Ricordate questa notizia che abbiamo pubblicato il 25 febbraio? La multinazionale del settore caseario Lactalis, bloccava l’acquisto di latte fresco da 180 fattorie a causa del riscontro di una sostanza tossica e cancerogena.
Il latte risultava inquinato da aflatossine, sostanze tossiche e cancerogene prodotte da un fungo che contamina in particolari situazioni gli alimenti delle mucche da latte.
Tutti ci chiedevamo che fine avesse fatto il latte incriminato. Ebbene, secondo i NAS il leader dell’associazione organizzata dal Comitato spontaneo produttori agricoli del Friuli Venezia Giulia, nata nel febbraio del 1998, aveva creato un meccanismo di truffa a carico dei consumatori con la complicità di un laboratorio di analisi compiacente, che diluiva il latte contaminato con altro latte non contaminato per far risultare le analisi falsamente nei limiti.
La presenza di contaminanti tossici nel latte è un problema costante e sempre attuale. Il rischio maggiore deriva dalle aflatossine ma anche dalla diossina, che si accumula negli animali da allevamento e nel latte vaccino a causa del forte inquinamento ambientale di alcune aree.