Altro appuntamento con la nostra rubrica settimanale del gusto. Bianca Celano di QQucina ci proporrà una ricetta, con il suo inconfondibile stile, sintesi di creatività e territorio. Io cercherò di abbinare al piatto due vini: una proposta territoriale ed una creativa.
Il pensiero gastronomico di Bianca Celano.
Questo piatto è stato creato alla vigilia di Natale, sembrava ieri che stavo in spiaggia a crogiolarmi al sole ed invece mi sono ritrovata in piena atmosfera natalizia, anche se un po’ sottotono rispetto agli anni precedenti.
Sono periodi difficili un po’ per tutti, ma il desiderio di non far perdere valore al Natale ed il bisogno di stringersi alla famiglia è tanto. Quindi ho preso una decisione, quella che un tempo era la luculliana cena della vigilia cambia forma e ritorna alle origini, alla tradizione delle scacciate e crispelle di acciuga e ricotta, ai mandarini profumati, alla frutta secca. Ma questo non significa tristezza ANZI! questo deve aiutarci ad apprezzare anche le cose semplici esaltando il gusto della riscoperta.
Quindi dopo aver stabilito quale sarà il menù di casa nostra faccio incetta di farine di ogni tipo, verdure e formaggi, e durante questa spesa mi cade l’occhio su alcune confezioni di farina di grano Timilia (Tumminia) biologica, una varietà di frumento antico tipico del territorio siciliano dal colore scuro ed in via di estinzione, e decido di voler ugualmente dare un tocco di gusto e penso che con pochi ingredienti del territorio posso creare una pasta fresca facile e gustosa, da proporre per il pranzo del 25 Dicembre..
Ingredienti (dosi per 4 persone)
Farina di grano Timilia 300 g
Uova 3 + 1 tuorlo
Broccoli siciliani 1 mazzo
Pomodorini secchi di Pachino 100g
Caciocavallo ragusano DOP semistagionato 200g
Olio extravergine d’oliva
Aglio
Peperoncino
Sale
1) Disporre la farina a fontana, versare le uova ed il tuorlo e sbattere con una forchetta, quindi impastare fino a completa amalgama far riposare per 30 minuti almeno avvolgendo la palla con un panno.
2) Lessare i broccoletti, scolarli con un mestolo forato per conservare l’acqua e cuocervi lì dentro i ravioli, mettere da parte un po’ di cime e versare il resto nel bicchiere del minipimer, aggiungere metà del caciocavallo ragusano grattugiato, olio e pepe e frullare.
3) Stendere la pasta in una sfoglia sottile, distribuire la farcia dei broccoli a piccoli mucchietti ben distanziati, piegare la sfoglia, premere bene attorno per far fuoriuscire l’aria e tagliare con un coppapasta.
4) Riscaldare in una padella capiente uno spicchietto d’aglio con olio extravergine, aggiungere le cime di broccoli e successivamente saltarvi i ravioli cotti.
5) Impiattare e grattugiare il rimanente caciocavallo ragusano.
Il pensiero di vino di Massimiliano Montes.
Nonostante l’apparente semplicità è un piatto complesso, dai sapori decisi. Piatto invernale, da vino rosso, un vino di corpo ma che sappia anche essere gentile. Le mie fantasie enoiche mi sospingono verso due scelte precise.
Abbinamento territoriale: Bonavita, Faro 2006.
Nerello mascalese con una piccola quantità di Nerello Cappuccio e Nocera, da coltivazione biologica. Vinificato naturalmente, in acciaio, con fermentazione spontanea, senza inoculo di lieviti selezionati; affinato in botti di medie dimensioni per un anno. Il naso è elegante e raffinato, suggerisce una florealità di violette, lilium e ibisco, subito seguita da lampone e amarena. La retrolfazione regala note di mora e ribes nero. La persistenza è lunga, e si stempera in un ricordo nostalgico.
Se non trovate il 2006, praticamente fuori commercio, ripiegate sul 2009, che ha un profilo aromatico simile.
http://bonavitafaro.blogspot.it
Abbinamento creativo: Conti – Cantine del Castello, Boca Doc 2006.
Il rosso delle donne, prodotto da Elena, Anna e Paola Conti.
Nebbiolo 70%, Vespolina 25% e Uva Rara 5% (Bonarda Novarese). Ovviamente è un vino naturale, da coltivazione biologica, vinificato con fermentazione spontanea senza inoculo di lieviti selezionati. E’ un vino ampio, di corpo, avvolgente. Asciutto, profondo e minerale, ma senza raggiungere le vette di austerità del nebbiolo in purezza, grazie alla Bonarda e alla Vespolina che ingentiliscono l’insieme. Rosso rubino brillante, tendente al granato all’unghia. I suoi profumi spaziano dalla frutta rossa matura, venati di speziature e sentori erbacei, a una florealità di rosa e violetta, fino a sentori umidi di sottobosco. Ha un palato ampio, di buona struttura, sostenuto da un’alcolicità palpabile. Di acidità equilibrata, tannini morbidi e non particolarmente impegnativi, ha una persistenza medio-lunga con ricordi fruttati.
http://www.castelloconti.it
Mi sto facendo la carta dei vini grazie a voi. Grazie.
Non sperare di farla franca… ti mando la fattura 😉
essere abbinato ad un piatto così interessante e insieme ad un vino nobile come quello delle sorelle Conti, ci inorgoglisce!! 🙂
Beh, il tuo è nebbioleggiante… con quello di Elena, Anna e Paola si strizzano l’occhiolino. Dovremmo provare il piatto e i vini insieme, in compagnia. Chiederemo a Bianca.