Un commento a questo post di venerdì ci ha indotto a ritornare sull’argomento.
In relazione al modello di diffusione di un erbicida studiato da due ricercatori svizzeri, un lettore suggeriva che estenderlo anche ai pesticidi è inutilmente allarmistico.
Alla luce del rapporto ISPRA sulla contaminazione delle acque non solo non è allarmistico, ma un dato di fatto assodato.
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ISPRA, ha pubblicato il Rapporto nazionale pesticidi nella acque con risultati clamorosi.
Sono stati eseguiti prelievi e analisi in 3.621 siti in tutta Italia. Di questi, 1.297 erano punti di campionamento di acque superficiali e 2.324 punti di campionamento di acque sotterranee.
Nelle acque sono stati isolati 166 tipi di pesticidi ed erbicidi, di cui circa un terzo in acque sotterranee ed il restante in acque di superficie.
Sono state riscontrate elevate concentrazioni di glifosato, AMPA, terbutilazina, terbutilazina-desetil, metolaclor, cloridazon, oxadiazon, MCPA, lenacil, azossistrobina, bentazone, terbutilazina e terbutilazina-desetil, atrazina e atrazina-desetil, 2,6-diclorobenzammide, carbendazim, imidacloprid, metolaclor, metalaxil.
Stupisce la presenza rilevante di atrazina, ormai fuori commercio da anni, che dimostra come la clearence di questi prodotti sia molto lenta nel tempo.
Secondo l’ISPRA il 13,2% delle acque superficiali ha livelli di tossicità superiori ai limiti. I territori più inquinati sono quelli della pianura padano-veneta.
Questi dati dimostrano come il modello di diffusione del glifosato studiato dall’Università di Losanna sia forse limitativo, e che in reltà le falde e le acque di superficie sono già fortemente inquinate, con tempi di permanenza degli agenti tossici pari o superiori a decenni.
Rapporto ISPRA sulla contaminazione delle acque
Acque con 166 pesticidi diversi, le analisi nel rapporto ISPRA
Negli anni ottanta, invece di chiudere buona parte dei pozzi della pianura lombardo-veneta, furono innalzati i limiti consentiti dalla legge. Evidentemente uno degli effetti dell’atrazina deve essere la perdita della memoria. Non c’è nulla da preoccuparsi.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/04/01/donat-cattin-ha-prorogato-limiti-per.html
@Nic Marsél, fa impressione leggere ancora oggi che si trova atrazina nelle acque sotterranee. Questi inquinanti hanno tempi di eliminazione simili al plutonio!