Il lungo viaggio del glifosato, l’erbicida più diffuso, dalla vigna alle acque di superficie. Ma anche alle falde.
Cinque ricercatori svizzeri dell’Università di Losanna hanno monitorato la concentrazione di glifosato, uno degli erbicidi più usati, nei terreni delle vigne sia in superficie che in profondità, nelle acque reflue e nelle acque dei fiumi adiacenti.
La ricerca è stata svolta su due vigneti di Lavaux, vicino Losanna, studiando il terreno con raccoglitori ceramici microporosi. Sono state analizzate anche le acque reflue durante le piogge e le acque dell’adiacente corso d’acqua immissario del Lago Leman.
Oltre al glifosato è stato ricercato il suo principale prodotto di degradazione, l’acido aminometilfosfonico (AMPA).
Il risultato è preoccupante, in quanto il 96% dell’erbicida viene dilavato dalle acque piovane finendo nelle acque di superficie circostanti. Dopo le piogge nel fiume sono state riscontrate concentrazioni di glifosato e di AMPA superiori ai limiti di legge. L’erbicida è stato isolato anche nelle acque del Lago Leman.
Altro dato preoccupante è che il 4% dell’erbicida si infiltra profondamente nel terreno, rischiando così di contaminare le falde acquifere. Se si considera che negli Stati Uniti l’Environmental Protection Agency (EPA) ha stimato un impiego di ben 750.000 tonnellate di glifosato nell’annata 2006 – 2007, si comprende come il 4% non è una modica quantità.
Lo studio è stato realizzato su un erbicida, però è ragionevole estendere le conclusioni a tutti i prodotti utilizzati in agricoltura, fitofarmaci compresi.
Un simile modello di diffusione comporterebbe negli anni un inquinamento permanente delle acque da parte di pesticidi, erbicidi e tutti gli agrofarmaci.
Ma il Gliphosate (Roundup) non si dovrebbe degradare a contatto del suolo?
Ciao Marco, sembra che abbiano dosato anche il suo principale prodotto di degradazione, l’acido aminometilfosfonico (AMPA).
@Marco Rabino, anche alcuni agricoltori mi hanno riferito questa cosa qui. I venditori del Roundup lo pubblicizzano dicendo che si degrada al contatto col suolo. Ciò che produce però è altrettanto tossico.
@Massimiliano Montes, questa allora è frode o sbaglio ?
@Marco Rabino, non so. Non credo. Spesso si raccontano cose diverse dalla realtà… se dovesse sempre essere frode 🙂
Noi quando possiamo pubblichiamo i dati scientifici, proprio per non fare gossip.
Trovo strano che molti produttori naturali invece non amino i dati scientifici. L’unica associazione che analizza i vini degli iscritti alla ricerca di pesticidi, per esempio, è VinNatur. Né Vini Veri né tantomeno ViViT fanno analisi. Dovremmo imparare a fidarci un po’ meno delle cose dette e un po’ più delle analisi.
Dire che che il modello è uguale per tutti i trattamenti è inutilmente allarmistico.
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