Ricevo e molto volentieri pubblico una email di Angiola Columbu, figlia di Battista Columbu che ci ha lasciato il 27 luglio 2012.
Che cosa abbia rappresentato Giovanni Battista Columbu e la sua Malvasia di Bosa per la Sardegna e per il vino naturale, traspare solo in parte dal film-capolavoro di Jonathan Nossiter “Mondovino” (nella foto in alto Battista Columbu e Jonathan Nossiter durante le riprese). Columbu è stato un esempio di interpretazione integra della naturalità del vino, intesa come salvaguardia delle tradizioni che vengono rielaborate e migliorate da un progresso che non svilisce l’uomo e la natura, ma che è al loro servizio.
Inutile dire che il vino per Nossiter è un potente strumento per un’analisi spietata della società contemporanea. Il vino come chiave di volta per smascherare ipocrisie, egoismi, debolezze e turpitudini.
Questa è l’email, che fa riferimento al post di Mario Crosta del 6 giugno:
“Caro Massimiliano. Ho appena finito di leggere le bellissime parole espresse sul vino Malvasia e sul mio adorato padre, è sempre difficile parlare di lui senza una stretta al cuore… posso però dirti che hai capito benissimo l’etica da lui seguita nel fare un vino genuino che fosse proprio espressione del suo carattere e della sua personalità. Per capire ciò, oltre ad un buon palato, bisogna avere una certa sensibilità e affinità mentale… Condividere certi ideali in un momento così difficile per tutti non è semplice…
Mio padre ha insegnato a noi figli cosa vuol dire rispetto verso le tradizioni e chi ce le ha tramandate. Lui stesso ha imparato, con umiltà e riverenza verso chi gli ha dato le prime nozioni, a fare quel vino da cui lui stesso era rimasto affascinato, senza snaturarlo… modernizzando alcune tecniche di lavorazione, ma sempre entro i limiti consentiti dal prodotto originale… questo significa prima di tutto fatica in più e attesa maggiore per il risultato finale, ma quello che ne viene fuori ti ripaga di tutto e a volte anche di più, perchè fra le tante innumerevoli attività di mio padre, posso assicurarti che la sua passione di viticultore era quella che maggiormente lo gratificava e inorgogliva.”
Concludo ricordando che tutta la famiglia Columbu continua l’opera iniziata dal padre, in sua memoria, nel rispetto della terra e del vino.
“senza snaturarlo… modernizzando alcune tecniche di lavorazione, ma sempre entro i limiti consentiti dal prodotto originale” Questo periodo mi piace tanto.
@Massimiliano Montes, a me piaceva (Angiola non lo dice, ma lo sa) la frase che ripeteva spesso, in sardo: “custu binu cheret chistionaddu” e cioe’ che il suo vino andava discusso, mica soltanto bevuto. Un vino senza compagnia, senza chiacchiere, senza socializzare, era soltanto una bevanda alcoolica, mica un vino. Giovanni Battista Columbu era chiamato “tziu” affettuosamente perche’ e’ stato un amministratore pubblico, un parlamentare sardista eletto due volte, mica un bifolco, si e’ sempre battuto come un leone per alfabetizzare la sua terra, era un uomo di una levatura eccezionale e la vigna per lui (diventate poi due, a Campeda e a Magomadas) era soltanto un passatempo, ma il passatempo dove si divertiva di piu’. Il vino naturale e’ un atto d’amore e lui amava la sua terra, la sua famiglia, la sua gente. Il vino naturale non e’ soltanto quello cui non viene aggiunto nulla di estraneo. No. E’ un vino cui viene necessariamente aggiunto qualcosa che si chiama amore. E ripetero’ per tutta la mia vita quel che una volta mi disse lui nell’osteria, una frase credo di Mereu (ma non ne sono sicuro): devimos esser firos de un’insigna, liberos, respettados, uguales.
e pensare c’è voluto un americano per farmi scoprire questo gioiello. Che vergogna :-()
@Nic Marsél, se mi avessi letto su Winereport lo avresti scoperto già nel febbraio del 2003…
@Mario Crosta, Doppio mea culpa…
Vino e personaggio monumentali.
Una tradizione fertile in un luogo nobile, che continua vivissima nell’opera di chi c’è adesso.
Massimo rispetto e altrettanta ammirazione.
Sistemico. Nei vigneti di Columbu viene usato il sistemico. Chimica di sintesi. Il vigneto di Columbu non è naturale.
Chiedetelo a Rafaele Columbu e a Gian Michele Columbu.
Basta con queste scemenze del vino naturale.
Informatevi bene prima di fare articoli.
Il vino è ottimo e forse questo deve far pensare che poi il naturale non serva più di tanto.
Ma questa A.F.I. ha un nome, cognome e indirizzo come tutti gli altri o è soltanto la solita lettera anonima cui ci hanno abituato ben altri blog che fanno soltanto schifo per la vigliaccheria con cui menano attacchi a tizio e a caio fatti al solo scopo di gettar fango?
@A.F.I.,
Caro A.F.I. (IP: 178.33.169.35 email: afi@afi.com), le affermazioni sulla naturalità della Malvasia di Bosa le ha fatte la Sig.ra Columbu per iscritto, in un commento e un’email che ho parzialmente pubblicato.
Se lei è a conoscenza di cose diverse ce le racconti. E’ nostro comune interesse smascherare i turlupinatori.
@Massimiliano Montes, A.F.I. non ti potrà dare informazioni, si tratta infatti di un Offenses/Robots/Location, noto sul web come Spammer, come puoi vedere qui: http://www.projecthoneypot.org/ip_178.33.169.35 e molto probabilmente è lo stesso che ti ha dato dei problemi quando è riuscito a penetrare le tue difese e a pubblicare testi in inglese, qualche tempo fa, se ti ricordi bene. Io metterei quell’IP nella lista nera e lo cancellerei automaticamente dalla possibilità di pirateggiare sul tuo blog.
L’IP è di un server anonimo in africa. Utilizzabile da chiunque.
@Massimiliano Montes, se digiti quel numero in un motore di ricerca in Google, vedrai che è localizato da centinaia di pagine a volte in United Kingdom, a volte a Roubaix, a volte in Canada, ma che viene sempre classificato come Anonymous Proxy, un pirata informatico. Mandalo a c…e e metti quel numero nella lista degli indesiderabili.
Oggi sono stato a Bosa, ho visto Angiola Columbu, ha un bellissimo B & B in una casetta nell’ultima piazzetta di Bosa, pavimenti antichi, si respira aria d’altri tempi, proprio sotto la strada che sale al castello dei Malaspina e poi sono ritornato a Marina di Sorso passando da Magomadas e poi da Campeda fra vigne meravigliose, quindi il lago del Temo, quello del Cuga e alla via così fra le alture del Mejlogu. Un abbraccio ideale ai colleghi di Gustodivino.it anche da Angiola.