Un emendamento alla legge che regolamenta i pagamenti della pubblica amministrazione in conversione alla Camera dei Deputati prevede l’aumento dell’accisa su tutte le bevande alcoliche eccetto il vino.
I produttori di vino gongolano, l’industria dei superalcolici e delle bevande alcoliche aromatizzate, che sarebbero le prime ad essere colpite, un po’ meno.
Come al solito viene brandita l’arma della perdita di posti di lavoro che questo provvedimento determinerebbe, anche a causa di un’economia in contrazione.
I sostenitori del provvedimento ritengono invece che aiuterebbe un consumo più consapevole e salutista: insomma sostituiamo i superalcolici negli happy hour con un buon calice di vino. Meno alcol, più gusto e salute.
E’ forse questo uno di quei casi, come per esempio per le sigarette, in cui l’aumento delle tasse non è da demonizzare?
E’ un provvedimento iniquo, non si può risolvere tutto in Italia con l’aumento delle imposte. Si salva il mondo del vino (giustamente), ma si da un affondo decisivo al mondo delle distillerie, la grappa è un prodotto di eccellenza italiana e come tale va valorizzato e promosso, così invece lo si demonizza.
Viviamo in un’epoca storica dove tutto passa attraverso l’aumento della tassazione.
Viviamo in un epoca popolata solo da Principi Giovanni. Senza Riccardo Cuor di Leone, e tantomeno Robin Hood, che oggi verrebbe arrestato e condannato senza scrupoli.
Il legislatore dovrebbe esentare dalle tasse, dirette o indirette, ticket o una tantum che sia, i beni necessari per vivere, come la prima casa, le medicine, gli alimentari di base, ripartendo le tasse sui beni voluttuari e i patrimoni non investiti. Qui sorge il problema. Sono voluttuari la fede nuziale, l’anello di fidanzamento, la catenina con la croce, l’orologio da polso, l’utilitaria, il documento d’identità, la benzina per il trasporto merce? Insomma, metteteci un po’ tutti quello che voi ritenete necessario e sarete certamente tanti a escludere gli alcoolici e le sigarette, considerati tra l’altro dal legislatore come nocivi alla salute. Che poi in Italia si esageri in tutti i sensi, colpendo sempre il solito pantalone (il consumatore e il soggetto fiscale) per assegnare prebende, privilegi, vitalizi, scorte, auto blu e pensioni d’oro alla casta ed ai suoi pretoriani televisivi, togati e imboscati negli uffici pubblici, che moltiplicano ricchezze personali a iosa senza dare servizi decenti ai cittadini, beh… è un’altra faccenda. Anziché aumentare le tasse in genere (comprese quelle sugli alcoolici) bisognerebbe tagliare quel sottobosco di soldi rapinati ai cittadini oppure tagliare le teste ai rapinatori, come fece la ghigliottina in Francia nel 1789. Finché si sopporta la casta, lamentarsi non serve: più pecore ci sono (anche belanti, poverine) e più i lupi e gli sciacalli ne approfittano. Non c’è mai riuscito nessuno, né al centro, né a sinistra, né a destra, a cambiare in meglio la società italiana, che è andata di male in peggio al punto che adesso la gente, invece di emigrare soltanto, comincia a suicidarsi per il giogo che è costretta a subire, rivolgendo le armi contro la propria persona. Cioè nella direzione sbagliata. Mi spiace scrivere queste cose, mi sono illuso anch’io che la democrazia esistesse, poi ho assistito al golpe finanziario di Napolitano e Monti e ho perso anche quell’illusione. Siamo in una dittatura fiscale e finanziaria gestita dalla casta che si perpetua succhiando il sangue a chi lavora e a chi fa lavorare. Le dittature non hanno mai vita lunga e non finiscono mai elettoralmente, ma violentemente e spero che anche questa finisca, comunque sia.