Sandro Sangiorgi e “L’invenzione della gioia”: un resoconto dal Kursaal Kalhesa

Venerdì 8 febbraio. Ci troviamo all’interno della suggestiva e scenica location del Kursal Kalesa, all’interno del palazzo Forcella de Seta, complesso cinquecentesco noto a Palermo anche come Porta dei Greci e dei Bastioni.

Sarà per via del temporale che si è scatenato fuori, ma all’interno si respira un’atmosfera quasi surreale. Le luci soffuse dorate, i tetti a volta in pietra e la temperatura  fresca, tale d’avere la sensazione di trovarsi all’interno di un’antica cantina.
I partecipanti siedono comodamente nei salottini preparati ad accoglierci. Il Prof.  Gianfranco Marrone, ordinario di Semiotica presso l’Università di Palermo, introduce Sandro Sangiorgi curatore della rivista Porthos.

Sangiorgi

Sandro Sangiorgi

L’incontro ha inizio sulla semantica del titolo della sua ultima creatura “L’invenzione della Gioia” partorito dopo sette anni di certosino lavoro.
Inizia con un interessante serie di citazioni : “ Il vino è un mezzo e non una fine” poi  “ Il vino ci aiuta a trovare noi stessi”, “Il vino è una gestione scientifica della soggettività” ,”Non interessa cos’è il vino, bensi come ci fa sentire”. Bastano queste poche frasi per rendersi subito conto di quanta sincera passione vi sia in quest’uomo. Spiega con immediata semplicità cosa l’abbia ispirato nella scelta del titolo del libro. Jorge Luis Borges, galeotto fu il suo Sonetto al vino:

In quale regno o secolo
e sotto quale tacita
congiunzione di astri,
in che giorno segreto
non segnato dal marmo,
nacque la fortunata
e singolare idea
di inventare l’allegria?
Con autunni dorati
fu inventata.
Ed il vino fluisce rosso
lungo mille generazioni
come il fiume del tempo
e nell’arduo cammino
ci fa dono di musica,
di fuoco e di leoni.
Nella notte del giubilo
e nell’infausto giorno
esalta l’allegria
o attenua la paura,
e questo ditirambo nuovo
che oggi gli canto
lo intonarono un giorno
l’arabo e il persiano.
Vino, insegnami come vedere
la mia storia
quasi fosse già fatta
cenere di memoria.

Questo libro, ci tiene a sottolineare, è un omaggio a tutte le persone che ho incontrato che hanno affrontato il vino mettendosi in gioco, vivendo senza certezze, basandosi solo sulle proprie capacità. Il vino c’è, aspetta solo che qualcuno lo prenda e lo beva. Il gusto personale è quanto di più dinamico ci sia, il vino non ha bisogno di qualunquisti ma di persone coraggiose di se stesse. Infine termina con un brevissimo cenno sulla attuale coltivazione della vite e rivolgendosi ai numerosi produttori presenti in sala li invita a riflettere su come la riproduzione per talea tenda ad indebolire la vite, facendole dimenticare il vero sistema di proliferazione. Dovremmo incominciare presto ad allevare la vite partendo dal seme.

Kursaal-Kalhesa

Il Kursaal-Kalhesa

Si entra d’adesso nel vivo della degustazione iniziando con l’assaggio di un delizioso pane. Bonetta Dell’Oglio, cuoca e non chef, come ama definirsi, ambasciatrice Slow Food e Food Revolution, ci presenta Ottavio Guccione,panificatore tradizionale, che grazie alla collaborazione di Filippo Drago di Castelvetrano che gli fornisce le straordinarie e rare farine biologiche  Tumminia e Russello, macinate in mulini di pietra naturale dell’800, insieme al lievito madre, il sale marino di Trapani ed una cottura breve ad alte temperature in forni a legna, fornisce ai suoi clienti abituali, un pane dall’aspetto dal profumo e dal gusto inimitabili.
Segue anche dell’ottima pasta fresca fatta  a mano, una prima portata di sola farina Tumminia la successiva di sola Russello condita con olio di oliva. Ottavio produce con questi ingredienti anche pizze e ottimi biscotti. Per chi fosse incuriosito ad assaggiarli, dovrà recarsi in Via Pipitone Federico 61 a Palermo.
Seguono i vini: Faro Bonavita 2010, Perricone in purezza di Francesco Guccione 2010, un Catarratto 2010 e un Grillo 2010 di Antonino Barraco.

9 thoughts on “Sandro Sangiorgi e “L’invenzione della gioia”: un resoconto dal Kursaal Kalhesa

  1. Mario Crosta

    Speriamo che Sandro ci legga. Provo stima e simpatia per quest’uomo fin da quando fecero di tutto per dargli una mazzata dietro l’altra sul piano umano, sul piano editoriale, sul piano giudiziario. Ci sostenemmo per un po’ a vicenda per corrispondenza, quando stavo a Stalowa Wola. Ci siamo messi in gioco e con estrema sincerità. Una cosa che ha fatto piacere ad entrambi. Perciò sono il primo fra i contenti per vederlo risorgere così, vuoi vedere che il sogno gli si realizza? Ci voleva un’anima gentile, ma con le palle al posto giusto, per mettere una gran bella chiosa, come questo articolo, all’itinere del un sogno di un uomo che ha saputo sfidare il cielo con un dito.

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  2. Patrizia

    Buona sera Mario@,le tue parole rivolte a Sandro trovano in me ampia condivisione.Ho avuto modo di scambiare poche parole con lui l’altra sera, sono bastate per capire la sua totale buona fede e nobili pensieri nell’ambito del vino naturale.
    Confesso senza pudore invece, che temevo nei miei confronti un piccolo ma tagliente commento. Non c’è stato questo mi fa enormemente piacere. Grazie Mario.
    Con stima,
    Patrizia

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    1. Mario Crosta

      @Patrizia, se vuoi un commento tagliente non hai che da chiederlo: ne so scrivere di tutti i generi. Il problema è un altro: Sandro ha rischiato di essere fatto a fette, stritolato, da una combine di avvenimenti che lo hanno però avvicinato di più al mondo della gente semplice e dei sentimenti veri, dal quale e’ ricambiato, appunto, da gente come me, come te, come tanti altri che hanno avuto la fortuna, l’onore ed il piacere di scambiare con lui quattro parole (le mie, però, sono state quarantamila, diciamo, in qualche mese di corrispondenza). E’ una persona squisita e merita squisitezze come il tuo bel pezzo, che parla di pane, di pasta, di vino, di olio extravergine di oliva, con delicatezza, cosa rarissima ma certamente ancora ben viva in quella Palermo da cui Sandro si sarà pure sentito abbracciato. E gli fa talmente bene al morale, che ogni volta che scrive si avvicina ancora di più a quel mondo che gli ha dato una mano a rinascere e al quale dispensa serenità e saggezza con una semplicità incredibile. Tagliente, con Sandro di mezzo, non è possibile, credimi, a meno di volerlo crocifiggere. Piuttosto, se puoi, nei commenti prova a ricordarci qualcuno dei suoi “nobili pensieri nell’ambito del vino naturale”, oppure chiedigli di spiegarcene qualcuno intervenendo di persona in questo dibattito, che spero gli avrai segnalato.

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  3. Patrizia

    @Mario, conosco benissimo tuoi commenti al pari di un cardiochirugo sferrati con la punta di un bisturi netti e precisi mai infruttuosi. Mi pare di averti già detto che ti leggevo tanto anche altrove o no?
    “Il vino è una gestione scientifica della soggettività” su queste sue parole si potrebbero scrivere trattati. E’ questa la frase che mi ha colpito di più. Ovviamente l’ho portato a conoscenza dell’articolo, segnalandolo sulla pagina Porthos che Sandro cura personalmente,presente sul noto social network Facebook.Invidio le tue quarantamila parole spese con lui, le mie sono state qualche mila meno rispetto alle tue. Auspico sia tu a portarlo all’attenzione sull’articolo sotto la tua cura non prevarrà la noncuranza.
    Un caro saluto Mario!

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    1. Mario Crosta

      @Patrizia, guarda che normalmente chi scrive un articolo su qualcuno, per correttezza dovrebbe almeno informarlo, percio’ devi pensarci tu. Comunque io gli ho scritto all’ultimo indirizzo conosciuto. Se ce l’ha ancora, interverrà, non si tira mai indietro. Piuttosto, se puoi, leggiti anche questo: http://www.enotime.it/zooms/d/il-vino-in-prigione

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      1. Mario Crosta

        Un’altra cosa. Sul “noto social network Facebook”, alias Central Intelligence Agency, non mi raccatteranno mai, nonostante insistenze incredibilmente noiose, pure dai miei fratelli. Sangiorgi sa sicuramente perché. Perciò, armati di santo coraggio e scrivigli di persona. Sei tu che hai scritto il post. Glielo devi. Se io scrivessi un post su di te in un blog ancora non molto conosciuto e non ti informassi, tu come mi chiameresti, eh? Lascia perdere il riferimento più spontaneo all’integrità sessuale di mia madre, sii più concreta. Tra l’altro sul blog di Sandro ho letto anche la lettera di un mio mito, Wilma Zanaglio, la sommelier che mi ha aperto le porte della conoscenza dei vini dell’Austria e gliene sono molto, ma molto grato. Vedi com’è piccolo il mondo? Scrivi a Sandro e vedrai che dibattito su questo tuo bel pezzo!

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        1. Mario Crosta

          Voi ragazzi, e voi ragazze, avete fin troppo fiducia nel grande fratellook… ah… quanto devo essere invecchiato! Finita la bottiglia e rileggendo fra le righe, mi sono accorto che a modo tuo un messaggio a Sandro l’hai mandato e so apprezzare le intenzioni, anche se per le vie più assurde, ma più di moda. Va bene anche così. Attendo buono buono gli sviluppi, sennò diventa un dialogo a due che in un blog non è che sia proprio esemplare… e Montes ci sorveglia.

  4. Mario Crosta

    @ Patrizia, ho raggiunto Sandro, mi ha risposto, penso proprio che avremo il piacere di leggerlo direttamente anche qui. In bocca all’agnello!

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    1. Mario Crosta

      @Patrizia, so che Sandro ti ha risposto direttamente a quello che gli avevi scritto qualche giorno fa, riassumendo il senso della cronaca e delle riflessioni pubblicate sul libro. Sandro ha una sua disciplina, non interviene nei blog e nei forum, perché non gli piace scrivere una cosa e non avere poi il tempo e le attenzioni per seguirla. Quindi, preferisce decisamente rispondere di persona a chi gli scrive, criticandolo o facendogli i complimenti. Cosa che ha fatto, appunto. Ciao!

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