Da QQucina.
Ricetta nata da una mia “solare ed energetica” collaborazione con il Consorzio Arancia Rossa di Sicilia IGP. Il mio intento era quello di dimostrare che l’arancia rossa può entrare nelle nostre cucine senza essere utilizzata esclusivamente nei dolci, seppur buonissimi!!
In altri miei post, ho già raccontato tanto sulle proprietà nutritive e salutistiche di questo frutto, ma vorrei aggiungere un’ulteriore informazione.
Proprio perché mamma di due splendidi bambini, mi viene naturale pensare a quanto bene può fare, questo elisir dell’Etna, alle donne in gravidanza. E leggendo ho scoperto, da studi scientifici, che un supplemento di Vitamina C può aiutare a prevenire la rottura delle membrane che avvolgono il feto. A ciò possiamo aggiungere gli innumerevoli benefici che ne avrebbero anche i nostri figli se insegnassimo loro a consumare più arance rosse, dalla prevenzione a quei fastidiosissimi raffreddori, che non ci fanno dormire la notte, alla ricarica di magnesio, potassio, calcio e tanto altro, che potrebbero avere…ma tutto concentrato in un solo frutto!
Potrei continuare ad elencare tanto altro, ma in questa mia ultima premessa vorrei principalmente ringraziare il Consorzio per avermi permesso di vivere questa esperienza, in questa occasione ho cucinato riempiendomi gli occhi e le narici di colori e profumi tutti mediterranei. Ed io ho voluto appositamente proporre quest’ultimo piatto dedicandolo alla mia Catania, perché le alici (ovvero “masculini”) rappresentano tantissimo la mia città, e l’insalata che le accompagna non manca mai nelle nostre tavole.
Ed infine, ma non per questo meno importante, vorrei ringraziare Simone Di Stefano ed il suo splendido team per avermi supportato e “sopportato” durante le riprese delle video ricette.
E adesso godetevi un po’ di “mediterraneità”!!!!
Ingredienti (dosi per 4 persone e 8 tortini)
– Alici già diliscate 40
– Pangrattato
– Pecorino stagionato grattugiato 50 g
– Cipollette fresche 2
– Arancia Rossa di Sicilia IGP 3 (più la scorza)
– Finocchio 1
– Finocchietto selvatico
– Sale maldon
– Pepe szechuan
– Sale qb
– Olio extravergine d’oliva qb
– Contenitori in alluminio per tortini
1) Spennellare con olio gli stampini in alluminio, versarvi dentro il pangrattato, far aderire e togliere l’eccesso. Inserirvi dentro a raggiera i filetti di alici facendoli fuoriuscire dal bordo.
2) Preparare una farcia con il pangrattato, il pecorino grattugiato, le cipollette tritate, le scorze d’arancia ed un po’ del suo succo, le mandorle tostate e tritate, il finocchietto selvatico, sale qb ed olio evo. Riempire i tortini e richiuderli piegando le alici su sé stesse. Un filo d’olio evo ed infornare per circa 15 minuti a 180°C. (ricordandovi che ogni forno è diverso!)
3) Far ridurre l’aceto balsamico con un po’ di zucchero in un pentolino (dose:2 tazzine da caffè di aceto con 3 cucchiaini di zucchero). Una volta raffreddato versarne delle gocce sul piatto e sopra adagiarvi i tortini appena sfornati. Il tutto andrà servito con insalata di arancia rossa pelata a vivo e finocchio, condita con sale, pepe szechuan (che ha note agrumate) ed olio evo.
Ovviamente da accompagnare col Colfondo di Casa Belfi 😉
http://gustodivino.it/vino/il-colfondo-di-casa-belfi-e-le-sarde-allinguate/patrizia-saiola/3818/
Mi piace un mondo!
Ciao @Bianca, vorrei chiederti un’alternativa alle arance rosse che a Palermo non sono più reperibili purtroppo 🙁
Pompelmo rosa? Che ne dici…
Un caro saluto 🙂
@Patrizia, ciao Patrizia, in effetti e’ un piatto un po’ ritardo per quanto riguarda la stagione, potresti provare con le bionde (meno incisive) ma un’ottima alternativa sono i limoni. Segui il procedimento sostituendo l’agrume!!! 😀
come sempre ammiro la semplicita’ della ricetta (che mi sono copiata) e il risultato cosi’ raffinato… Bianca sei un mito!
@Paola Lantieri, Paola sei sempre trooooppo gentile con me! Spero di conoscerti presto e chissà, farti assaggiare la mia cucina che presto “aprirò” al pubblico 😉 ….@ Massimiliano sa di cosa parlo 😀
credo davvero che il massimo nella cucina ( e nella vita) sia usare ingredienti e procedimenti semplici e alla portata di tutti, e riuscire a farne cose completamente nuove 🙂
Paola bentornata 🙂
Bianca, a questo punto dacci i dettagli del tuo nuovo locale!
Di fronte a piatti del genere non posso far altro che complimentarmi con chi li propone, con chi abbina il vino giusto e con chi cerca l’alternativa nel caso della momentanea impossibilità di reperire una delle materie prime necessarie. È il genio italico. Ma se comprendo benissimo Patrizia, che chiede con cosa eventualmente sostituire l’arancia rossa ormai introvabile (e spero soltanto per ragioni di stagione) nella sua bella città, non comprendo Massimiliano che suggerisce un unico vino, il Colfondo Prosecco. Di solito la regola che mi hanno insegnato ad applicare è quella del matrimonio d’amore e dell’amante in alcova, cioè di un vino locale e di un vino forestiero proposti con la stessa pietanza. Mi sembra strano che si trovi sempre e soltanto un solo vino forestiero (oppure un solo vino locale) da abbinare a una ricetta che si potrebbe realizzare per tutta l’estate, finché ci sono quelle alici superdotate che voi conoscete benissimo e che nel resto d’Italia invece se le sognano, rigirandosi nel letto fino all’alba. Perciò chiederei a Massimiliano anche la proposta di un vino locale.
Abbinamento difficile ma stimolante, la butto lì : perchè non provare qualcosa di insolito come il metodo classico di Marco Sferlazzo o addirittura con un Marsala secco?
@Mario, hai ragione, nella rubrica del gusto che teniamo con Bianca abbino due vini. Qui c’è il buonissimo piatto di Bianca e basta, ma ho voluto buttare li un vino.
@Nic Marsel (e a Mario). Concordo con la scelta del Marsala! Anche se per esperienza ho notato che quando servo marsala durante i pasti l’elevato tenore alcolico da alla testa ai commensali 🙂
Pur non di meno abbinerei un Marsala Superiore Secco di Buffa, che col suo 4% di residuo zuccherino ci starebbe come il cacio sui maccheroni.
Altra alternativa il Saharay 2009 di Sferlazzo. Il suo metodo classico ci starebbe si, ma ti dirò di più: mi ha fatto assaggiare un rifermentato in bottiglia tipo sur lie che ha usato come base per lo spumante che è strepitosamente buono, e con questo piatto ci starebbe benissimo.
Grazie della proposta, davvero intrigante. Se il Marsala, uno dei più grandi vini del mondo intero, ha il successo che si è guadagnato da due secoli a questa parte, una ragione ci dev’essere e siete proprio voi siciliani che dovete cominciare a battagliare per far capire, a chi se lo mette sottogamba e a chi lo ignora, che invece è il miglior compagno di certe pietanze tutte originali che la Sicilia sa proporre e non solo un ingrediente del mascarpone o dello zabaglione e tanto meno un vino da relegare a fine pasto col sigaro in poltrona in attesa del caffe’. Certo che si deve bere con moderazione (anzi, a pasto continuo a suggerire di bere l’acqua e di centellinare il vino, non viceversa) e in queste modiche quantità non dà certamente alle testa. E’ una questione di contrasto dei sapori, non c’è bisogno di berne come se fosse un vino da 12 gradi, ma di pulire bene la bocca con un’ottima minerale e di centellinarne anche poco, ma con una correzione dell’orientamento delle papille che è senza dubbio affascinante, perché introvabile in altri vini. I vini a rifermentazione in autoclave o in bottiglia vanno bene per quasi tutto, quindi è anche facile abbinarli a qualsiasi ricetta e non solo a queste alici. Ma per pensare ad un Marsala ci vuole il genio e considerate perciò questo mio commento come un complimento per chi ha fatto questa proposta di abbinamento, andando controcorrente rispetto ai canoni tradizionali della comunicazione di massa odierna, tornando alle tradizioni della Sicilia che mi piace sognare. Siate fieri della nona meraviglia del mondo che avete tanto vicino a Palermo e sparate a raffica su chiunque faccia di tutto per ignorarla e relegarla in cucina.