Il Cave Ox dell’Etna e il Brunate Le Coste 1996

A Solicchiata, tra Rovitello e Passopisciaro, terra di grandi vini sulle pendici settentrionali dell’Etna, Sandro Di Bella ha realizzato il suo sogno con un piccolo ristorante-pizzeria. Credo che il Cave Ox sia uno dei pochi posti dove è possibile mangiare una pizza accompagnandola con un grande barolo o un grand cru di Borgogna.

Le pizze di Sandro sono famose, ma anche la sua raffinata cucina casereccia, non è da meno. Tappa obbligata per gourmet e appassionati in transito, al Cave Ox non è infrequente imbattersi in piccoli e grandi produttori etnei, giornalisti enogastronomici, VIP e personaggi più o meno noti attratti dalla fama che Sandro si è conquistato.

Cave Ox_Bottiglie

Cave Ox, bottiglie

Fama meritata. Scorazzare tra le bottiglie della sua cantina refrigerata è un piacere, si trova un po’ di tutto, dai grand crus borgognotti, ai Riesling alsaziani e tedeschi, ai grandi barolo, e, ovviamente, tutto il territorio etneo.

La nostra ultima visita è stata una festa. Rovistando in un angolo nascosto abbiamo trovato del Brunate Le Coste di Rinaldi di epoche ormai difficili da reperire. Il millesimo 1996 viene considerato nelle langhe una delle annate più fortunate del secolo, il 1997 più caldo e meno completo del precedente ma sempre ottimo.  L’azienda agricola Rinaldi è uno dei più famosi produttori di barolo con metodi naturali e rispettosi della tradizione.

Rinaldi Brunate Le Coste

Rinaldi Brunate Le Coste

E’ Battista Rinaldi, Sindaco di Barolo dal 1970 al 1975, a fare di questa azienda uno dei marchi di riferimento del barolo tradizionale, prendendone il timone nel 1947, a soli 29 anni, in seguito alla morte del padre originario di Diano d’Alba. Oggi sono Beppe e le figlie che rinverdiscono i fasti dell’azienda di famiglia.
Se provi a chiedere a Beppe Rinaldi cosa pensa delle barriques, ti risponderà che il nebbiolo è un vino che non richiede affinamento in piccoli fusti, tantomeno nuovi, che rovinerebbero con sentori di resina e vaniglia il naturale aroma dell’uva. E’ questo il motivo per cui i vini di casa Rinaldi sono affinati solo in grandi botti usate.
Le rese sono basse, ma non tanto da determinare una eccessiva concentrazione e pesantezza del vino che andrebbe sicuramente a discapito della sua eleganza. La raccolta delle uve è manuale e la fermentazione è ottenuta con i soli lieviti presenti in cantina e sulla buccia dell’uva, senza inoculo di fermenti artificiali. La vinificazione è effettuata nel massimo rispetto del mosto e del vino, senza uso di presidi chimici o coadiuvanti enologici.

Beppe Rinaldi

Beppe Rinaldi

Il Brunate Le Coste 1996 sorprende e si lascia amare. La bottiglia da noi aperta è fortunata, non ha alcun segno di ossidazione e conserva integralmente un profilo evolutivo non contaminato dai segni della vecchiaia o da altri difetti. Al naso ti accarezza con sottili venature di foglia di tabacco che emergono da un bouquet di piccoli frutti rossi e grappoli di violaciocca.
Gli aromi evolutivi, cosiddetti terziari, sono in primo piano rispetto a un frutto e una florealità che si mantengono timidamente in disparte. Il risultato complessivo è molto bello, inebriante e mai stucchevole. Al palato è  elegante ed equilibrato, raffinato e senza eccessi.
Altra cosa il 1997, con un frutto in primo piano che tende verso la ciliegia sotto spirito, lievemente più concentrato, e forse meno composto ed elegante. Due baroli comunque di elevatissimo livello.

La serata si conclude con i dolci della casa, con un divertente moscato 2010 di Bera, e con l’impegno di ritornare a scoprire qualche altra chicca del Cave Ox di Sandro.

Moscato d'Asti Bera

Moscato d’Asti Bera

 

CAVE OX
via Nazionale 159, Solicchiata – 95012 Castiglione di Sicilia (Ct)
Tel: 0942 986171 Cell: 328 1349683
email: sandrodibella@live.it
http://www.caveoxristorante.com

 

 

8 thoughts on “Il Cave Ox dell’Etna e il Brunate Le Coste 1996

    1. Massimiliano Montes Post author

      @Davide Marrale,
      Ah! Ah! Hai ragione. Violaciocca o violacciocca è un fiore a grappoli della stessa famiglia della viola.
      Da quando ho sentito dire ad Augusto Cappellano che non ama chi descrive aromi di viola nel Barolo…. ho cambiato fiore 😉

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  1. Davide Marrale

    Sai, la cosa mi sta incuriosendo, anche perchè la volta precedente menzionavi un fiore che aveva a che fare con……. Singapore; siccome io non parlo il cinese, per cui alle volte faccio fatica a seguirti.

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    1. Massimiliano Montes Post author

      @Davide Marrale,
      Ma come! Tu sei sommelier! Il singapore è una piccola orchidea…. che fiorisce sempre a grappolo. Mi sono fissato con i grappoli.
      A parte gli scherzi, tu hai ragione. Ma il linguaggio a volte troppo “fiorito” serve a descrivere le sensazioni olfattive che un vino è capace di suscitare.
      Aromi e profumi scavano nella nostra memoria olfattiva, fino all’infanzia.
      Una volta, uno Tsitska Tsolikouri di Ramaz Nikoladze mi fece venire in mente la siepe di pitosforo a casa dei miei con cui giocavo da bambino…

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  2. Davide Marrale

    Incomincio ad avere la vaga sensazione che ci dobbiamo incontrare prima possibile!

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  3. Pingback: Quando Triple A incontra l

  4. Pingback: Beppe Rinaldi. Il ricordo di un uomo.

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