Secondo uno studio pubblicato sull’autorevole rivista scientifica Plos One, i pesticidi ammessi per le coltivazioni biologiche sarebbero ugualmente pericolosi. Alcuni nonostante la pericolosità sono anche meno efficaci.
I ricercatori hanno verificato efficacia e tossicità di svariati insetticidi sintetici certificati “biologici” su piantagioni di soia.
I risultati sono sorprendenti, perché sembra che i pesticidi biologici uccidano meno parassiti di quelli convenzionali ma abbiano una tossicità uguale o superiore, sia nei confronti di altre specie innocue che dal punto di vista dell’inquinamento ambientale.
Le conclusioni degli scienziati suggeriscono che la convinzione diffusa che i pesticidi certificati come biologici abbiano un impatto ambientale inferiore è errata.
In Italia l’elenco degli agrofarmaci bio è lunga, e si può leggere sul sito di Federbio.
In verità le ricerche scientifiche comparative non sono state estese a tutti i farmaci in vendita, però fino a ora dimostrano la pericolosità dei farmaci testati.
Elenco dei prodotti fitosanitari impiegabili in agricoltura biologica
La deltametrina, autorizzata nel bio e nell’elenco di federbio, è associata a gravi patologie se inalata ripetutamente
Mi ricorda un vecchio adagio. L’orizzonte verso il quale tendere : niente chimica in vigna, niente chimica in cantina.
Sempre utili le informazioni fornite da Massimiliano perché consegnano la notizia,i dati e le fonti.
Personalmente ritengo che tutto ciò che termina per …cida sia dannoso per l’essere vivente e dovrebbe stare fuori da vigna e cantina.
@Eretico Enoico, diciamo per correttezza che prima di tutto fanno male ai lavoratori dell’agricoltura. Alcune patologie correlabili con l’esposizione ai pesticidi sono infatti inserite nelle liste delle malattie professionali.
Poi, se troviamo i residui nelle bottiglie, fanno male anche a noi che ce li beviamo 😉
@Massimiliano Montes, ho visto patire per lunghi anni e anni in ospedali diversi un trattorista che si era gravemente ammalato in questo modo, con le irrorazioni, nonostante le protezioni (maschere e tute di lavoro) adottate. Lavorava in una enorme cantina di proprietà regionale con delle ispezioni efficienti, un modello di applicazione delle leggi sul lavoro. Quando è riuscito a farsi riconoscere la pensione era ormai talmente ammalato che non camminava più per alcuni anni e negli ultimi mesi non si alzava nemmeno dal letto, tremava, gridava, era arduo vivergli accanto per la figlia e la moglie, finché è morto proprio quest’anno. Un’agonia terribile. Non finirò mai di ringraziarti per insistere su questo argomento. ne va della vita di molti onesti, bravi, umili lavoratori e le stesse sostanze che li uccidono possono risultare residue nel prodotto e far male a tutti. Insisti!!!
@Mario Crosta, ho visto anch’io di recente un agricoltore che lavorava a tempo determinato per aziende siciliane con l’emiparkinson, riconosciuto dall’inps come malattia professionale da pesticidi.
@Massimiliano Montes, il fatto che sia riconosciuta come malattia professionale è un conto. Il fatto che queste malattie facciano comunque soffrire per lunghi anni e riducano l’uomo a un moncherino, a un vegetale, a uno stato debilitante fino a ucciderlo dopo atroci sofferenze e peregrinazioni fra ospedali è qualcosa che non si può accettare. Ripeto: non bastano le protezioni. Bisogna abolire i prodotti che causano queste malattie e sanzionarne sia la diffusione che l’abuso.
@Massimiliano Montes, perché il commento precedente è in coda di moderazione?
@Massimiliano Montes, ho tutti i commenti in coda di moderazione!
@Mario Crosta, no sono liberi. Lo fa WP in automatico… boh!