Arrivo tardi a Milano, arrivo tardi a scriverne. La Terra Trema mi piace sempre. Solita fila, soliti 8 euro, solito bicchiere serigrafato, timbro, gente, produttori, assaggi… E’ il mio Natale.
Lo aspetto per un anno intero e lui, da vero ingrato, si consuma in un lampo.
Così, tanto per iniziare a coltivarne il ricordo, una volta a casa, sotto la doccia tra fumi e vapori, mi improvviso commissario tecnico della nazionale, selezionando a memoria i top player di giornata da inserire in un battagliero modulo 3-5-2. Rullo di tamburi! Ecco le convocazioni…
Portiere. Il Grasparossa rosato frizzante “Rossè” Semi-Secco 2013 dell’Azienda Agricola San Polo è un tipo sboccato, spaccone, belloccio, forse meno talentuoso del fratello “Franco 13” ma, accidenti, para proprio tutto! Aperitivi, antipasti, primi piatti, salumi, pesce, verdure e formaggi non fanno altro che esaltarlo. Senza contare che piace alle donne. Ancora una sorpresa positiva da questa giovane ed effervescente realtà di Castelvetro che dimostra di avere un bel vivaio e un gran futuro.
Centrali difensivi. A sinistra il “Nocenzio” 2013 La Distesa è bello ed elegante. Esce dal bicchiere a testa alta, forte della parziale macerazione carbonica che ne snellisce la beva per elevarlo a rango nobile di ispirazione francese. Montepulciano in versione smagrita che si mostra già in splendida forma atletica. Il gaglioppo invece regala i tannini più ruvidi del weekend. Sul centrodestra, il Cirò 2013 Amigdala di Cataldo Calabretta picchia duro sui denti ma sono certo che il tempo ne affinerà le doti tecniche. In mezzo alla difesa, il Cirò Classico Superiore 2011 Cote di Franze ha più esperienza e lo si percepisce immediatamente. Non fatevi ingannare dalle sue trasparenze: da qui non si passa. Classico di nome e di fatto. Lo eleggo capitano.
Esterni di centrocampo. Il “Rossounito” e il “Bolle Senza Frontiere” non hanno un territorio specifico da difendere, ma la loro generosità li porta su e giù senza sosta lungo le fasce laterali. Il primo è un incredibile blend di vini e vignaioli da tutto lo stivale: la barbera della cantina piemontese La Viranda, il gaglioppo di Francesco De Franco da Cirò Marina, il dolcetto dei Colli Tortonesi di Valli Unite e infine il montepulciano dell’azienda Aurora che si occupa di preparare il difficile assemblaggio nelle proprie cantine ad Offida.
Sì, avete letto bene! Un vino iconoclasta ed eretico, perfetto per stordire l’avversario durante una degustazione alla cieca. Il secondo è un bianco “frizz-Andino” (come dice l’etichetta) frutto di “un viaggio al di sopra di ogni mercificazione”. Una pozione magica elaborata dal druido Claudio Solìto in San Marzano Oliveto con del cortese di Valli Unite, del pecorino di Aurora, del mantonico calabrese, e rifermentata in bottiglia (ma con degorgement e quindi senza fondo) grazie all’aggiunta di mosto dello chardonnay di casa. Piccoli miracoli diabolici di quattro interpreti che giocano splendidamente di squadra. Progetti più unici che rari che ribaltano come un guanto il concetto di terroir e di collaborazione.
Interni di centrocampo. Corrado Dottori ha esaurito i suoi bianchi titolari e mette in campo un panchinaro, lo “Sfuso 13”, che finisce per prendersi la scena. Quantità più che qualità ma è proprio ciò che ho bisogno in quel ruolo. Medesimo discorso per l’altro interno di centrocampo che decido di affidare al “portaborracce” Terre D’Arcoiris Etichetta Verde in bag-in-box. Cinque litri di rossa sostanza per l’inverno (si spera) in arrivo.
Il rifinitore dietro le punte. Ogni squadra ha la sua stella e il mio numero dieci è senza dubbio il Valcerasa “Rosso Relativo” 2011. E’ l’esemplare storia del giovane scartato da una poco lungimirante commissione d’assaggio che si lascia così sfuggire un campione di razza. Uno dei migliori rosati che abbia mai bevuto: un fuoriclasse (per talento), fuoriquota (sull’Etna), fuorigioco (per la DOC), fuorirosa (e dentrorosso), che illumina come un’eruzione del mitico vulcano. Più che “rivedibile” (così recita l’accattivante etichetta), lo definirei “ribevibile” (e più spesso possibile).
Il centravanti. Se la mezzala ci fa godere coi suoi colpi di classe, è il fratellone Valcerasa Etna Rosso 2008 di Alice Bonaccorsi che si assume il compito di fare goal. Materia, alcol e tannino mescolati in bell’armonia per questa specie di Rob Rensenbrink in bottiglia. Assaggio e per un attimo la terra trema sotto i miei piedi, come quel palo nella finale di Argentina ’78 che chiude il sorso in una fitta di amara nostalgia.
La seconda punta. Dalla classe cristallina alla classe operaia. Il secondo attaccante è il “Rosso in Bolla” 2013 di Cascina Tavjin. Ruspante e senza fronzoli, è una Barbera che mette l’anima in campo e che del campo ne distilla lo spirito. Il classico giocatore che pur ripetendo lo stesso movimento all’infinito riesce sempre a mettere in scacco il difensore. Effervescente e generoso come Ciccio Graziani, andrebbe stappato con cautela, se non altro per evitare le conseguenze dei suoi imprevedibili stop a seguire.
Siamo a undici e con questa più che soddisfacente campagna acquisti la squadra è fatta! Poso il doccia schiuma e mi scappa l’occhio sulla solita, lunghissima, illeggibile lista di ingredienti. Maledico la presbiopia e la FIVI. Amen. E buon Natale.
Giungerà puntuale la reprimenda della FIVI….
@Massimiliano Montes, per adesso ho ricevuto solo un avviso di garanzia dalla presbiopia 🙂
@Nic Marsél, solo per capire… ma la FIVI è ufficialmente contraria agli ingredienti in etichetta?
@Massimiliano Montes, io sono fermo a questa posizione (sul loro sito): “Perché penalizzare la competitività delle nostre imprese per un’informazione che i consumatori non vogliono?”.
@Nic Marsél, credo che ad oggi vadano premiati i produttori che si autocertificano con analisi chimiche del vino dettagliate, sia singolarmente che in associazione, come VinNatur. E’ ammirevole il lavoro che gli associati di VinNatur fanno.
Nicola, per l’anno prox lavoriamo per un sistema 4-3-3… 😉
Qua trovate delle nostre considerazioni sull’edizione 2014 de “La terra Trema”
http://www.laterratrema.org/2014/12/cartografie-su-la-terra-trema-considerazioni-per-ledizione-2014/
buon anno e buon lavoro a tutt*
P.S. La quota di mantonico calabrese presente nel “Bolle Senza Frontiere” è dell’azienda L’Acino.
@Nic Marsél, sono contento che il “Rosso Relativo” 2011 di Valcerasa ti sia piaciuto, addirittura numero 10 (Platini?)!
Mi stupisce ancor di più la sua bocciatura da parte della commissione Doc. E’ veramente un ottimo rosato, che sovrasta naturali e convenzionali. Boh… mistero della fede.
@Massimiliano Montes, Tutto è “relativo”. Dipende dal campionato che giochi, e da chi ne canta le gesta 🙂 Ammetto di aver omesso altre eccellenze come il Pinot Nero di Brunnenhof-Mazzon o i vini a base nebbiolo di Castello Conti e Garella. Ma è solo un gioco, e mi piaceva l’idea della “squadra operaia” e della campagna acquisti fatta senza svenarsi. Al netto di tutto ciò, il “Rosso relativo” rimane un vino eccellente e senza alcun dubbio il mio rosato dell’anno.
Il vino rosato dell’azienda Valcerasa Rosso Relativo è stato decretato rivedibile, non bocciato. Forse per un errore della commissione forse per una cattiva conservazione o trasporto. Ma rivedibile non significa bocciato. Rivedibile significa che loro rinviano un altro campione e la commissione lo riesamina.
L’azienda Valcerasa questo non lo ha fatto. Magari per sfruttare la notorietà di una inesistente “bocciatura”. Anche grazie alla cassa di risonanza che persone come voi, in assoluta buona fede, danno loro. Inviterei l’azienda in questione a rinviare i campioni quando questi vengono fatti rivedibili, non a fregiarsene come un marchio in etichetta. Se il vino è buono come dite certamente avrebbe ottenuto la Doc Etna rosato. Grazie.
@Pippo Cicerchia, sicuramente sarà stata colpa di una cattiva conservazione o trasporto. Oppure il vino è piaciuto talmente tanto alla commissione che l’ha fatto rivedibile per poter godere di un ulteriore assaggio 🙂
@Nic Marsél, e loro bastardi non glielo hanno rimandato per dispetto 😉
Sono anni che non assaggio i vini di Terra D’Arcoiris.
Ricordo che quando venivano a Fornovo compravo sempre qualcosa.
Non facevano ancora il bag-in-box.
Adesso però mi viene voglia di assaggiarlo.
Come sono gli altri adesso ?
Io sono fermo al 1999-2000, un’eternità 😉
@Daniele Tincati, posso essere sincero? Quest’anno mi son fermato all’etichetta verde che mi ha convinto all’acquisto del baginbox (sfuggitomi l’anno precedente). E poi avevo già fatto incetta di succo d’uva (purtroppo solo in bottiglia). La selezione dei rossi è ampia e sfaccettata e meriterebbe una degustazione a parte.
E’ vero confessiamo si è trattato solo di una operazione di marketing suggerita dai nostri consulenti americani, d’altro canto come avremmo potuto raggiungere il budget di vendita di 15 milioni di bottiglie di rossorelativo nel 2014?
Ufficio commerciale e mkt
@rosario, 🙂
Il Rosso Relativo un ottimo rosato ,degustato con Nic di fianco che evidentemente e’ tornato a farsi sedurre dopo quel primo assaggio.Questo rosato mi ha rapito e insieme a poche altre bottiglie ha reso interessante questa edizione di La Terra Trema che confermo essere un buon progetto di politica enoica ( meno di eccellenza naturl enoica ma va benissimo così) da sostenere in un contesto sempre più patinato anche tra i “natural”. Terra D’Arcoiris una bella espressione del Chianti classico con diverse sfumature che hanno una qualità prezzo elevata in tutto le sfumature di etichetta. Conferme di sacri nomi del mondo indie natural e qualche vezzo giocoso che mi e’ piaciuto molto concettualmente perché Eretico ma obbiettivamente poco gustolfattivamente ( mettere insieme un buon tortellino con la pasta con le sarde e spaghetti alla amatriciana non fa un buon piatto )…FIVI tutto e’ ( di positivo ) meno che una federazione di produttori che vinificano esclusivamente al naturale e quindi Nic…