Badalucco_Dos Tierras 2011

Grandezza ed umiltà. Fare uno dei migliori rossi italiani e dire “poteva venire meglio”

Questo è Pierpaolo Badalucco, grande persona, capace di creare grandi vini, con un’umiltà e una simpatia  disarmanti.

Abbiamo assaggiato il Dos Tierras 2011 durante una “tenzone”, più che una degustazione, che ha visto vuotarsi sul tavolo svariate bottiglie di diversa provenienza. Ricordavo le parole di Pierpaolo in merito al Dos Tierras 2011: “Sono perplesso su questo vino, subito dopo l’imbottigliamento mi sembrava un po’ scomposto, quasi scalpitante, non equilibrato”.

Badalucco_Dos Tierras 2011

Dos Tierras 2011

 

Badalucco_Dos Tierras 2011

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Le sue parole mi avevano fatto balzare in mente analoghe affermazioni di Beppe Rinaldi circa i suoi baroli: “Il mio è un vino che si riesce a bere non prima di 4 o 5 anni dall’imbottigliamento. Qualsiasi modifica del disciplinare che riduca i tempi per la commercializzazione sarebbe un suicidio per i vini della nostra zona, quelli buoni intendo. Prima di quel periodo un buon barolo è scomposto, scalpitante. Poi, se tutto va bene, diventa un grande vino”.

Così mi sono avvicinato con curiosità a questa bottiglia del 2011, ben conservata per sei anni. Il tappo era perfetto, i primi cenni olfattivi escludevano segni di ossidazione, il colore splendido.

Rosso rubino tendente al granato, l’unghia (ovvero la quota di vino più sottile, vicina alla parete del calice reclinato) trasparente. Ammirarlo attraverso il cristallo, come in una vetrina, rivela opalescenti indizi di mancata filtrazione.

Al naso il Dos Tierras 2011 è pura poesia. Riesce a trasmettere sensazioni di frutto rosso, marasca e sottobosco in modo bilanciato, chiaro e netto ma senza risultare stucchevole o eccessivo, come purtroppo ci impongono con prepotenza i mostri, e le mostruosità, della moderna enologia. Nei vini commerciali contraffatti si assiste ad una esplosione di frutti di bosco e fragoline al naso, che diventano sistematicamente deludenti al palato, fino a rendere il vino spesso nauseante e pesante alla beva.
Il vino naturale invece presenta, in genere, sensazioni olfattive più composte, e al sorso una retrolfazione più intensa e complessa che amplia l’immagine gustolfattiva.

Nel Dos Tierras il frutto è armonicamente bilanciato da una consistenza tattile e da una mineralità prevalentemente retrolfattiva che recitano un ruolo equivalente a quello del contrabasso e della batteria di una jam session jazz.  Rendono l’insieme solido e strutturato, ampliano le sensazioni aromatiche, e donano al vino equilibrio, complessità e lunghezza.
La prima volta che ho bevuto la stessa annata non ho trovato quest’equilibrio e questa armonia, a testimonianza del fatto che i vini buoni vanno attesi, con una giusta dose di pazienza.

Badalucco_Dos Tierras 2011

Pierpaolo Badalucco

 

Badalucco_Dos Tierras 2011

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Badalucco_Dos Tierras 2011

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Beatriz de la Iglesia Garcia e Pierpaolo Badalucco, splendida coppia ispano-sicula, hanno cercato una contaminazione culturale, prima ancora che vinicola, tra due mondi, due terre.
A Petrosino, Marsala, hanno impiantato 13 ettari di vigneto a conduzione biodinamica, mescolando varietà spagnole e italiane, il Grillo e il Verdejo con cui realizzano un ottimo bianco tenuemente macerato, il Grillo Verde, e il Nero d’Avola e il Tempranillo per il blend che prende il nome aziendale. Inoltre imbottigliano un Tempranillo in purezza che non si può non assaggiare.

Badalucco_Tempranillo

Temprano

 

 

Dos Tierras
Badalucco de la Iglesia Garcia
contrada Badalucco sn
91020 Petrosino (TP)
tel. +39 3473695615
info@vinibadalucco.it
http://vinibadalucco.it

 

 

8 thoughts on “Grandezza ed umiltà. Fare uno dei migliori rossi italiani e dire “poteva venire meglio”

  1. graziano

    Possibile non si riesca ancora a sostituire “l’unghia” Personalmente definisco quel punto con l’orizzonte nel bicchiere

    Reply
    1. Massimiliano Montes

      @graziano, che è anche più romantico 🙂 Io preferisco il tecnicismo dell’unghia (anche se ricorda la manicure)

      Reply
      1. Graziano

        Massimiliano non sono romantico, tanto meno sui social. Non ci vedo tanto di tecnicismo in unghia (considerato che è una delle parti più “non pulite” del corpo) Comunque è una tua opinione, onorevole ma tua.

        Reply
        1. Massimiliano Montes Post author

          @Graziano, Ok niente più unghia, prometto 😛
          D’ora in poi solo “l’orizzonte del calice”, lasciati citare però 😉

        2. Graziano

          @Massimiliano Puoi fere ciò che vuoi perché so che lo fai correttamente. Comunque è NEL calice e non DEL cambia il senso è come se sostituissi GUSTodivino con FUSTodivino. parli della stessa cosa ma con un altro senso buon lavoro.

        3. Massimiliano Montes

          @Graziano, mi permetto di dissentire: ” la quota di vino … vicina alla parete del calice” nel non avrebbe senso.

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