un filo di smalto ripetto all’anno passato, non è prevedibile ma un minimo di fiducia non gli si può negare a prescindere: Nebbiolo Valmaggiore di Vezza d’Alba Giacosa

    – Tornante Destro Lichtsteiner: Preciso, incrollabile, determinato; Barbera Scarrone Vietti

    – Tornante Sinistro Asamoah: Grande talento che non gioca nella sua posizione ideale (è più interno) ma si sacrifica per il bene collettivo: Ca’ Viola Dolcetto Bric du Luv

    – Prima punta Vucinic: nei fatti dovrebbe esserlo ma poi può diventare seconda punta. A tratti indolente a tratti illuminante, discostante, capace di farti inca..@re e gioire nel giro di pochi minuti: Torbido, Cascina Ebreo

    – Centrocampista interno sinistro (dopo aver spostato marchisio tra la linea di centrocampo e quella dell’attaccante unico) Paul Pogba: un predestinato con una naturalità e una duttilità incredibili, considerando la sua giovane età Barolo Chinato Cappellano

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    1. Nic Marsél

      @Francesco Fabbretti, spero che queste 11 eccellenze italiane, in Europa non facciano la stessa figura della Juve 😉

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      1. Massimiliano Montes

        Francesco è un precursore, un’avanguardia. Armando produce un giocatore alla volta e lui ha già tutta la squadra. Inimicandosi per di più metà degli italiani 😉

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  4. Mario Crosta

    Cudicini: Gewurztraminer di San Michele Appiano.
    Sarti: St. Magdalener di Castel Rametz

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