Resveratrolo si, resveratrolo no? A quanto pare l’antiossidante contenuto nel vino non serve a nulla

Uno studio pubblicato il 12 maggio sulla prestigiosa rivista scientifica Jama Internal Medicine smentisce la convinzione che il resveratrolo protegga da malattie cardiache, cancro, e allunghi la vita.

Lo studio è stato condotto dal 1998 al 2009 in due città dell’area del Chianti su un campione di 783 uomini e donne di 65 anni.

Il campione è stato seguito per 9 anni con monitoraggi della concentrazione urinaria di resveratrolo. Alla fine del periodo il 34.3% era deceduto.

Non è stata trovata alcuna correlazione tra i livelli urinari di resveratrolo e riduzione di malattie cardiache, neoplasie e mortalità.

La buona notizia è che non è stata trovata neanche una correlazione negativa, ovvero il vino non fa male e non aumenta la mortalità.

 

Resveratrol Levels and All-Cause Mortality in Older Community-Dwelling Adults
JAMA Intern Med. May 12, 2014

 

16 thoughts on “Resveratrolo si, resveratrolo no? A quanto pare l’antiossidante contenuto nel vino non serve a nulla

  1. Mario Crosta

    Nella mia ignoranza, so soltanto che ho sempre avuto le coronarie pulitissime e senza bisogno di riparazioni grazie al vino che bevo moderatamente a pasto e a cena da quasi cinquant’anni. Mia nonna è scampata alla “spagnola” nel 1918 grazie a una sovrabbondanza di mele nella sua dieta e mia madre che si era gonfiata fino a 120 kg a 15 anni è tornata normale con diete a base di sani prodotti dell’orto. Ai loro tempi le medicine erano un lusso e la conoscenza della medicina era medioevale. Dicono che le medicine (sintetiche) fanno tanto, ma tanto fa anche la volontà del malato di guarire e tanto fanno le diete studiate per ciascun organismo da persone competenti. Se mi tolgono il vino, mi passa la volontà di vivere, perciò tengo sempre d’occhio le grandi botti per andarci a nuotare e a conquistare l’altro mondo, dove comanda quello che diceva “io sono la vite e voi i tralci” e che anche nell’ultima cena ha indicato la via del calice di vino, sangue del suo sangue, invitando i discepoli a “fare questo in memoria di me”. Il resto sono tante belle chiacchiere.

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    1. Massimiliano Montes

      @Lorenzo, quale video? Questo è un articolo scientifico, non c’è video. Pubblicato su Jama 10 giorni fa.

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        1. Lorenzo

          @Massimiliano Montes, 🙂
          ciao Massimiliano, complimenti per il tuo lavoro.

    2. Massimiliano Montes

      @Lorenzo, comunque nella descrizione dello studio dicono che hanno escluso chi assumeva integratori che potevano contenere resveratrolo. Hanno incluso solo persone che bevevano più o meno vino (o erano astemie) controllando periodicamente i metaboliti del resveratrolo nelle urine, e hanno assodato che non c’era correlazione tra eventi cardiovascolari, neoplasie e mortalità e i livelli di resveratrolo.
      Cioè questi accadono indipendentemente dalle concentrazioni urinarie del resveratrolo.

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  2. Eretico Enoico

    Per le statistiche se vi era un pollo arrosto metà lo ha mangiato Massimiliano e metà Lorenzo…questa e’ la buona notizia. La realtà invece è’ che Massimiliano si e’ mangiato uno spaghetto alla bottarga di muggine con un calice ,secondo tradizione,di Vernaccia ed è sorridente mentre Lorenzo si e’ fatto tutto il pollo arrosto ( in batteria con ogni sorta di manipolazione chimico industriale ) e lotta con le piume indigeste alla di quale sia lo studio più appropriato per la metabolizzazione della piuma avicola non ruspante.

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  3. Nic Marsél

    Sono convinto che non possa esserci consumo di alcolici per motivi salutistici (a parte il caso citato da Mario Crosta). Se tieni alla salute non bere oppure bevi il meno possibile. Gli studi sono sempre usati per giustificare il commercio di un prodotto o del suo opposto a seconda della convenienza. Vuoi vivere più a lungo? Evita l’alcol. Pensi che questo impatterà negativamente sulla qualità della tua vita? Sono conti che deve fare ognuno per se stesso. Ma lasciamo perdere resveratrolo, antiossidanti &Co. Il vino naturale, a parità di quantità consumata (FORSE) fa un pelino meno male all’organismo di quello convenzionale, ma soprattutto fa molto meglio all’ambiente e alla società. Ieri sera mi sono fatto un piatto di linguine alla bottarga di tonno con una gran bottiglia di Terre Silvate 2011 regalandomi un piccolo momento di felicità tanto illusoria quanto transitoria. Per la salute avrei dovuto limitarmi ad una tisana, ma mi sarei giocato quel momento. Per l’ascetismo non sono ancora pronto.

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    1. Mario Crosta

      @Nic Marsél, il paradosso francese mi sembra che sia noto da diversi anni. Io penso che la ricerca in questo campo debba essere seriamente affrontata e non limitata alle conclusioni di un gruppo di ricercatori. Perché negli USA si vive in media 4 anni di meno? Soltanto 8 litri pro capite come da loro piuttosto che 50 come da noi in fatto di vino giocano un ruolo o no?

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      1. Nic Marsél

        @Mario Crosta, forse. Però non mi pare che ci siano tanti ultracentenari all’interno della stessa popolazione dei produttori di vino. E non credo sia colpa soltanto dei prodotti di sintesi che usano in vigna. Spero solo di sbagliarmi.

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        1. Mario Crosta

          @Nic Marsél, “bicchierino” Gambelli, l’enologo più in gamba per i Toscani, era astemio e non è arrivato comunque al secolo di vita, purtroppo. Ci sono molti astemi che non arrivano al secolo di vita. Esattamente come chi beve moderatamente vino a pasto. Il vero problema è che mangiare e bere, ma anche curarsi le malattie e il modo di vivere, devono essere il più naturali possibili. Ci vorranno molti decenni, ma si deve invertire la rotta: è la chimica di sintesi in abuso, più che il vino, il nemico.

    2. Massimiliano Montes Post author

      @Nic Marsél, c’è da dire che da questa ricerca, svolta comunque su un ampio campione osservato per ben nove anni, emerge che il consumo di vino non è neanche correlato con un aumento della mortalità. In pratica è ininfluente, gli eventi avversi sono occorsi con uguale distribuzione sia in chi consumava più vino che negli astemi. Ovviamente parliamo di un consumo normale, non di etilismo.
      Il fatto che un consumo normale di vino non faccia male alla salute è già secondo me una buona notizia.

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      1. Mario Crosta

        @Massimiliano Montes, sai bene, per studi che hai fatto e per professione, che non c’è nulla che faccia male nell’alimentazione, purché in quantità non esagerate e in un insieme equilibrato. Troppo alcool fa male, come troppo zucchero, troppo caffè, troppo grasso, troppa polenta, troppa carne, eccetera. Un poco di tutto alla gente sana non fa male, escluso gli allergici o patologie ben determinate. Nell’armonia di una dieta sana ci stanno anche il vino e anche la birra in quantità moderate e non a stomaco vuoto, certo che non ci stanno gli abusi di sostanze chimiche di sintesi aggiunte e non soltanto dell’alcool (sviluppato dalla fermentazione naturale), abusi che si verificano anche in coltivazione di vegetali alimentari e in allevamento di animali da macello. Aggiungiamo pure i medicinali, che spesso si usano anche senza controllo medico e in quantità che a volte sfuggono dal controllo medico. E’ lo stile di alimentazione e di vita che deve permetterci una svolta verso la salute, ma se non è accompagnato da una riqualificazione verso il naturale dei produttori di alimenti solidi e liquidi che assumiamo non può certo bastare. Fin qui l’età media della popolazione è sempre stata in crescita, dunque perché essere pessimisti? Allontanata un po’ più in là la morte, però, adesso cerchiamo di rendere meno sofferente la sopravvivenza, prevenendo il più possibile le malattie che insorgono dagli abusi alimentari e dalla chimica di sintesi nella loro produzione.

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  4. Francesco

    Caro Montes, oggi della scienza non c’è certezza.. fra qualche anno, magari, si scoprirà che questi scienziati della rivista scientifica Jama Internal Medicine sono dei fan della birra.

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