La notizia in anteprima assoluta è che l’Azienda Agricola Rinaldi abbandona il Consorzio di Tutela e Marta Rinaldi si dimette dal Consiglio di Amministrazione. Nella foto: Giuseppe Rinaldi e Pietro Ratti.
Questa è la storia di un’intervista a metà. Abbiamo cercato di parlare con Pietro Ratti, presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero, inseguendolo telefonicamente, ma come risultato abbiamo ottenuto soltanto formali risposte da parte di sedicenti “responabili” e segretarie: il Sig. Ratti è impegnato, è appena tornato da un viaggio di lavoro e sta per ripartire.
Sarebbe stato interessante conoscere la sua opinione non solo sulla vicenda degli ormai famigerati kit per prepararsi a casa del presunto vino italiano a denominazione protetta, da poco in vendita anche su Amazon.com (vedi i nostri precedenti post), ma sulla fuoriuscita dal Consorzio di una delle Aziende storiche del Barolo, quella di Giuseppe Rinaldi.
Beppe Rinaldi, da cosa è motivata la vostra scelta di abbandonare il Consorzio e dimettervi dal Consiglio di Amministrazione?
Dal fatto che non ci sentiamo tutelati. Ci sono innumerevoli recenti episodi che avrebbero meritato le attenzioni di questo Consorzio, e la difesa dei produttori che poi costituiscono il Consorzio stesso. Nulla è stato fatto, nonostante ci siano strumenti legali e mezzi economici per la giusta tutela delle denominazioni.
Cosa ne pensa di questi Kit fai-da-te che vengono pubblicizzati come uno strumento quasi da bricolage, per ottenere Barolo a partire da mosto concentrato, lieviti e bustine di coadiuvanti aromatizzati?
La vendita del mosto concentrato in Italia è legale, serve per rinforzare vini deboli, aumentandone la gradazione zuccherina e di conseguenza la gradazione alcolica. La legge però prevede che si possa addizionare mosto concentrato fino ad aumentare il livello finale di alcol di 2°. Certamente non prevede di fare vino soltanto con mosto concentrato e acqua, anche perché l’origine delle uve di questo mosto concentrato è ignota. In ogni caso nei disciplinari di molte D.o.c. questo additivo è vietato.
Cosa fare allora?
La vendita di questi Kit è un oscenità, una cosa vergognosa, andrebbe bloccata subito. Come dicevo spetta al Consorzio di Tutela difendere i produttori da questi attacchi. Legalmente è l’unico ente autorizzato a prendere l’iniziativa, ha i fondi e gli strumenti necessari. Se non lo fa possiamo anche abolire la parola “Tutela” dalla ragione sociale.
Come spiega questa indolenza da parte di chi dovrebbe rappresentare e tutelare la migliore produzione delle Langhe?
Vede, una volta il nostro era un territorio povero, di contadini che faticavano tutta la giornata per sbarcare il lunario. Poi la bontà dei nostri vini, e anche un po’ la nostra bravura, hanno portato benessere e ricchezza. Il benessere è sempre una cosa buona, però a volte rallenta le reazioni, ci fa adagiare. Non ci consente di prevedere correttamente le possibili evoluzioni del mercato. Se non poniamo rimedio oggi a certe derive, domani potrebbe essere troppo tardi.
Ringraziamo Beppe Rinaldi per le sue parole, e crediamo che il Consorzio, nella persona di Pietro Ratti, abbia perso un’occasione. Da appassionati e amanti del buon vino speriamo che qualcuno prenda al più presto l’iniziativa per bloccare l’ennesimo attacco all’eccellenza italiana, ma anche all’economia del settore agroalimentare.
Scusate se mi permetto di esprimere qui per iscritto la mia opinione.
Mi occupo di vino a cavallo tra il professionale e il passionale. Conosco bene quelle zone e di sfuggita gli attori del vostro pezzo.
Credo che dietro le dimissioni dei Rinaldi ci siano anche dissapori precedenti, forse motivati. Chi produce vino di un certo livello qualitativo, Rinaldi, Cappellano, ma ci metterei anche Giacosa e Conterno e altri, mal digeriscono l’ignavia di chi si preoccupa solo di una presunta, quanto vuota di contenuti, “modernizzazione”.
La zona del Barolo, così come il Brunello, vendono bene per la loro tipicità. La diversità rispetto ad altri prodotti genera buoni volumi di vendite. L’uguaglianza ad altri prodotti significherebbe essere una goccia in un mare, tra l’altro per ora in tempesta.
Bisogna essere lucidi e previdenti.
Cari saluti, Giovanni.
@Giovanni Moroni,
certo che puoi esprimere la tua opinione 🙂
Grazie per l’intervento
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“Il benessere è sempre una cosa buona, però a volte rallenta le reazioni, ci fa adagiare.”
grande concetto, come sempre, da parte di Beppe Rinaldi, un grande produttore, ma anche e soprattutto un grande contadino.