I vigneti di Rubbia al Colle sono stati impiantati distribuendo insieme alle barbatelle un inoculo di funghi cosiddetti VAM (endomicorrize vescicolo-arbuscolari) e consorzi batterici prelevati da un terreno vergine.
Bruno, Diego, Giuliano e Giorgio Muratori, imprenditori tessili e proprietari di un’altra cantina in Franciacorta, sostengono che un approccio globale e olistico al vigneto e alla vinificazione produce i suoi risultati.
Il metodo simbiotico sembra funzionare anche sulla Flavescenza dorata, che in Franciacorta ha una media di infestazione del 7%, mentre nei vigneti simbiotici si mantiene intorno all’1,5-2% .
Le vigne di Rubbia al Colle sono trattate solo con piccole quantità di rame e zolfo, ma le viti riescono a respingere gli attacchi della Peronospora mediante naturali processi di resistenza.
Le Endomicorrize arbuscolari sono dei simbionti delle radici delle viti e sembrano incrementare la resistenza delle piante alle infezioni.
Il metodo richiederebbe sicuramente una validazione scientifica, soprattutto cercando una chiara riproducubilità su altri terreni, ma in un periodo di emergenza come questo sembra uno spiraglio di luce da verificare.
Interessante, bisognerebbe avere però altre info e altre immagini
Qui x es maggio è andato bene e alle infezioni primarie la pianta ha naturalmente reagito grazie alle favorevoli condizioni climatiche, caldo secco e ventilato
Sarebbe bello sapere quanto ha piovuto, che tassi di umidità ci fossero e quanti trattamenti hanno eseguito a maggio
Sarebbe poi bello vedere come sono le uve adesso
Possibile ottenere queste info?
@Ciao Enrico. Sono contento che da te sia andato bene, mi adopero per avere altre info.
sto seguendo per puro caso e fortuna la sperimentazione iniziata da anni presso l’azienda f/llibuffoni per un sistema di difesa antiparassitaria con lieviti,fermenti .microorganismi effettivi micorize prodotti in azienda grazie all’intuizione del titolare con risultati sorprendenti che divulgheremo l’anno prossimo. in simbiosi già da alcuni anni recupero talee da ceppi di viti che hanno più di 50 anni o che abbiano mostrato resistenza alle infezioni recupero infine anche i portinnesti dalle stesse piante e innestiamo a mano a doppio spacco inglese le nostre viti che da quest’anno”ALFIO LOVISA DI VITIS CI FA RADICARE SEPARATAMENTE senza forzatura e stimolazioni chimiche. perchè credo che non è curando la malattia che avremo soluzioni ma lavorando sulla resistenza e sul sistema immunitario alle malattie stesse da parte della pianta che avremo un futuro meno avvelenato
@gigimiracol, non farci stare sulle spine, anticipaci qualcosa! Credo anch’io che la soluzione a molti problemi sia la resistenza. Le piante a differenza dell’uomo possono essere selezionate ed aiutate simbioticamente e mediante induttori. La combinazione di selezione, anche massale, degli esemplari più resistenti, simbiosi con microrganismi non patogeni, inibizione competitiva da parte di funghi non patogeni (e quindi vigneti ampiamente e variamente popolati) e rame può fare la differenza.
Bisogna studiare e sperimentare però, senza lasciare nulla all’improvvisazione. Bisogna privilegiare scelte a basso costo per l’agricoltore e non coperte da “copyright”.
Soprattutto bisogna trovare soluzioni nel rispetto della complessità biologica delle coltivazioni, ovvero metodi vicini alla biodinamica o in subordine al biologico.
Certo io mi accosto a questi problemi non da agricoltore, per cui le mie opinioni possono essere considerate “estranee”, ma da grande appassionato e poiché il mio lavoro mi porta ad avere un approccio scientifico (ma disincantato e lontano dalle lobby), mi piacerebbe vedere in futuro soluzioni scientificamente valide, ecosostenibili e vicine alla filosofia del mondo bio.
@Enrico togni viticoltore di montagna, secondo me sono tutte balle. Infatti nessuno di Rubbia al Colle è intervenuto o ha risposto alle tue domande. E’ solo pubblicità di bassa lega.
Sono chiamato in causa! Scusate ma in questo periodo mi è difficile restare aggiornato sui social.
L’uso dei consorzi microbiologici non è una mia invenzione e la ricerca internazionale è sempre più impegnata su questi temi. Noi siamo in contatto con il CNR di Pisa ma altri e tanti istituti stanno studiando questi fenomeni. Prima di tutto: non possiamo immaginare di usare i consorzi microbiologici come un qualsiasi prodotto curativo e/o preventivo. Noi partiamo dall’aver cura del terreno (inoculo microorganismi, semina x sovescio, nessuna concimazione né chimica né organica, minor passaggio possibile di trattori), per poi coprire anche le foglie con microrganismi diversi (funghi, batteri e lieviti) in grado di stimolare reazioni nelle viti. Da più di 5 anni il CNR conferma che le uve, ma anche foglie, contengono sostanze antiossidanti 30-40% maggiori di uve convenzionali ma anche di uve in gestione BIO. I risultati non si hanno subito e non sono immediatamente replicabili in qualsiasi ambiente. Bisogna avere pazienza e fiducia. Quest’anno a Rubbia al Colle (Suvereto, LI) abbiamo avuto molte infezioni primarie di peronospora e per chi lo volesse posso mettere a disposizione i dati meso climatici del vigneto in questione. Anche l’oidio, in queste ultime settimane non sta scherzando. Fino ad oggi abbiamo distribuito su foglie poco più di 200 gr/ha di rame metallo. Il vigneto è visibile a chiunque e chiunque può entrarci: oramai siamo abituati ai curiosi che di mattina presto entrano nei filari increduli. Ripeto che non credo di aver trovato la soluzione di tutti i mail ma i risultati sono molto confortanti e ci spingono ad allargare la superficie a simbiotico. Sui dati di flavescenza in Franciacorta basta contea le viti ammalate e confrontare i numeri con i vigneti confinanti. Noi lo facciamo ogni anno ma, ripeto i vigneti sono visibili a tutti.
P.S. Noi spingiamo la reazione delle viti fino a manifestazioni patologiche “rischiose” per stimolare la risposta delle viti stesse. In caso di infezioni gravi interveniamo con prodotti curativi di sintesi. Per questo dichiaro che stiamo lavorando riducendo progressivamente l’uso di sostanze chimiche e non dico di aver raggiunto questo risultato in assoluto. Stiamo lavorando per!!! Resto a disposizione. Francesco
@Francesco Iacono, Gentile Dott. Iacono grazie per la risposta, e scusi i nostri commentatori “esuberanti”, ma il bello dei blog è proprio questo: la discussione che nella stampa tradizionale manca.
Personalmente credo fermamente e sono un sostenitore di metodi aletrantivi alla mera medicalizzazione dei vigneti, e il metodo simbiotico e dei consorzi microbiologici è molto interessante e promettente.
Lei ci dice che state “lavorando riducendo progressivamente l’uso di sostanze chimiche e non dico di aver raggiunto questo risultato in assoluto”. Questo significa che i vigneti di Rubbia al Colle sono stati trattati con sistemici oppure no?
@Massimiliano Montes, so che nei blog ci si ritiene spesso liberi, forse troppo se poi si usano termini sopra le righe senza motivo. ma non è questa la questione: interessi più coinvolgenti di uniscono!!!
A Rubbia al Colle in regime simbiotico abbiamo 12 ha di Sangiovese. 10 sono trattati con consorzi + rame e zolfo a base dosi; 2 solo con consorzi. I 2 anche quest’anno sono perfetti. TOT 10 interventi vs 8 in regime integrato. In Franciacorta dove abbiamo 6 h in regime simbiotico fino a 1/2 giugno consorzi + rame e zolfo a basse dosi. Poi siamo intervenuti x 2 volte con sistemici curativi vs peronospora e adesso siamo tornati ai soli consorzi. TOT 14 interventi vs 11 in regime integrato. A Benevento dove abbiamo altri 6 ha in regime simbiotico quest’anno 3 interventi sistemici (il 2014 laggiù è assolutamente incredibile per quantità di pioggia). Nel 2013 a Benevento solo 1 sistemico! TOT 14 interventi. Tengo a precisare che 14 interventi li abbiamo fatti anche sui vigneti a difesa integrata.
Ciao, F
@Francesco Iacono, sono cresciuto sentendo e leggendo giornalisti che dicevano cavolate senza la possibilità di dibattito o di rispondere.
L’idea che un articolo possa essere discusso e dibattuto (come accade qui su gustodivino) è per me entusiamante.
I 12 ettari di Rubbia al Colle sono un successo e un fiore all’occhiello: complimenti!
@Massimiliano Montes, felice e orgoglioso di trovare persone curiose che vogliono sapere e confrontarsi! #vinoinvigna 4ever Ciao 😉