Pétain e la repubblica di Vichy: continua l’attacco al vino naturale

Intravino, uno dei blog di cose enoiche più noti, sferra un colpo basso ai vini naturali. Un post di Alessandro Morichetti del 15 gennaio lasciava già trasparire una larvata critica al vino naturale, un altro post di tale Cristiana Lauro datato 16 gennaio attacca frontalmente e senza pudore alcuno il vino naturale in quanto tale.

Le definizioni fascinose utilizzate dalla gentildonna per demonizzare quel cattivone di vino naturale si sprecano: puzza di buccia di salame, puzza di formaggio, disgusto di quel calice. E gli aggettivi dei commentatori non sono da meno: puzza di gabinetto, stalla, tombino.
La lettura sinceramente lascia perplessi, non si comprende il significato e le motivazioni di tale veemenza.

Ma la cosa che più lascia basiti è l’ignoranza. I migliori vini al mondo sono naturali; come giudicare la delizia di profumi e sapori di un Prieure Roch, lo spessore dei vini di Leroy, ed evito di citare Aubert de Villaine che fa un vanto della naturalità nella produzione del suo vino.
Come non ricordare che i migliori Barolo sono naturali, tra questi Cappellano, Mascarello, Rinaldi. O i migliori vini bianchi italiani, La Biancara, I Clivi, Picariello, Barraco, e tanti altri che non cito solo per motivi di spazio. I Brunello di Soldera, i vini di Massa Vecchia, Dettori, la migliore produzione etnea con Calabretta e Graci.
Tutti vini che notoriamente puzzano di ascella, buccia di salame, formaggio, gabinetto, stalla, tombino.

Se non si tratta di ignoranza allora è un problema di faziosità. Sapere che i migliori vini al mondo sono naturali e non dirlo equivale a fare un’informazione porta a porta.
Intravino è diventato sempre più come lo studio televisivo di Bruno Vespa, manca soltanto il plastico di cogne e il campanello: din don.

 

Quello che non funziona nel vino naturale, tra l’altro

Te la do io la risposta a Michel Bettane e Gambero Rosso sul vino naturale

35 thoughts on “Pétain e la repubblica di Vichy: continua l’attacco al vino naturale

  1. Alessandro Morichetti

    Purtroppo la faziosità dei manichei è imbattibile. I buoni tutti da una parte e i cattivi dall’altra. Abbiamo criticato l’editoriale della Guerini ma evidentemente eri altrove. Lo stesso con Bettane. Poi abbiamo dato spazio al vignaiolo nature che nessuno dei facinorosi ha ben pensato di appoggiare articolandone le posizioni.

    Quale sia la tua idea di Intravino interessa poco, penso solo a chi ti legge e purtroppo rischia di avere una idea distorta partendo per la tangente dei ragionamenti.
    La discussione nel post di ieri è stata per me deliziosa e trovo nei commenti di Stefano Amerighi, Gianpi Giacobbo e Francesco Romanazzi vera raffinatezza di pensiero e comprensione della questione: ah, per la cronaca sono un viticoltore biodinamico bravissimo, un porthosiano della primissima ora e un sommelier che ti piacerebbe da pazzi.

    Quanto a tale Cristiana Lauro, credo che abbia bevuto una quantità di Leroy e Romanée-Conti che io e te non ce le sogniamo neanche in 10 vite sommate, quindi, per favore, prima di attaccare col disco rotto, cerca un attimo di documentarti meglio perché qui nessuno attacca proprio nessuno ma se in un bar a vin stimato mi portano uno Champagne che puzza di salame e formaggio che è imbevibile – e mi trattano da scemo ignorante – noi lo raccontiamo, mentre a te evidentemente non interessa. Tutto qua.

    Ah, Bruno Vespa tua sorella ;-). Semmai un set di Rocco Siffredi, molto più movimentato e niente plastica.

    Reply
  2. Alessandro Morichetti

    Purtroppo la faziosità dei manichei è imbattibile. I buoni tutti da una parte e i cattivi dall’altra. Abbiamo criticato l’editoriale della Guerini ma evidentemente eri altrove. Lo stesso con Bettane. Poi abbiamo dato spazio al vignaiolo nature che nessuno dei facinorosi ha ben pensato di appoggiare articolandone le posizioni.

    Quale sia la tua idea di Intravino interessa poco, penso solo a chi ti legge e purtroppo rischia di avere una idea distorta partendo per la tangente dei ragionamenti.
    La discussione nel post di ieri è stata per me deliziosa e trovo nei commenti di Stefano Amerighi, Gianpi Giacobbo e Francesco Romanazzi vera raffinatezza di pensiero e comprensione della questione: ah, per la cronaca sono un viticoltore biodinamico bravissimo, un porthosiano della primissima ora e un sommelier che ti piacerebbe da pazzi.

    Quanto a tale Cristiana Lauro, credo che abbia bevuto una quantità di Leroy e Romanée-Conti che io e te non ce le sogniamo neanche in 10 vite sommate, quindi, per favore, prima di attaccare col disco rotto, cerca un attimo di documentarti meglio perché qui nessuno attacca proprio nessuno ma se in un bar a vin stimato mi portano uno Champagne che puzza di salame e formaggio che è imbevibile – e mi trattano da scemo ignorante – noi lo raccontiamo, mentre a te evidentemente non interessa. Tutto qua.

    Ah, Bruno Vespa tua sorella . Semmai un set di Rocco Siffredi, molto più movimentato e niente plastica.

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  3. Emanuele Giannone

    Buongiorno Massimiliano,

    permettimi: citi produttori dei quali Intravino tratta puntualmente. Da sempre. Proprio come da sempre su Intravino si trovano (e vivaddio si scontrano) impressioni diverse sul vino naturale.

    A titolo personale aggiungo che il blog ha pubblicato almeno tre miei articoli non apologetici ma certamente favorevoli, fatti oltretutto non di enunciati apodittici ma argomentati.

    Temo altresì che il tuo post ometta di considerare un altro elemento essenziale.

    La questione sollevata da Cristiana Lauro non verte in realtà sulle generalità del vino naturale, ma sulla protervia di un sommelier. Sulla sua poca attitudine a discutere di gusto. Sul rischio che i tratti individuali, idiosincratici di molti vini naturali vengano “campionati” e riprodotti artificialmente, addirittura industrialmente. Negli Stati Uniti già succede da tempo, da tempo lo denuncia Alice Feiring (la quale, esattamente come la Lauro, è anche versata nel farlo in tono ironico).

    Dove nell’articolo di Cristiana leggo “…Credo che tutto questo faccia male a molti bravi produttori che credono realmente in quello che fanno e producono vini che non hanno bisogno di puzzare per dimostrarmi quanto sono naturali o biodinamici…”, non posso che esser d’accordo. Credo che concorderebbero anche molti produttori.

    Credo che l’articolo su Intravino abbia il grande merito di aver prodotto un commento qualificato come quello di Stefano Amerighi, che è il polo dialettico antipodico, quel che serve per accendere una discussione piuttosto che una sequela di commenti di fans e detrattori.

    Credo che accostare un fascista e collaborazionista a Cristiana Lauro sia un artificio, oltre che un problema di diottrie.

    Credo che accostare un fascista e collaborazionista a Intravino sia un problema. Per IV tutto non parlo perché non ne ho titolo, ma poiché il titolo accosta genericamente il blog e quindi tutti i suoi collaboratori a un fascista e collaborazionista, a titolo meramente personale attesto che hai fatto centro: ti attesto che l’accostamento mi offende profondamente. Si tratta di certo di un mio grave limite, ma l’omologazione a un fascista, ancorché scherzosa, è una cosa che malsopporto.

    Credo, infine, che l’accostamento offenda anche il carattere pluralistico e versicolore del blog. In un luogo aperto a più lettori e quindi più letture di un argomento, è giusto e sano che se ne ritrovino di disparate. Cristiana Lauro ha detto la sua. Tu hai fatto bene a scriverne. Tuttavia avresti fatto altrettanto bene a considerare i tanti, tantissimi articoli usciti negli anni, semplicemente favorevoli o apertamente schierati. Soprattutto quelli dedicati a Cappellano, Mascarello, Rinaldi. O ai migliori vini bianchi italiani, La Biancara, I Clivi, Picariello, Barraco, e tanti altri che non cito solo per motivi di spazio. Trovi anche iI Brunello di Soldera e i vini di Massa Vecchia e Dettori. Calabretta e Graci, onestamente, non ricordo ma può darsi.

    Con i più distinti saluti,

    Emanuele

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    1. Massimiliano Montes Post author

      @Emanuele Giannone,
      Caro Emanuele fascisti no, collaborazionisti forse…
      Come dicevo più giù a Stefano Amerighi, forse un post come quello della Lauro non aiuta a fare chiarezza, ma alza un muro.
      Se lo potevano evitare.
      E se decidono di scriverlo ugualmente, devono accettare le critiche. Siamo in democrazia, mica mi si può impedire di parlare 😉

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      1. Emanuele Giannone

        @Massimiliano Montes, Il post di Cristiana Lauro può servire ad alzar muri solo per quanti siano già forniti di malta, mattoni, cazzuole e ponteggi e non attendano altro che un pretesto. E’ discutibile come lo è per principio qualsiasi impressione personale. Fazioso no. Lo dice l’evidenza: si sta prestando alle interpretazioni più diverse.

        Quella di collaborazionismo è un’accusa ingenerosa. Se fosse una critica argomentata sarebbe assolutamente accettabile. Messa così, seguita dai punti di sospensione, non me la spiego: perché non ha riscontri, né – quel che è più rilevante – ragioni.

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  4. A3C

    quando spira impetuoso il vento del cambiamento alcuni pavidi costruiscono alte mura per ripararsi altri – più coraggiosi – innalzano potenti mulini a vento…ti daro’ una mano a costruire un mulino a vento potentissimo….A3C

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    1. Massimiliano Montes Post author

      @A3C,
      e costruiamolo sto mulino! Ti assicuro però che il mio post vuole essere molto più lieve e ironico di quello che può sembrare…

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  5. luigi fracchia

    Caro Massimiliano,
    anche a me non è piaciuto per nulla il tono e i contenuti di C.Lauro, la quale è l’unica ad aver bevuto male a Parigi (io ci vado ogni anno e bevo sul posto e torno a casa con decine di bottiglie di vini naturali di qualità indiscutibile, alcuni superlativi e anche alcuni così così ma è normale). La Siga Lauro come si evince dal suo sito patinatissimo è una comunicatrice anni 90 tutta lustrini e cataloghi extralusso e termini di marketing in inglese, che potrebbe scrivere del vino naturale?
    Per il resto questo è un gioco di costruzione di fazioni e di costruzione di “retoriche”, opposte le une alle altre (volutamente antagoniste!) e a questo gioco non sono senza macchia neanche i fautori del naturale.
    Invece di concentrarsi sulle differenze bisognerebbe valutare i punti di contatto le coerenze fra i sedicenti naturali e i sedicenti convenzionali.
    E poi di blog come Intravino che vivono sul sangue e sulla provocazione senza stimolare il dibattito civile e costruttivo ne facciamo a meno.

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    1. Francesco Maule

      @luigi fracchia, grande!
      intravino c’hai proprio rotto le palle!
      ma almeno ne parlano, lascia fare.
      E un grazie di cuore a Bettane, la Lauro e l’altra “giornalista”, la Guerini…

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  6. sinbad

    Cappellano, Mascarello, Rinaldi che io sappia non hanno mai detto o scritto di fare vini naturali e penso che se ne guardino bene. E Cristiana Lauro ha parlato di un vino che non ha gradito, non dei vini naturali in generale. Che peraltro non si sa nemmeno cosa siano. Non esiste una definizione condivisa, anche Cantina Tollo dice di fare vini naturali, e non può essere smentita. Mi aspetto che anche la pubblicità televisiva del Tavernello si metta ad usare questa parola. la confusione regna sovrana.

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      1. sinbad

        @Nic Marsél, mi è noto da tempo, conoscevo bene Teobaldo e confermo: non ha mai detto di fare vini naturali. E’ vero però che all’epoca la parola non era ancora di moda. Oggi lo direbbe? Non credo proprio. Era per natura avverso alle etichette e alle classificazioni, come si può capire rileggendo il manifesto di viniveri. aspetto ancora che qualcuno definisca cosa sia il vino naturale, e che altri non lo contestino dicendo che invece è un’altra cosa. Ma ammettendo di avere un’idea approssimativa di cosa sono, se siamo tutti d’accordo che tra i vini “naturali” ce ne sono di buoni e di cattivi, come pure tra gli altri, mi domando quale sia il senso di questa e di infinite altre discussioni.

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        1. Nic Marsél

          @sinbad, Dire Vini Veri è molto più estremo che dire vini naturali. Presuppone implicitamente che il resto non sia neppure vino.

        2. sinbad

          @Nic Marsél, ti sbagli. Viniveri è un marchio, non una classificazione. Figurarsi se Teobaldo, che aveva il vanto della laicità, avrebbe mai detto che i vini degli altri non sono vini. Laicità assente in molti (non tutti) produttori di vini “naturali” che pensano di possedere il verbo, e tutto il resto è spazzatura.

        3. Nic Marsél

          Che assurdità è mai questa? Cosa centra se si tratta di un marchio? Qui si tratta di dizionario italiano. Altrimenti avrebbero chiamato l’associazione viniPippo

  7. Nic Marsél

    Massimo, non saranno certo post come quelli a fermare il tempo. Ammettiamo per un momento che il racconto di Cristiana Lauro si riferisca ad un fatto realmente accaduto. Vini difettosi si possono trovare sia tra i naturali come nella sterminata schiera dei non-bio-qualcosa. Per ogni Bistrot Paul Bert, ci sono centinaia di locali (soprattutto in Italia, non c’è bisogno di andare a Parigi) che propongono vini convenzionali assolutamente inutili che non lasciano nessunissima traccia nella memoria se non quella del mal di testa. Come commenta Carlo Tabarrini quel post puzza 🙂

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  8. luigi fracchia

    Avevo scritto un intervento lunghissimo che è andato perso, comunque:
    credo bisogni concentrarsi sui puntio di contatto fra le due “fazioni” (che stanno ossificando le loro posizioni) piuttosto che legittimare questo scontro irriducibile fra muri di gomma.
    La Lauro e il suo immaginario (desunto dal patinatissimo sito personale) non può che essere annoiata, spaventata, irritata da chi si professi naturale.

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  9. paolo

    Senza la competenza nè la voglia di entrare nella diatriba/polemica, posso però affermare di avere intervistato Maria Teresa Mascarello in più occasioni (per la realizzazione di un documentario) e che lei non ha mai affermato di fare un vino naturale. Stessa cosa credo di poter dire per RInaldi e Cappellano: vino tradizionale sì, naturale no.
    Anzi, Maria Teresa è sempre rufuggita da ogni tipo di definizione, di “etichetta”, come direbbe lei.
    paolo

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      1. paolo

        @Massimiliano Montes,

        rispetto la tua associazione, le tue idee, i vini veri, però non mi va di prendermi del “falsificatore” della storia 🙂
        ecco qui, appena caricato (perchè volevo vedere anche io se avevo detto una falsità o avevo le traveggole) un estratto dell’intervista a Maria Teresa Mascarello in cui parla di vini naturali

        http://youtu.be/JwGG4Z8kWOo

        beviamoci sopra, paolo

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  10. Mario Crosta

    Di quello che scrivono gli altri nelle loro arene di scazzottamento travestite da dibattiti sul vino non me ne puo’ fregare di meno. Invece Enotime.it a inizio marzo pubblichera’ la traduzione di un articolo di Jiseph Di Blasi (Vinosseur.com) che ha molto successo in Polonia. Io sono a favore di un ulteriore sviluppo delle ninificazioni naturali, nonche’ delle coltivazioni ecologiche. Ma non devo difendere gli interessi economici di nessuno. Degli altri… specie di chi ci campa, non me ne puo’ fregare di meno.

    Reply
      1. Mario Crosta

        @Massimiliano Montes, è per questo che mi trovo bene qui ed è più di anno (ma lo sarà per sempre) che non mi trovi invece altrove, là dove sento la puzza vera, quella delle polemiche scatenate soltanto per aumentare l’audience dei siti, stile Sgarbi, ma con tanti nick anonimi che poi sono scritti tutti dallo stesso tizio, così si gonfiano pure i numeri.

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  11. alessandro bocchetti

    secondo me c’è una “incomprensione” di fondo… Se davvero interessa ragionare, io ho il dannato vizio di provarci. Dire che i vini artigianali puzzino indistintamente è una sonora fesseria… dire che si sta diffondendo un approccio stolido e banale ai vini artigianali identificandone i marcatori in riduzioni e afrori non piacevoli a cui si teorizza ci si debba “educare” è un’altra storia… l’individuazione di un problema che esite ed è difficile negare, tanto quanto l’appiattimento e omologazione di vini industriali. Insomma la dicotomia sterile e il manicheismo sciocco secondo me andrebbe superato, accettare sentori di cadaverina su un vino macerato male è un male quanto accettare i sentori di big babol, sono difetti che nel 2013 sui VINI BUONI non si vorrebebro sentire…
    Come non si vorrebbe leggere “una tale Lauro” è solo questione di educazione e rispetto:D
    Ciao A

    Reply
    1. Massimiliano Montes Post author

      @alessandro bocchetti,
      “i sentori di big babol, sono difetti”
      Assolutamente daccordo. Quanti vini dovremmo escludere dalle guide per questi difetti? 😉

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      1. Alessandro Bocchetti

        @Massimiliano Montes, per me parecchi… Anche se vedi il sentore di big Babilonia viene digerito, perché dipende dall’uso e la qualità dei lieviti selezionati usati. Le guide valutano spesso vini appena imbottigliati e dipende dal “manico” del degustatore saper dire quali metabolizzare anno e quali mi. Uguale acetiche eccessive o sentori di marcescenza dovuti allo sviluppi di cadaverina in fase di fermentazione sulle fecce, un sentore per me inaccettabile che sento spesso difeso e giustificato…
        Ciao A

        Reply
        1. Alessandro Bocchetti

          Però big Babilonia messo dal correttore fa molto ride 😀
          Ovviamente volevo dire big babol

  12. stefano amerighi

    Massimiliano cerchiamo pero’ per citare la risposta precedente di non alzar inutili muri,
    penso si possa dire anche noi che inseguiamo la via del naturale che a volte ci sfugge la mano e roviniamo i nostri vini? Perche’ noi produttori ci trinceriamo dietro ad un omertoso silenzio e non diciamo che inseguendo la strada della naturalita'( l’unica giusta a moi avviso per interpretare grandi terroir), a volte capita di far degli errori? o che il vino e si infetti di brett?. Che male c’e’ a dire che se in quell’annata specifica abbiamo avuto una malolattica sporca e la volatile e’ andata a livelli che non ci saremmo augurati mai… 4ono cose personali ma forse utili a far capire il concetto quello che ti sto per scrivere: A me e’ capitato con il 2007 di aver su di un lotto aver problemi di riduzione, di quel lotto mi son scusato con chi l’aveva acquistato ho proposto di sostituirlo con gli altri “puliti” e da allora quelle 1500 bottiglie sono in cantina che aspettano di ripulirsi. Avevo fatto un errore e non mi andava che lo pagassero in nome della naturalita’ chi compra quelle bottiglie. !asterebbe piu’ onesta’ da parte nostra dei produttori e non cavalcare la moda che scusa qualsiasi errore che facciamo in cantina.. Tu citi leroy ed aubert de villaine , caspita ti sembra che la romanee conti abbia problemi di rifermentazioni in bottiglia accidentali? Un caro saluto stefano

    Reply
    1. Massimiliano Montes Post author

      @stefano amerighi,
      Stefano, ma io sono completamente daccordo con te. Sai quanto ti stimo.
      Lungi da me l’idea di alzare barriere o muri, semplicemente esprimo liberamente (e con un pizzico di ironia che non fa mai male) un opinione.
      Ci sono vini buoni e vini brutti. Nel mio post ho elencato alcune eccellenze, credo mondiali, che sono vini naturali. Omettendone altre, solo per mancanza di spazio, per esempio la coulee de serrant di Joly, i Riesling di Heymann Löwenstein o di Busch, e tanti altri (l’elenco potrebbe essere lungo).
      Scrivere un post come quello di intravino è fazioso, non puoi negarlo. Chi non conosce il vino potrebbe pensare veramente che questi “vini naturali” siano fetenti.
      E purtroppo è quello che spesso mi capita quando parlo di vino naturale con persone meno avvezze e con poca conoscenza di certi vini.
      Un post come quello della Lauro certamente non aiuta a fare chiarezza, ma probabilmente alza un muro?

      Reply
  13. Roberto

    Che dire, il commento di Stefano Amerighi è definitivo. E questi dovrebbero essere i toni. Così come si scriveva su un recentissimo post di Enofaber, manca la dignità e onestà intellettuale, quella che fa si che gli errori dei vignaioli non li paghi chi compra i loro vini.
    Io aborro Intravino ma rarissimamente qua e la due o tre cose giuste le scrive. Questo è uno di quei rarissimi casi.

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    1. Emanuele Giannone

      @Roberto, dalla mia parte di aborrito sono quasi commosso nel constatare che sono d’accordo con Lei.

      Reply

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