Come ogni anno l’associazione presieduta da Angiolino Maule analizza i vini dei propri associati.
Nell’anno 2013, su un totale di 140 campioni analizzati 128 sono risultati completamente esenti da ogni tipo di pesticida, mentre i restanti 12 presentano residui di pesticidi.
L’analisi dell’anidride solforosa totale invece evidenzia che 52 vini hanno meno di 10 mg/l di anidride solforosa (la legge permette in questi casi di apporre in etichetta la dicitura “non contiene solfiti aggiunti”), mentre i restanti 88 vini sono al di sotto dei 60 mg/l. Solo cinque casi, superano questo livello, rimanendo comunque sotto i 90 mg/l.
Risultati che di anno in anno vedono una graduale diminuzione dell’uso della solforosa come conservante, grazie alla crescente cura ed attenzione nelle vinificazioni spontanee.
Questi sono nel dettaglio i risultati delle analisi:
Totale campioni analizzati: 140
Totale dei vini con residui di pesticidi: 12, di cui 9 italiani, 2 sloveni ed 1 francese.
Numero di principi attivi riscontrati sui 12 campioni: 8 vini con un solo pesticida, 4 vini con 2 pesticidi.
Media di mg/kg di residui riscontrati sui 12 campioni: 0,052 mg/kg (la normativa europea prevede in media un limite di 0,800 mg/kg)
Come previsto dallo Statuto di VinNatur, qualora si riscontrino residui di pesticidi all’interno dei vini di un viticoltore per tre anni, questi verrà irreversibilmente allontanato dall’Associazione.
fonte: VinNatur
http://www.vinnatur.org
Ammazza! 12 campioni? Questi soppeggio de l’antidoping ar giro d’itajia 🙂 Ma viste le quantità sembrerebbe da escludere che siano stati utilizzati davvero. Non potrebbe trattarsi semplicemente di un fenomeno di “contagio” da parte di produttori convenzionali confinanti? A dire il vero, fossi produttore, la politica di Vinnatur mi renderebbe un po’ inquieto, ma forse è lo scotto da pagare per la credibilità.
Ti potrebbe rispondere meglio Alessandro Maule, però credo di no.
Inoltre è corretto ricordare che residui di pesticidi sono normalmente presenti in TUTTI i vini NON naturali.
Purtroppo queste quantità, seppur basse, dimostrano che in realtà i pesticidi sono stati utilizzati dal produttore stesso. Magari è stato fatto anche solo un trattamento (in periodi critici come in questi giorni verrebbe un pò di voglia di spruzzare un sistemico forte, per toglierci ogni rischio, anche solo 1 trattamento).
Solo in qualche caso, può trattarsi di “effetto deriva” ossia da vigneti di confinanti, ma il vigneto deve essere veramente circondato in tutti quattro i lati da convenzionali.
Si, lo so, forse siamo un pò troppo “severi” ma è ciò che ci contraddistingue 🙂
Comunque, anche con i produttori “incriminati” , noi cerchiamo sempre di essere comprensivi ed utili, per cercare di risolvere in modo costruttivo la cosa!
Obbiettivo 100% pesticidi free
@Alessandro Maule, a tal proposito ti faccio il copia/incolla di ciò che ho scritto ieri direttamente sul sito VinNatur. Avevo posto una domanda molto simile a quella di Nic Marsél e quindi sottolineato quello che a mio parere è più che un ottimo risultato.
Secondo me non è da sottovalutare il fatto che per talune sostanze i limiti consentiti sono ben più alti rispetto ai 0,800 mg/kg.
Ecco ciò che avevo scritto:
“Direi che si tratta di un ottimo risultato.
In ogni caso mi chiedevo se taluni residui possano dipendere da pratiche utilizzate in annate precedenti, magari quando non era stata sposata una politica differente.
Ad esempio un valore di 0,052 mg/kg se fosse rapportato ad un prodotto come il Fenhexamid, che per legge può addirittura rientrare nei limiti di 5,000 mg/kg, forse andrebbe valutato in maniera diversa.
Potrebbero esistere taluni casi in cui il produttore non ha utilizzato alcun pesticida ma che risenta di pratiche precedenti.
Ovviamente voi avete i dati esatti alla mano, mentre qui sono indicate soltanto delle medie, dalle quali però risulta difficile farsi un’idea esatta su quanto realmente siano stati “cattivi” questi 12 produttori.
Vedo per esempio, sul D.M. 27/08/2004 del Ministero della Salute, che per quanto riguarda le uve da vino alcune sostanze hanno limiti mg/kg molto alti ed altre molto bassi. Forse la media di 0,8 mg/kg potrebbe eccessivamente penalizzare qualche produttore.
Ci tengo a specificare che la mia è pura curiosità e di analisi ne capisco ben poco.
In ogni caso complimenti,
Francesco”
@TanninoME, mi scuso se dal sito non abbiamo risposto tempestivamente. Ci siamo anche un pò consultati con il laboratorio che ha svolto le analisi.
Come ho specificato sopra, la presenza indica che al 80% il trattamento è stato fatto direttamente dal produttore. Analiticamente non si possono riscontrare residui provenienti da annate precedenti (che invece si potrebbero trovare nel suolo).
Spesso i residui “da deriva” o da inquinamenti di anni precedenti non sono nemmeno rilevabili da queste analisi; si dovrebbe spendere molto di più, ma si tratterebbe di quantità davvero irrisorie.
Complimenti per la sua preparazione in materia 😉
@Alessandro Maule, ma figuriamoci, anzi grazie per la risposta. La mia era una semplice curiositá ed evidentemente ieri sera non avevo nulla da fare :), quindi ho fatto qualche ricerca. Buon lavoro e vino!
Sapete tutti benissimo che alcuni mesi fa, in occasione della pubblicazione dei dati dell’anno precedente, io ero piuttosto scettico su questi dati e che ancora oggi fatico a capire come sia possibile certificare con certezza il mancato inquinamento dai confinanti e quindi il dolo del vignaiolo beccato dalle analisi. Anche per esperienza personale, circondato da cannoni che sparavano acqua e pesticidi nei campi di mais intorno alla mia piccolissima vigna. Pero’ adesso dopo quest’ultima frase di Maule (“Comunque, anche con i produttori “incriminati” , noi cerchiamo sempre di essere comprensivi ed utili, per cercare di risolvere in modo costruttivo la cosa!”) e dopo esser venuto a conoscenza dei tre anni di rilievi negativi consecutivi per essere sbattuti fuori, capisco che la battaglia di Vinnatur e’ fondamentalmente giusta e anche ben condotta, perlomeno in modo dialogante. Penso, infatti, che si riesce a dare agli interessati la possibilita’ di difendersi in tempo utile e di dimostrare senza ombra di dubbio la propria innocenza: tre anni sono tanti sia per fare sia per disfare, figurarsi se non bastano per cambiare oppure per dimostrare ogni ragione! Ovvio che ci voglia il dialogo, la compartecipazione, l’inchiesta sul campo, insomma un contatto vero e tangibile, fruttuoso, tra aderenti all’associazione ed organizzatore. Ma non accuserei certamente piu’ di talebanesimo chi si fa carico di un obiettivo che in fondo e’ utile alla collettivita’ intera: 100% pesticidi free. Si puo’, ci si confronti pure nella pratica, ma si deve.
Fino al 2011 i Maule riportavano anche altre informazioni utili per comprendere il fenomeno:
– i principi ritrovati (in genere antibotritici)
– il numero di principi trovati per produttore (nel 2010 un vino ne aveva 5 diversi!) ;
– l’area geografica dei produttori incriminati ;
Perchè non si fà piu?
Inoltre vorrei chiedere ai Maule:
– con quale criterio vengono prelevati i campioni da analizzare?
Grazie
Emilio
@emilio, se legge bene ci sono i quantitativi di pesticidi ed anche la nazionalità dei produttori “incriminati”:
Totale dei vini con residui di pesticidi: 12, di cui 9 italiani, 2 sloveni ed 1 francese.
Numero di principi attivi riscontrati sui 12 campioni: 8 vini con un solo pesticida, 4 vini con 2 pesticidi.
Abbiamo omesso la notizia dei principi attivi riscontrati, è vero. Il comunicato è esteso in particolare ai meno esperti. Comunque per la cronaca, quest’anno i 3 PA più presenti sono il Pyrimethanil (anti botritico), Dimethomorph (anti peronosporico) ed il Metalaxyl (antioidico). Quindi direi che c’è una bella varietà.
I campioni vengono scelti da un membro del consiglio direttivo, durante Villa Favorita. Cercando ogni anno di variare tipologia di vino.
Credo che effettivamente il problema più grande sarà eliminare gli antibotritici perchè al momento non esiste un prodotto naturale che funzioni al 100% per questa malattia; al di là della bentonite e di buone pratiche agronomiche (defogliatura e arieggiamento dei grappoli più compatti)
@emilio, non sono comunque i famigerati “Maule” a fare questa cosa, ma un’associazione che si chiama VinNatur, che conta 140 soci vignaioli che credono e supportano la causa della naturalita` nei loro vini. Italiani, francesi, spagnoli, austriaci e sloveni…
@emilio, e comunque i “famigerati” Maule sono gli unici a farlo 😉
Degli altri dobbiamo fidarci sulla parola.
La prossima tappa dovrebbe essere l’analisi spettrografica di massa sul vino per scoprire additivi chimici e coadiuvanti.
@Massimiliano Montes, Partecipai a Vinnatur Villa Favorita, nel 2011, la delusione maggiore fù quando vidi che i campioni per le analisi venivano ritirati dal più giovane dei Maule semplicemente chiedendo una bottiglia a piacimento del produttore. Notai che alcuni produttori consegnarono bottiglie anonime, campioni dalla botte e comunque bottiglie portate in fiera unicamente per essere destinate all’analisi. Il 2 giugno dello stesso anno scrissi ai Maule (se interessa posso allegarla) per avere spiegazioni su questa pratica poco rispettosa per i consumatori ed i produttori seri. Attendo ancora la risposta. Sò che anche altri produttori si lamentarono di questo modo d’operare. Nei mesi successivi vi furono in seguito numerose polemiche che portarono decine di produttori (tra i più storici e rappresentativi) ad uscire da Vinnatur, per una gestione un pò troppo familiare e troppo poco democratica dell’associazione.
Emilio
P.S. Ho cercato di limitarmi ai fatti, e se Gustodivino ci dà lo spazio sarebbe interessante pubblicare il dibattito tra i Maule e gli ex soci Vinnatur.
@Emilio, che dibattito? Per iscritto o verbale?
La mia personalissima opinione in genere è che andrebbero esaminate bottiglie prelevate dagli scaffali delle enoteche o acquistate anonimamente online.
Ho esposto le mie idee ad alcuni produttori afferenti sia a Cerea, che Vivit che Villa Favorita. E… stranamente molti si sono dichiarati contrari.
Una famosa produttrice naturale del Vivit mi disse testualmente che era “un atto di terrorismo”. Un altro famoso produttore naturale mi disse di stare attento che ero passibile di querela (non so per quale motivo sinceramente).
Tra chi fa le analisi e chi non le fa preferisco comunque coloro che le fanno: non mi risulta che Bea obblighi chi vuole partecipare a Cerea a produrre analisi delle sue bottiglie. Eppure potrebbe farlo.
Il tuo giusto interesse per le analisi dovrebbe secondo me estendersi a Cerea e Vivit, e non limitarsi a Villa Favorita 😉
@Massimiliano Montes,Il mio non è un interesse particolare per le analisi. Ma se Vinnatur le usa come strumento di propaganda o le analisi si fanno per bene o è meglio non farle. O si prendono delle bottiglie tra quelle in degustazione, prelevate da un incaricato oppure è meglio non farle. Il dibattito si svolse per email tra gli iscritti a Vinnatur. Tutto qui.
Emilio
Sig. Emilio (potrebbe firmarsi con nome e cognome, un attacco anonimo è un po’ vile), la mia impressione è che lei covi rancore personale nei confronti di VinNatur.
Probabilmente è amico di una qualche produttrice inebetita dalla biodinamica fuoriuscita (sbattuta fuori?) da VinNatur
Porti rispetto nei confronti di chi le analisi le fa. E lasci stare quelli che guardano la luna e poi trattano per la cicalina 😉 a buon intenditor…
@Petrucelli, evidentemente i diretti interessati sanno benissimo chi è Emilio. Suvvia lasciamo perdere anonimia, viltà e sterili polemiche 😉
@Nic Marsél, Esatto. L’impressione è che si vogliano alzare polveroni su chi le analisi le fa per impedirgli di farle.
Se quello che dice il sedicente Emilio fosse vero, i 12 beccati sarebbero cosa? Delle vittime sacrificali? dei polli?
@Nic Marsél, ci sono persone che sono fuoriuscite da VinNatur in contrasto con l’approccio scientifico dell’associazione alla produzione naturale.
Persone che guardano la luna prima di fare pipì!!! E poi il vino in cantina non lo sanno fare!
Se non conosci bene i meccanismi delle ossido-riduzioni, della formazione di acetaldeide nel mosto, dello sviluppo di volatile, il tuo vino sarà sempre uno schifo. Anche se parli con gli uccelli come San Francesco (o guardi la luna come Steiner)!
@Petrucelli, Anonimo? Il mio nome è Emilio Falcione, e mi sembrava fosse chiaro. Insisto, il prelievo dei campioni come l’ho visto fare a Villa Favorita nel 2011, invece che smascherare i furbi potrebbe avvantaggiarli. Se il campione da consegnare per le analisi è scelto dal produttore e non è neanche tra quelli in degustazione, che valore hanno le analisi? Anzi un disonesto consegnando campioni senza residui potrebbe avvalorare tutto il resto della sua produzione (con residui) come naturale. E’ tanto difficile capire cio? I fuoriusciti che hanno abbandonato Vinnatur non l’hanno fatto perche” in contrasto con l’approccio scientifico dell’associazione alla produzione naturale.” E’ vero l’esatto contrario: contestavamo l’approccio empirico (per non dire approssimativo) di alcune “ricerche” ricalcanti standard di agricoltura convenzionale. Inoltre venne contestata la mancanza di condivisione e di democrazia nella scelta delle ricerche da finanziare. La sfido a pubblicare tutto il dibattito che ci fù sul tema tra Vinnatur ed i Fuoriusciti. Io attendo ancora le risposte a quesiti che posi ai Maule due anni fà, un anno fà, oggi.
Emilio
Credo che l’idea dell’etichetta trasparente sia lo strumento migliore per riconoscere i furbi.
Petrucelli, l’anonimità dei commenti vale anche per lei? O il suo è un cognome vero?
@Massimiliano Montes, cognome vero, nome Sandro, ed è evidente che il sig. Emilio serba rancori personali contro VinNatur: nessuna parola contro Cerea o Vivit. È mai possibile?
@Petrucelli, Evidentemente non mi conosce, ho scritto in ogni dove la mia critica verso la scelta di alcuni produttori di rientrare al Vinitaly (Vivit) ed a Cerea sono stato per la prima volta quest’anno, ed ho trovato aziende che usano “…commento moderato…”.
Io non provo rancore personale contro Vinnatur: semplicemente non condividevo la gestione familiare ed opaca e ne sono uscito. A dieci anni dalla nascita del Movimento del Vino Naturale, quello che non è più tollerabile è raccontare balle. Siamo sotto attacco quotidiano, TUTTE le fiere storiche del vino naturale sono a rischio di sopravvivenza, non ci possiamo permettere il lusso di raccontare balle. L’unica nostra possibilità è la massima trasparenza ed onestà.
Emilio
non siamo perfetti neanche noi, ma stiamo cercando di migliorare; lo scorso autunno abbiamo fatto piccole riunioni regionali con i produttori, proprio allo scopo di “fare gruppo”, capire i problemi e le esigenze di ognuno. Molte critiche costruttive e molte approvazioni ci hanno permesso di fare passi avanti, INSIEME.
Stiamo cercando di “smaulizzare” questo gruppo.
Lo scorso anno (che tu non c’eri) i campioni li hanno raccolti Alessandro Ferraretto e Mario Plazio, quest’anno Stefano Legnani; tutti membri del consiglio direttivo. Nel 2011 sono stato rimproverato proprio perchè ho lasciato libertà di scelta dei campioni ai produttori. Da lì in poi le cose sono cambiate…..
@Alessandro Maule, Mi fà piacere che le cose stiano cambiando. Anche se non è sufficiente definire chi raccoglie il campione; è fondamentale stabilire una procedura standard(ad esempio tre campioni, dei vini in degustazione, ecc) Sarebbe interessante conoscere anche altri dati:
– le aziende beccate con i residui, avevano la cerificazione biologica o biodinamica?
– da quale regione provengono?
– da quanti anni partecipano a Villa Favorita?
Grazie, per la risposta.
Emilio
A parte i dettagli, mi permetto di segnalarvi un mio parere, semplice semplice…
http://www.vininaturali.it/vinnatur-e-i-furbetti
Trovo la discussione sinceramente interessante. Soprattutto perché costruttiva.
Credo che mai più di oggi ci sia la necessità di impedire l’uso della semplice e chiara parola “naturale”, come La definisce Francesco, da parte di furbetti e furboni. Forse è giunto il momento storico di delimitare più radicalmente il significato di “vino naturale”. E di iniziare a indicarlo con chiarezza in etichetta.
Ci sono due angolazioni diverse dalle quali inquadrare il lavoro di Vinnatur. Visto dall’esterno, il fatto che vengano fatte queste analisi sul prodotto finito, non puo’ che essere giudicato positivamente, perchè nessun altro le fa. Dall’interno la situazione è evidentemente più articolata. Alcuni produttori che inizialmente avevano sposato gli stessi obiettivi, non hanno gradito le modalità utilizzate per raggiungerli e il discutibile livello di democrazia del direttivo preferendo uscirne. Vinnatur è sicuramente “Maulecentrica” per stessa ammissione di Angiolino (anche se questo non è un’attenuante), però è innegabile che qualcosa di buono lo faccia. MA Il punto che vorrei sollevare è un altro. Vinnatur colma una lacuna paradossale del sistema di certificazione biologica, sostituendosi ad enti che fanno riferimento allo stato e che già dovrebbero essere preposti a questo invece di certificare registri e produrre burocrazia. Perchè le analisi non le conducono gli organismi di controllo BIO autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole prelevando i campioni dagli scaffali dei negozi?
Per esperienza personale ti posso dire che ci sono produttori/produttrici con i quali è impossibile qualsiasi discussione. Che democrazia vuoi tenere con chi farnetica, chi dice che la scienza è il male assoluto?
Bisogna stare attenti a non confondere democrazia con assemblearismo, una vecchia pecca della sinistra storica.
Questi cosiddetti fuoriusciti, che io sappia, sono sempre stati in minoranza.
Democrazia non significa certo imporre alla maggioranza le tue convinzioni.
Democrazia, a un certo punto, significa anche che se non ti piace ciò che decide l’associazione te ne vai. E credo che alcuni abbiano fatto bene ad andarsene.
—
La domanda sul perché le Istituzioni non fanno i controlli è bellissima.
Però retorica, se no noi non saremmo qui a discutere.
Perché la repressione frodi non vada a visitare Oscar Farinetti è un mistero (ma lo è veramente?).
Perché la repressione frodi non analizza bottiglie certificate bio prelevandole direttamente dagli scaffali? Anche questo è un mistero.
Non voglio rinfocolare polemiche, ma non si tratta di assemblearismo scambiato per democrazia. I fuoriusciti comunque sono delle persone che hanno posto delle questioni articolate a cui non è stata data risposta. La cosidetta maggioranza è costituita da soggetti silenziosi, che taccciono per opportunismo: gli interessa partecipare ad una fiera con buone opportunità commerciali e basta! Come scrissi tempo fà ai Maule è un gioco pericoloso fare l’equazione silenzio = consenso. Detto ciò per correttezza devo dire che nelle altre associazioni la situazione non è migliore; basti leggere lo statuto di Renaissance o Vini Veri. Ed è questo il vero motivo che impedisce una riunificazione del Movimento del Vino Naturale. Ci sono delle Prime Donne che con lo specchietto delle opportunità commerciali, governano in maniera antidemocratica queste associazioni. Per le analisi : gli organismi di controllo del biologico hanno l’obbligo ogni anno di prelevare una percentuale di campioni (se non sbaglio il 20% tra terreno, foglie, prodotti confezionati), MA NON HANNO L’OBBLIGO DI ESEGUIRE LE ANALISI! Inoltre in un sistema in cui il controllo lo paga direttamente il controllato al controllore e dove vi sono circa 10 odc in concorrenza tra di loro, chi facesse le analisi (facendole pagare al controllato) verrebbe penalizzato.
Cioè per spiegarmi meglio, l’ odc che facesse le anallisi, costerebbe di più al controllato che l’anno successivo si rivolgerebbe altrove! E’ tutto un sistema da cambiare!