Se camminando di notte per le strade della Valsesia strane luci incrociano la vostra auto, non vi preoccupate. Non si tratta di attività extraterrestre ma di cinghiali radioattivi.
Come novelli Mulder e Scully di X-Files abbiamo cercato di capire il mistero che si cela dietro la radioattività dei cinghiali. Ormai da circa un anno i biologi della Asl trovano tracce di radioattività, in particolare da Cesio 137, sulle lingue e i diaframmi dei cinghiali della zona.
Le parti anatomiche suggeriscono una contaminazione da ingestione e non da inalazione, nel qual caso sarebbero stati interessati i polmoni e le vie aeree. Questo significa che i cinghiali hanno mangiato qualcosa di radioattivo.
Una delle prime ipotesi è che gli animali abbiano trovato un deposito clandestino di materiale radioattivo. L’altra ipotesi e che siamo ancora di fronte a una contaminazione ambientale secondaria al disastro di Chernobyl.
In favore della prima ipotesi depone il fatto che il riscontro di radioattività non è omogeneo in tutti gli animali e tra la vegetazione della zona. Se la contaminazione fosse ambientale diffusa la radioattività dovrebbe essere uniformemente elevata tra fauna e flora, e non localizzata a pochi cinghiali.
In favore dell’ipotesi Chernobyl c’è il riscontro di cinghiali avvelenati da sostanze radioattive anche in Austria, in Tirolo.