A volte il mondo del vino ha da imparare da quello della birra.
Leggendo questo post di Dario Bressanini non nego di essere stato colto da un moto di invidia. Questa bottiglia di birra recava in retroetichetta tutti gli additivi, i coadiuvanti e le sostanze utilizzate per produrla. Compreso la provenienza delle stesse.
Inoltre indicava tutti i processi di trasformazione a cui era stata sottoposta, l’energia consumata e persino le persone impiegate in azienda!
Quando potremo leggere la retroetichetta di una bottiglia di vino fatta in questo modo? In un mondo liberale ognuno può produrre il vino come crede, purché con metodi legali. In una società civile si dovrebbe obbligare chi produce e vende ad indicare in etichetta tutte le sostanze utilizzate. D’altro canto il vino è un alimento, lo beviamo, termina la sua vita dentro noi. Credo che abbiamo diritto di conoscere nel dettaglio quello che assumiamo.
http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/12/24/etichette-dei-miei-sogni
Chi decide in materia è sempre il legislatore. Mi chiedo spesso se il ruolo di quest’ultimo è quello di tutelare il consumatore, cioè le “PERSONE”, o le lobby di settore?
Meditiamo gente , meditiamo.