C’è vermentino e vermentino, e quello di Stefano Legnani, prodotto a Sarzana, in Liguria, da poche piante curate come figli, è un vermentino di carattere.
Avevamo già parlato del suo Ponte di Toi, qui e qui, oggi finalmente tocca a quella che potrebbe essere definita la riserva di casa Legnani.
Il Loup Garou è il parente più elegante, quello che si veste con abiti raffinati, sempre rasato e in ordine. Insomma il fratello fighetto del Ponte di Toi.
Si presenta con un abito, oops… un etichetta, romantica, da rubacuori, come si addice a un vero play-boy: una grande luna piena che si riflette sul mare in una notte stellata. Come inizio non c’é male.
Il vino non è da meno. Lo abbiamo degustato in compagnia di un tasting-panel d’eccezione (riconoscete qualcuno nella foto?) che ci ha aiutato e terminare le bottiglie, anche se non dubito che sarebbero finite rapidamente pure in coppia.
Nel calice l’aspetto è quello che si conviene a un fighetto. Nonostante non sia filtrato è limpido e cristallino, giallo paglierino tenue, da manuale.
Gli aromi di apertura, quelli che si percepiscono prima di roteare il calice, sono tutti orientati verso sensazioni fruttate, di pesca, mango, melone, seguiti da fiori di tiglio e lavanda.
Roteando emerge un bouqet di ginestra, biancospino, pesca, susina, un balsamico che ricorda l’eucalipto, su un sottofondo di erbe medicinali e un finale di mandorla.
Pur non generando palpabili sensazioni acide, il palato è asciutto e pulito, di spessore e consistenza, avvolgente e profondo. La persistenza gustolfattiva, lunga, si misura in secondi, è un piacevole ritorno agli aromi di apertura.
Insomma, la versione ripulita del Ponte di Toi si comporta un po’ come il primo della classe.
Difficile in questo momento trovare in Liguria vini più sinceri, emozionanti, e aderenti alla varietà e al territorio di quelli di Stefano Legnani.
Azienda Agricola Legnani Stefano
Via de Molini 72 – Bradia, 19038 Sarzana
s.legnani@legnani.com
Tel. +39 3482229695


Aggiungo che è macerato cinque giorni con le bucce, dopo la svinatura è lasciato a contatto delle fecce fini per otto mesi.
Inutile ripetere che la fermentazione è spontanea, e sia la parte agronomica che quella di cantina assolutamente naturali.
Mi manca porca miseria! Ma perchè un nome cupo per un vino che appare dalla descrizione luminoso e solare? Lo abbiniamo a Willy DeVille?
@Nic Marsél, in effetti l’etichetta è dedicata a Willy DeVille. Per l’abbinamento non volevo strafare… 🙂
http://gustodivino.it/vino/nella-vita-ce-bisogno-di-ponti-il-ponte-di-toi-di-stefano-legnani/massimiliano-montes/9115/