Non voglio farla troppo lunga. Questo scritto è dedicato a coloro i quali ritengono che l’aggettivo ‘naturale’ non sia appropriato per una certa tipologia di vino in quanto ciò, automaticamente, finirebbe per classificare tutto il resto come ‘contro natura’.
A quelle persone vorrei ricordare che già da una ventina d’anni, senza grandi obiezioni né sollevazioni popolari, il termine ‘biologico’ è entrato a tutti gli effetti nella legislazione europea che regola il comparto agroalimentare.
Consapevole del fatto che la magica parolina ‘naturale’ sia per le masse più evocativa di ‘biologico’, lemma al quale ci siamo ormai abituati più che altro per sfinimento, sono comunque andato a cercare la definizione di ‘biologico’ sul dizionario Treccani, giusto per attenermi al suo significato letterale.
biològico – che si riferisce alla biologia o agli esseri viventi
biologia – l’insieme delle scienze che hanno per oggetto la vita degli animali e delle piante
Orbene, ne consegue forse che il vino non-biologico appartenga al mondo minerale (nella migliore delle ipotesi), a quello delle ombre (gli esseri non-viventi), o che sia (questa è la più intrigante) di origine extraterrestre?
Anche Wikipedia riporta testualmente che “la parola ‘biologica’ presente in agricoltura biologica è in realtà un termine improprio: l’attività agricola, biologica o convenzionale, verte sempre su un processo di natura biologica attuato da un organismo vegetale, animale o microbico”
Dunque mi domando: com’è che i non-biologici non se ne lamentano mai? Si sono forse pietrificati o stanno tutti su un altro pianeta, il pianeta non-qualcosa?
Nic, dire che sei un genio è riduttivo. Attento che la materia grigia non prema troppo! 🙂
@Massimiliano Montes, a dispetto di una la scatola cranica di dimensioni standard, c’è un intercapedine decisamente sovrabbondante che rende l’eventualità altamente improbabile 🙂
In effetti anche la definizione della parola “vino” sui dizionari è pericolosa, estremista e terrorista (e un po’ fuori dal mondo):
“Vino, sostantivo maschile: bevanda alcolica ottenuta dal mosto d’uva fatto fermentare”
in effetti il termine inglese “organic” sarebbe molto più appropriato!
🙂
Perso che su questo sito si parlasse di vino e non di lana caprina. Inoltre mi aspettavo almeno un “gne gne” conclusivo.
Biologico è un termine sicuramente improprio ma con una direttiva ben specifica che delimita cosa è biologico e cosa no.
Quando ci sarà una direttiva che delimita cosa è vino naturale e cosa no, potrete impropriamente abusare del termine senza tante remore.
@Robji, secondo me hai parzialmente ragione. Sono tra coloro che sostengono che i produttori naturali dovrebbero avere un disciplinare codificato. Altrimenti entro breve tempo verranno spazzati via.
Nic ironizza come voi ironizzate sulla parola naturale, adducendole significati inesistenti nella lingua italiana 😉
@Massimiliano Montes,
si, lo avevo capito che ironizzava, così come anche il mio intervento è ironico.
Biologico non è certo un termine felice per definire le pratiche agricole, probabilmente è stato scelto (sbagliando) in opposizione a chimico o sintetico (nel senso “di sintesi”) pensando in particolare ai concimi, trattamenti etc etc
Io sostengo da sempre che la scelta di “naturale” è e sarebbe sbagliata ma vivendo in una pese che stupra continuamente la propria lingua, riuscire ad adeguarmi.
La cosa importante è la definizione di un protocollo che definisca per bene questa tipologia di vino.
@Robji, per arrivare a una normativa in materia è necessario vincere l’ostruzionismo di chi si trincera dietro a formalismi e pregiudizi che hanno poco a che fare col percorso di valorizzazione del comparto vitivinicolo. Sono i produttori stessi, uniti, che dovrebbero portare avanti certi discorsi, ma ho l’impressione che nessuno abbia fiducia nemmeno del vicino di casa. Il naturale potrebbe essere concretamentente garantito dalla certificazione biologica in vigna (la direttiva mi insegni che c’è già) congiuntamente all’obbligatorietà degli ingredienti in etichetta.
@Nic Marsél,
l’ostruzionismo nasce dalla pratica diffusissima del “noi di qua e voi che sbagliate state di là”, invece di utilizzare le energie, come tu stesso dici, per portare avanti in maniera propositiva e univoca oltre che condivisa, di un discorso di definizione e valorizzazione dei vini. Questo, IMHO, va fatto per tutti i vini, per poi fare le differenze in base alle pratiche di vigna e di cantina.
@Robji, esatto, per poi poter finalmente parlare del vino nel bicchiere 😉
@Robji, Una persona naturale è una persona che si comporta in maniera spontanea, senza affettazione, un trucco naturale è un trucco acqua e sapone, l’acqua minerale naturale è quella senza anidride carbonica addizionata.
La parola naturale ha un significato molto facile e semplice in italiano.
Siete voi che la renedete volutamente complicata, vestendola di significati assurdi. Non è questa la strada se non ti piace il termine e vuoi avversarlo.
Detto questo sono d’accordo con te. Ci vuole un disciplinare del vino naturale preciso e definito. Anche perché molti produttori che si spacciano per naturali in realtà non lo sono.
Nel frattempo ha ragione Nic: etichettatura con ingredienti obbligatoria.
Parlando con vari enologi, non “politicizzati”, ho avuto modo di constatare che a loro modo di vedere il vino fatto senza l’aggiunta di NULLA risulta inesistente. Dalla vigna alla vendemmia, sostanze altre rispetto all’uva vengono per forza di cosa aggiunte. E che nel vino “biologico” tuttavia esiste una certa tolleranza per l’utilizzo degli additivi di cui sopra. Vero?