Gravner versus Radikon: la Ribolla Gialla 2005

L’incontro con questi vini è una vera emozione, un confronto da non perdere.

Tutti e due provengono da Oslavia, Gorizia. Prima di parlare di questi vini è doveroso, da parte mia, fare memoria di questi luoghi. Avvicinandosi ad Oslavia, tutt’oggi alcuni vigneti di Ribolla Gialla si trovano proprio a ridosso di antiche trincee ormai in disuso. Proprio in questi luoghi persero la vita oltre 57mila soldati durante il primo grande conflitto mondiale, italiani per la maggior parte, alcuni di loro ancora oggi ignoti. Le loro spoglie sono custodite nel Sacrario Militare edificato ad Oslavia nel 1938.

Oslavia

Oslavia

Due veri e propri monumenti, la Ribolla Gialla di Stanko Radikon 2005 e la Ribolla Gialla di Josko Gravner anch’essa 2005.
Decidiamo di assaggiare per prima la Ribolla di Stanko Radikon contenuta nell’inusuale bottiglia da un litro.
La filosofia aziendale si basa su principi di totale naturalità e rispetto dell’ambiente, la raccolta delle uve avviene ad Ottobre a ciclo vegetativo terminato. I grappoli, totalmente maturi, sono raccolti a mano e posti a fermentare spontaneamente previa disparatura in tini di legno conici di 35 hl, per un periodo di tre quattro-mesi, nei quali si eseguono diverse follature manuali. Terminata la fermentazione alcolica, che si protrae per circa due settimane, le bucce non ancora esauste si depositano sul fondo e i tini ricolmati e, se necessario, vengono chiusi ermeticamente. Da questo momento il vino inizierà una lunghissima macerazione che durerà tre-quattro mesi, questo consentirà una maggiore estrazione che oltre a donare un colore intenso, sarà conseguenza di una maggiore presenza di polifenoli, quindi maggiore presenza di antiossidanti naturali, utili per la conservazione del vino. Questo permetterà a Stanko  di non dover ricorrere all’uso di conservanti chimici, per questo già dal 1999 i vini di Radikon sono imbottigliati senza aggiunta di solfiti.

Radikon, Ribolla Gialla 2005

Radikon, Ribolla Gialla 2005

Alla mescita il suono del vino che incontra il calice è “simil-tenore”. Ostenta il suo colore, un vezzoso apparire di luna in “rosso-arancio”, un arancio intenso e compatto. Al naso è estremamente chiuso, rivela un acre sentore selvatico misto a un profumo che sa di resina.
In bocca è freddo, un’insolita acidità arriva immediata aggredendo le papille come una lama affilata: s’instaura immediatamente un conflitto gustativo sostenuto dai tannini ruvidi e dall’acidità estrema.
Decido di aspettare. Col trascorrere dei minuti, quello che più mi spiazza di questo vino accade sotto i miei occhi: da arancio cupo e compatto, il vino assume una colorazione via via sempre più limpida e brillante. Emerge, con mia grande sorpresa, un magnifico colore topazio senza alcun residuo sul fondo del calice.
Riassaggio il vino: giuro che se avessi assaggiato alla cieca avrei affermato che si fosse trattato di due vini diversi.
Adesso nel vino c’è ordine e quiete, al naso emergono gli agrumi, lo iodio marino, il delicato sambuco, l’uva sultanina, adagiati su un debole boisée di sandalo. In bocca, l’acidità è presente ma ingentilita, il vino, decisamente meno freddo, dona al palato una sensazione di sorprendente complicità tra durezze e morbidezze: di corpo, virile e deciso, di inaspettata e piacevole persistenza. Consiglio vivamente di non gustarlo freddo. Il trattamento cui sono poste le uve di Stanko Radikon è da intendersi, in degustazione, alla pari di un vino rosso, quindi la temperatura ideale è compresa tra i 18°/20°.

Ribolla gialla 2005 Josko Gravner. Altra storia…ma non troppo diversa.
Anche per Gravner la filosofia di produzione dei suoi vini oggi è in perfetta sintonia con la natura.
Viticultore da sempre, con un passato “conventional-traditional”, un bel giorno la svolta decisiva arrivò con un viaggio nel Caucaso, esperienza che gli ha aperto passati orizzonti vinicoli, fatti di terra sana, contadini, vini puri che seguono il ciclo della natura e anfore. Già, le anfore, l’uso delle anfore è eterno: hanno 5000 anni di storia e sono prodotte con la terra, elemento che serve alla vite per far crescere i suoi frutti.
Josko ne sposa l’utilizzo ritenendo questo contenitore simile a un utero, poiché il vino, a differenza dell’acciaio, nelle anfore nasce, vive e respira. Trascorsi, poi, i tempi stabiliti dalla natura, questo vino è pronto per vivere la maturità nelle grandi botti, perché quelle piccole, con le loro caratteristiche influenzerebbero le proprietà organolettiche.
Josko dedica cure attente ed esclusive alla Ribolla. Il vino di Josko è vinificato in anfora per sette mesi, nei quali svolge fermentazione alcolica con l’ausilio dei soli lieviti indigeni e maturato in botti grandi di rovere per sei lunghi anni, il vino successivamente è imbottigliato durante la fase di luna calante. Josko Gravner, utilizza una minima percentuale di solforosa aggiunta nella fase d’imbottigliamento, al fine di poter fare vivere più al lungo il suo vino.

Gravner, Ribolla Gialla 2005 Anfora

Gravner, Ribolla Gialla 2005 Anfora

La ribolla di Josko è stratosferica: un vino che ha potenzialitità e sfaccettature uniche e inimitabili. Di colore ambra intenso e brillante, il vino si apre al naso con un bouquet variegato, seppur timido. Le fragranze che si possono avvertire sono: oleandro, delicata c’era d’api, agrumi canditi,  profumo di resina e bacche di cipresso tutti mescolati a note balsamiche di patchouli. In bocca è vitale e sontuoso, si pone con abile equilibrio, l’ingresso è morbido e l’acidità croccante ma non invasiva. Lunga persistenza ed eleganza sono il dono del vino che lascia alla deglutizione. Anche questo vino non bevetelo freddo, preferibilmente a 16°/18°, non è semplicemente un bianco.
Piccola personale percezione avuta durante la degustazione. Saranno stati complici i sentori iodati, memoria di spiaggie incontaminate, sferzate da brezza marina ingentilita da profumi di sempreverdi cipressi, mista alle calde e sensuali note di patchouli, che all’assaggio dei due vini, ai miei timpani, hanno preso vita le celebri e incalzanti note del Sirtaki di Theodorakis!

 

Azienda Agricola Radikon
localita’ Tre Buchi, 4
34170 Gorizia
Tel. 0481 32804 Fax 0481 539948
info@radikon.it
http://www.radikon.it

Azienda Agricola Gravner Francesco
Loc. Lenzualo Bianco, Oslavia
34170 Gorizia ‎
Tel. 0481 30882
josko@gravner.it
http://www.gravner.it

 

 

9 thoughts on “Gravner versus Radikon: la Ribolla Gialla 2005

  1. Massimiliano Montes

    Se un difetto devo trovare in questi vini è il prezzo sproporzionato. 50 euro in enoteca sono un po’ tanti 😉

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  2. Nic Marsél

    Trovo tutti I bianchi di Radikon piuttosto scontrosi e il primo impatto che hai magistralmente descritto non mi consente mai di godere fino in fondo della fase successiva, quando il vino (o forse siamo noi bevitori in difetto) entra in armonia col mondo esterno. Secondo me il suo top è il Merlot, ma bisogna poterselo permettere. Gravner è l’unico che abbia diritto e motivo di vinificare in anfora senza che la cosa venga considerata alla stregua di uno stratagemma promozionale. E’ come Annibale che valica le Alpi con gli elefanti : mitico.

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  3. Bob Regan

    Ahh, two fantastic Gorizian wines. I don’t suppose one can fully comprehend and/or appreciate the wines of this region without traveling there and meeting the vinters who live and work on its slopes. I have tried both of these wines along with Gravner’s Breg and Radikon’s Oslavje and find all of them to be, in a word…superb!

    Along with this group however must be included Damijan Podveric’s Ribolla and especially his Bianco Kaplja, as well as Movia’s wines by Ales Kristancic who’s just over the other side of the border in Slovenia. Truly incredible that there is so much talent and passion in such a small geographic area – how lucky we are to enjoy (literally) the fruits of their labor.

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  4. Emanuele Conti

    Accostare il vino di Josko alla bevanda super aspra di Radikon è una vera bestemmia. Io bevo Gravner e Josko è unico nella sua intransigenza e nella sua genialità. Radikon e Primosic ad Oslavia fanno raccolti di 10 o 20 volte maggiori con vendemmie settembrine, mentre Josko concentra la Botrite nobile selezionando i grappoli migliori e tagliando gli altri. La sua vendemmia è novembrina con l’uva ricca di zucchero. E poi ci sono le sue anfore. Due mondi diversi, agli antipodi! Ho provato un Radikon,…… Per me imbeviile!

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    1. Patrizia

      Buongiorno@Emanuele Conti, la ringrazio per le notizie che ci ha fornito riguardo i produttori, tuttavia trovo la sua durezza irrazionalmente ed eccessiva quando termina scrivendo che per lei Radikon è imbevibile. Il fatto che lei tenda a sottolineare che siano due mondi diversi e agli antipodi, le rispondo dicendo:Viva Dio! Altrimenti avremmo avuto davanti due prodotti uguali.I due vini hanno si caratteristiche organolettiche differenti, ma per quanto riguarda il terriritorio assolutamente simili. Il mondo è bello perchè vario, o almeno cosi dicono, al di là delle sue penalizzazioni, sia il Gravner che il Radikon restano due grandi vini.
      Saluti.

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    2. Massimiliano Montes

      @Emanuele Conti,
      Però, però… Tutti i torti non ha. Gravner mi sembra una dolce melodia perfettamente equilibrata. Radikon è più ruvido, con una riduzione di fondo che non va via neanche dopo ore di apertura.
      In fondo non è Radikon ad essere troppo brutto, è Gravner che è troppo buono!

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  5. Emanuele Conti

    Mi scusi Patrizia, ma non avendo fatto altro che esprimere un parere molto personale, le chiedo che questo abbia cittadinanza almeno in questo “forum” così come le sue righe e i suoi commenti ne hanno. Detto questo, saluto e ringrazio dello spazio, confermando in toto il mio pensiero.

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    1. Patrizia

      @Emanuele Conti, lei ha pieno titolo di esprimere il suo parere sia all’interno di questo blog che altrove questo è innegabile ci mancherebbe! Sono i toni e i vocaboli sprezzanti spesso usati per esprimere un semplice dissenso che generano incomprensioni anzichè costruzioni. Avendo assaggiato la ribolla di Radikon, posso affermare con certezza di aver bevuto un buon vino e non diesel, per tanto continuo a non comprendere cosa lei intenda per “imbevibile” vorrebbe cortesemente spiegarmi?
      Cordiali saluti e La ringrazio sin d’ora.

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