Due rifermentati e un bianco, abbinati a tabulè di verdure dell’orto di Salvo, cous cous di pesce, cous cous di carne, più un dolce. Dal mitico Salvatore Randazzo a Castelluzzo, San Vito Lo Capo, per soli 25 euro a persona, con la bonaria organizzazione di gustodivino.
Provare ad abbinare due bollicine, una Umbra e l’altra, per così dire, “meticcia”, al cous cous, è un po’ una scommessa, credo vincente. Il terzo vino sarà il Grillo Verde 2016, Dos Tierras, la cui filosofia sarà presentata e spiegata ai partecipanti dallo stesso vignaiolo, Pierpaolo Badalucco.
Le due zone da cui prevalentemente si conoscono e si bevono rifermentati naturali sono quelle del Trevigiano, per i prosecchi colfondo, e del Parmense, da dove provengono capisaldi della vinificazione naturale di vini frizzanti.
Questa volta abbiamo voluto rompere gli schemi, e farvi provare due chicche.
Le Bolle Senza Frontiere del Collettivo strade sterrate sono una sperimentazione condotta da quattro aziende, Valli Unite e La Viranda (Piemonte), L’Acino (Calabria) e Aurora (Abruzzo), con un assemblaggio di Timorasso (Valli Unite), Pecorino (Aurora), Chardonnay (La Viranda) e Mantonico (L’Acino ), rifermentato in bottiglia senza aggiunta di lieviti e zuccheri.
Una follia, qualcuno direbbe. Ma a noi, si sa, i folli piacciono. Il risultato è un vino frizzante di inaspettata leggerezza e freschezza, dove le singole varietà risultano bilanciate e omogenee. Di grande e fluida bevibilità.
L’altro rifermentato è un piccolo gioiello della vinificazione naturale, Il Tribulato di Tiberi, Umbria. Vinificato naturalmente da uve Trebbiano, è imbottigliato a mano, senza alcuna filtrazione e senza solfiti aggiunti.
Il risultato è un vino frizzante di 11° alcolici che riesce ad associare struttura e corpo con freschezza e bevibilità, smentendo le tradizionali convinzioni enologiche che descrivono il Trebbiano come un vitigno aromaticamente povero. Il Tribulato ha sensazioni gustolfattive piacevoli e a tratti intense, con una lunga persistenza che non va a discapito della bevibilità.
Di Pierpaolo Badalucco e Dos Tierras abbiamo già parlato qui. Il Grillo Verde è un assemblaggio di uve Grillo di contrada Triglia e Verdejo, vitigno spagnolo dello Rioja, in omaggio a Beatriz, la moglie di Pierpaolo.
Nettare e delizia per il palato, credo che il Grillo Verde sia il miglior modo per onorare il cous cous di Salvatore Randazzo.
Salvo Randazzo è uno dei pochi che incoccia il cous cous a mano e non usa i precotti commerciali. Venerdì 21 giugno assaggeremo il suo cous cous nella variante tradizionale e casalinga al brodo di pesce, e nella variante alla carne. Preceduto da un antipasto sempre a base di cous cous-tabulè con le verdure di stagione che crescono nell’orto alle spalle del locale di Salvo.
La cena si concluderà con un semifreddo alle mandorle oppure un cannolo, a scelta.
Appuntamento per il 21 giugno insieme a Pierpaolo Badalucco.
Questo è il menu con gli abbinamenti enoici:
Tabulè di verdure
Bolle Senza Frontiere, Collettivo strade sterrate
Cous cous al pesce
Il Tribulato, Tiberi
Grillo Verde, Dos Tierras
Cous cous alla carne
Grillo Verde, Dos Tierras
Semifreddo alle mandorle o cannolo a scelta
Prezzo per persona 25 euro. Prenotazione obbligatoria al numero 3477495328.
Enoteca Ristorantino Randazzo
Viale C. Colombo, 106
91010 Castelluzzo TP
http://www.enotecarandazzo.it
Il “Bolle Senza Frontiere” è un bellissimo esempio di terroir-utopia come per il fratello maggiore “Rossounito”. Viene assemblato presso La Viranda in San Marzano Oliveto (Asti) da Claudio Solìto che di norma utilizza mosto del suo chardonnay per rifermentare il cortese di Valli Unite (Costa Vescovato, AL), il pecorino di Aurora (Offida, AP) e il mantonico calabrese della piana di Sibari de l’Acino (San Marco Argentano, CS). Però di anno in anno la ricetta è suscettibile di cambiamenti a seconda della disponibilità. Se non ricordo male Claudio fa addirittura degorgement per mantenere il prodotto limpido. Non rinnega la definizione comunemente accettata di terroir ma ne ricalcola le coordinate introducendo un nuovo livello trasversale, il substrato culturale degli ideali condivisi, il terroir-utopia, che pone in primo piano la visione globale della gestione e del rispetto della grande madre terra, della vite e della vita, al di sopra della specificità della singola mattonella di crosta terrestre dove ci si posiziona. Un vino politico, profondamente autoctono ma concettualmente “internazionale”. Detto questo, è soprattutto un vino BUONO, da bere con gioia e spensieratezza. Abbiamo ed avremo sempre più bisogno di persone e vini come questi. Bravo Massimiliano!
@Nic Marsél, il Tribulato di Tiberi è grandioso, una sorpresona per me. L’ho provato e l’ho amato. Se non l’hai ancora assaggiato innamorati pure tu 🙂
@Massimiliano Montes, più che altro mi mancano il cous cous incocciato a mano, il mare e la bella compagnia 🙁
@Nic Marsél, 🙂
@Nic Marsél, hai ragione per il Mantonico. ‘A Vita partecipa al progetto del Collettivo per i rossi, L’Acino per le bollicine.
Enoteca Randazzo, ça me dit quelque chose
@Endamb e Nic, divini compari, mancate solo voi due per rendere la serata completa. Endamb spero che ci vedremo quest’estate 🙂
@Massimiliano Montes, quest’estate no, ma magari la settimana prima di Pasqua l’anno che viene… Nic metti in agenda che avrei piacere a conoscerti
@endamb, piacere mio! mi butto sull’algoritmo di calcolo della pasqua 2020 e segno in calendario 🙂
@Nic Marsél, @Endamb, non ci ferma nessuno. Berremo tutto il bevibile.
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