Franco Giacosa: il diavolo a VinNatur

Se un vinonaturista dovesse giudicare dal suo curriculum, l’uomo garbato che si aggirava  felice ed entusiasta tra i banchi d’assaggio di Sestri Les Vins nella mattinata di Lunedì 3 Marzo 2014, enologicamente parlando, potrebbe essere il diavolo.

Franco Giacosa, classe ’46, enologo per vent’anni presso la Duca di Salaparuta e poi alla direzione delle Tenute della Casa  Vinicola  Zonin, ormai in pensione da qualche anno, si definisce un uomo libero e come tale si è preso una sbandata per i vini naturali.

Gli stringo la mano dopo il suo intervento alla tavola rotonda organizzata da Angiolino Maule, nel corso della quale la Professoressa Laura Di Renzo ha presentato  in anteprima nazionale i risultati di un progetto di ricerca che Vinnatur ha seguito in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata, Sezione di Nutrizione Clinica e Nutrigenomica.

Il diavolo mi dice con un sorriso di una purezza spiazzante :
“qui ci sono vignaioli che stanno facendo un lavoro straordinario: indubbiamente è questa la strada giusta”.

Alcuni minuti prima aveva pronunciato, con quel suo convincente tono gentile, quasi naif, le seguenti parole:
“Il vino convenzionale è sottoposto a trattamenti e a correzioni con coadiuvanti enologici chimici per la vecchia tecnica degli enologi che non guardano avanti, che son rimasti indietro e che utilizzano, per la loro  tranquillità, per non rischiare, molti prodotti e soprattutto processi per ottenere la stabilità del vino. Non ci devono essere precipitati di tartrati, né di origine organica o proteica. Il prodotto deve essere possibilmente sterile. Quando si lavora in questo modo, e io l’ho fatto per tanti anni al fine di garantire al consumatore un prodotto perfetto, limpidissimo, lucente, che duri nel tempo (non dimentichiamoci che la shelf-life sugli scaffali dei supermercati è fondamentale) effettivamente si finisce per spogliare il vino fino ad impoverirlo. Si microfiltra strettissimo per eliminare tutti i batteri, si portano via i colloidi protettori che danno volume, si aggiunge solforosa libera in abbondanza per proteggerlo e ad ogni passo tecnologico intrapreso si nota una diminuzione qualitativa. Refrigeri per la stabilizzazione tartarica a freddo a -4 gradi, filtri, e già assisti alla diminuzione dei profumi, il vino appare più magrolino e perde di qualità. Chiarifichi con betonite o gelatine animali e ti porti via altre sostanze che lo impoveriscono ulteriormente. Finisce in bottiglia che è stabilissimo, un vino senza difetti che oggi, quasi quasi, non riesco più a bere”.

E chi l’avrebbe mai detto, che il diavolo beve naturale?

 

13 thoughts on “Franco Giacosa: il diavolo a VinNatur

  1. a3c

    l’ho conosciuto l’anno scorso…è una persona pulita… ne hai fatto un bel ritratto

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  2. Francesco Spadafora

    É una gran brava persona, intellettualmente avanti , e lui sa di che cosa parla, per questo stiamo lavorando per andare oltre .

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  3. Franco Giacosa

    Gentilissimo Cereda,
    non posso che ringraziarla per l’articolo che ha dipinto il mio reale percorso enologico con vera professionalità. Accetto anche di buon grado l”espressione “diavolo” di taglio giornalistico di forte effetto. Mi ha fatto guadagnare una lettera di amichevole consenso dal grande Angelo Gaja che non nascondo mi ha emozionato così come il commento del produttore illuminato Francesco Spatafora.
    Una sola piccola precisazione per completare il quadro: “il diavolo” in passato aveva già manifestato qualche “deflaiance” vinificando l’intera produzione della Duca di Salaparuta negli anni 1991/1992/1993 (130.000 ettolitri) a zero solforosa e, dal 1997 in Zonin l’uso dei coadiuvanti enologici è sceso a livelli tali da lasciare scontente molte aziende produttrici di prodotti enologici.
    Franco Giacosa

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      1. Franco Giacosa

        @Mario Crosta, mi dispiace ma nel 1997 quando ho lasciato la “Corvo” il Megara non era ancora in produzione. Credo che sia stato Giacomo Tachis all’epoca consulente dell’azienda a essersene occupato.

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        1. Mario Crosta

          @Franco Giacosa, grazie mille dell’informazione. Infatti è un vino “diversamente” siculo. In bocca al lupo, Giacosa!

    1. Nic Marsél

      @Franco Giacosa, grazie a lei. io non ho fatto altro che riportare il suo stimolante intervento. Ovviamente quell’appellativo era da intendersi in senso bonariamente ironico 🙂 Per chiudere il cerchio cercheremo di pubblicare a breve anche la sua interessante dissertazione sui solfiti raccolta nel corso della stessa conferenza 😉

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      1. Franco Giacosa

        @Nic Marsél, ne ero convinto ed ho apprezzato il taglio del suo “stuzzicante” scritto. La ringrazio.

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  4. Luciano Ferrari

    @Franco Giacosa, quindi il Duca Enrico fino al 1996 è suo? Adoravo quel vino.

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    1. Franco Giacosa

      @Luciano Ferrari, Corretto, Il Duca Enrico mi ha regalato non poche trepidazioni quando la Duca di Salaparuta ha cominciato a produrlo nel 1984 ma, negli anni, tante soddisfazioni.
      A proposito, son passati ben 30 anni! E non me ne sono proprio accorto.

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        1. Franco Giacosa

          @Massimiliano Montes, Molte grazie, non ricordavo quella foto. Mi fa ritornare fra gli amici di un tempo e affiorare una certa nostalgia.

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