L’indagine della Procura di Siena ha fatto parlare nuovamente i mass-media di Montalcino, e non per il vino. Una felice combriccola di albanesi vendeva cocaina a illustri imprenditori e professionisti locali “per festini e serate conviviali” (le indagini sono ancora in corso).
La trovata, innovativa, era quella di spacciare la cocaina nei locali di alcune cantine di Montalcino, cosa di cui pare che i proprietari fossero all’oscuro. All’amministratore di un’azienda vinicola è stata, però, applicata la misura dell’obbligo di dimora.
Sembra che gli inquirenti siano stati insospettiti dall’elevato numero di visite in cantina, anche da parte di personaggi notoriamente astemi!
Che la cocaina fosse un genere di consumo diffuso lo dimostrava già uno studio effettuato dall’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano nel 2005, secondo cui nelle acque del fiume Po scorrerebbe l’equivalente di quattro chili di cocaina al giorno, evidentemente provenienti da fisiologiche emissioni organiche.
Tale dato è stato successivamente confermato da analisi delle acque del depuratore di Nosedo (Mi) dove sono stati rintracciati residui di cocaina, eroina e cannabis in elevata quantità (attenzione all’acqua del rubinetto, amici di Milano).
Il connubio tra vino e droga è di ampia portata e fantasiosi accostamenti, non soltanto il classico (e un po’ adolescenziale) vino e coca.
Ricordo quando un famoso vignaiolo campano fu arrestato dalla Guardia di Finanza. Nel comunicato stampa si leggeva così: “Gli uomini della Tenenza di Ariano Irpino, dopo una paziente attività d’osservazione ed a seguito di appostamenti reiterati nel tempo, sono riusciti a cogliere in flagranza il soggetto che, fra vitigni pregiati, aveva messo a coltura anche numerose piante di Cannabis Indica in agro del comune di Partenopoli”.
Alla richiesta degli uomini della GdF di cosa ci facessero piante di Marijuana tra i filari del vigneto, il vignaiolo rispose pacificamente: “Ma no, mi servono per il sovescio” (tecnica agronomica che serve ad arricchire il terreno di azoto e che di solito si fa col favino, n.d.r.)
http://www.mole24.it/2012/06/12/un-po-di-droga-analizzate-le-acque-del-fiume
Però ora ci deve dire chi è il vignaiolo campano… (per quello che so io la mariuana cede azoto al terreno, è un buon sovescio)
@Mauro Firmino, è una persona che stimo come vignaiolo e il cui vino mi piace tanto tanto tanto! Il nome non te lo faccio, però se fai una ricerchina su gugol lo trvovi 😉
Era solo per consumo personale. E il vignaiolo in questione ha tutta la mia stima.Oltre a fare un paio di vini tra i piu’ buoni mai assaggiati.
@Luca, concordo. E poi fa un ottimo sovescio.
che magnifica idea!! 😉
@Paola, e tu che ti ostini a usare il favino 🙂