Devo ammetterlo, il Cerasuolo (ovvero quel blend di Frappato e Nero D’Avola) non mi ha mai entusiasmato, tranne qualche rara eccezione. Il calice de Lamoresca 2012 che Filippo mi ha fatto assaggiare a Villa Favorita mi ha invece stregato. Ma tanto.
Mi sono riproposto di andarlo a trovare a San Michele di Ganzaria, tra Caltagirone e Piazza Armerina. Dovevo capire l’origine di quel nettare.
Lamoresca 2012 è un assemblaggio di Frappato e Nero D’Avola in parti quasi uguali, e in realtà non è un Cerasuolo di Vittoria. Si possono fregiare di questa denominazione solo i vini prodotti all’interno dei confini della Docg.
Questo Cerasuolo fuori Docg però è in assoluto il migliore che abbia mai bevuto. Nessun Cerasuolo di Vittoria gli tiene passo, restano tutti indietro di diverse lunghezze.
In altre annate Lamoresca contiene anche una quota di Grenache, che nel 2012, per motivi di maturazione delle uve, Filippo non ha inserito.
Rosso rubino, trasparente all’unghia (ovvero la quota di vino più sottile quando si inclina il calice), ha una fine opalescenza che lo rende intrigante.
Gli aromi di apertura oscillano tra violette di campo, erbe officinali, roselline selvatiche, note erbacee e sentori balsamici.
Roteando emerge un frutto che ricorda a tratti la prugna rossa matura, ad una seconda olfazione la spremuta di arancia rossa, a volte il mango.
Al palato ha una tessitura tannica setosa e raffinata, è di notevole consistenza, si insinua e amplia notevolmente l’immagine gustativa. Non ha una spina acida particolarmente percepibile, ma le coloriture di frutta e fiori insistono su un sottofondo minerale che oscilla tra il cinerino e il sapido. La persistenza gustolfattiva è lunga e piacevole, con refoli balsamici di ritorno.
Filippo Rizzo coltiva 6 ettari di vigna su un terreno prevalentemente sabbioso nelle quote collinari più elevate, circa 430 metri sul livello del mare, che si trasforma progressivamente in medio impasto e prevalenza argillosa nei punti più declivi.
Le vigne sono di Grenache (tra cui alcuni vecchi impianti), Frappato, Nero d’Avola, Nerello Mascalese e Vermentino. Coltivate senza uso di fertilizzanti o antiparassitari di sintesi.
La fermentazione avviene spontaneamente in tini di resina, senza inoculo di lieviti selezionati, ma con un pied de cuve da uve raccolte anticipatamente. La macerazione dura da due a quattro settimane per i rossi, due giorni per il Vermentino. Successivamente alla svinatura il vino nuovo rimane a maturare in contenitori di cemento, tranne il Vermentino che prima fa un passaggio di quattro mesi in vecchie barriques.
Filippo è un fanatico del vino naturale ma odia difetti e puzze, perciò travasa il suo vino ogni volta che il naso non è perfetto, anche a costo di aggiungere piccole quantità di solforosa. I suoi vini comunque hanno un contenuto di solforosa totale che oscilla tra 18 e 35 mg/l, quindi sempre bassissima.
Visti i risultati devo dire che quest’approccio si rivela forse migliore dei puristi ad ogni costo, che pur di fare un vino a zero solforosa aggiunta, accettano imperfezioni gustolfattive.
I vini di Filippo ovviamente non sono filtrati né chiarificati.
Le altre produzioni di casa Rizzo sono Lamoresca bianco, un Vermentino in purezza con una breve macerazione di 48 ore, il Nerocapitano, un Frappato in purezza e il Mascalisi, un assemblaggio di Nerello Mascalese e Frappato.
Azienda agricola Lamoresca
di Filippo Rizzo
Contrada Gigliotto
95040 San Michele di Ganzaria (CT)
email: info@agrimoresca.it
http://www.agrimoresca.it
almeno una boccia in Belgio l’ha già venduta 🙂
@A3C, quale hai bevuto e come ti è sembrato?
non conosco questo produttore. devo riempire la mia laguna al più presto. dove lo trovo il vino?
@luciano, credo che se gli manda un’email Filippo sarà ben lieto di venderle direttamente il vino.
Si può trovare anche qui http://www.vininaturali.it/products-page/la-moresca , insieme a tanti altri ottimi prodotti!!