L’esclusione di OGM dai prodotti biologici è uno dei limiti che più infastidiscono la grande impresa che commercializza vegetali geneticamente modificati. Le pressioni delle lobby per liberalizzare l’uso degli OGM cresce ogni giorno, interessando tutti gli organismi deputati a decidere e legiferare.
Il commissario Ue all’Agricoltura Dacian Ciolos, in preda a una crisi di democrazia partecipativa, ha deciso di lasciar decidere ai cittadini europei la strada migliore da percorrere. Ha indetto un referendum, ma non cartaceo. In tempi moderni in cui la partecipazione popolare avviene prevalentemente in rete, ha lanciato una consultazione online aperta a tutti direttamente sul sito della commissione europea.
Il questionario riguarda non solo la presenza di OGM in prodotti alimentari marchiati come “organic”, biologici, ma tutta la catena produttiva del biologico, dagli alimenti per gli animali, ai fertilizzanti e pesticidi, all’uso di additivi e coadiuvanti chimici.
La lettura del questionario solleva inevitabilmente perplessità, perchè l’uso e le conseguenze di prodotti chimici o comunque di sintesi negli alimenti implica conoscenze scientifiche che non vengono contestualmente fornite ai cittadini che esprimono la loro opinione. Il questionario, in teoria, consentirebbe di demolire o comunque inficiare l’attuale normativa che regolamenta gli alimenti organici. L’utilità appare quindi marginale, in quanto non è possibile immaginare che in base ai risultati si modifichi la legge sui prodotti biologici.
Se così fosse si potrebbe anche maliziosamente ipotizzare che la grande impresa, contratria a norme troppo stringenti, pagherebbe stuoli di navigatori internettiani per falsare i risultati a suo favore.
Interpretiamo positivamente la vicenda: un commissario UE consulta liberamente i cittadini, senza alcun vincolo, per conoscere la loro opinione. Come cittadino europeo sarei comunque più felice se, invece di usare internet, il sistema politico mi desse l’opportunità di votare, mediante regolari elezioni, chi mi governa e chi decide per me.
anche io sarei stato più felice se fossero previsti dei referendum popolari aperti a tutti i cittadini UE, ma intanto ho risposto al questionario on-line. servirà a qualcosa? speriamo!
Iniziativa un pochino inquietante.