Rieccoci. Già fervono i preparativi per il caldo mese di aprile, alberghi e voli aerei in via di esaurimento, scambi di email e programmi tra amici lontani ma vicini. Si prepara la settimana più entusiasmante per gli amanti del vino: le grandi fiere annuali. Stiamo parlando, ovviamente, di Villa Favorita, Cerea e Vivit.
Iniziamo dalla manifestazione istituzionale dell’associazione VinNatur. Nella splendida cornice della palladiana Villa Favorita, a Monticello di Fara (Vi), dal 6 al 8 aprile si svolgerà una tre giorni di degustazioni di vini naturali provenienti da tutta Europa. Villa Favorita riunisce viticoltori europei che hanno il comune obiettivo di condividere le tecniche e le esperienze per produrre vino in maniera naturale, sia in vigna che in cantina, e di divulgare la cultura del “terroir” (clima, geologia, topografia, suolo). Ogni visitatore potrà incontrare e conoscere i produttori stessi e assaggiare in loro compagnia i vini. All’interno della villa sono previsti alcuni angoli dove sarà possibile degustare prodotti gastronomici artigianali e naturali. La sera è possibile cenare, previa prenotazione e acquistando un ticket dal prezzo modico, continuando a bere i vini che più sono piaciuti.
Gli orari della manifestazione sono i seguenti: sabato 6 aprile dalle 10.00 alle 18.00, domenica 7 aprile dalle 10.00 alle 18.00, lunedì 8 aprile dalle 11.00 alle 18.00. Il costo biglietto di entrata è di 20 € al giorno, comprensivi di guida della manifestazione e bicchiere da degustazione.
http://www.vinnatur.org/villa-favorita
In contemporanea, sempre il 6, 7 e 8 aprile, dalle 10.00 alle 18.00, nell’Area Exp di Cerea (Vr), si svolgerà ViniVeri 2013 – Vini Secondo Natura, un evento che consente di conoscere, presentato direttamente dalle loro mani, il frutto del lavoro di oltre 120 vignaioli e produttori agroalimentari accomunati dal più profondo rispetto della terra, degli equilibri della natura, della diversità delle colture e delle tradizioni, dei paesaggi e della salute umana. Il ticket giornaliero di ViniVeri 2013, disponibile all’ingresso del padiglione espositivo, ha un costo di 20,00€ e include il calice e il libretto di degustazione. ViniVeri 2013 consente inoltre al visitatore di acquistare molte delle etichette presenti in degustazione a prezzo di cantina nello “Spazio Enoteca” all’uscita degli spazi espositivi dell’evento.
Anche a ViniVeri 2013 la sera è possibile cenare, previa prenotazione e acquistando un ticket dal prezzo modico, continuando a bere i vini che più sono piaciuti.
http://www.viniveri.net/viniveri2013
Ultima ma non ultima, dal 7 al 10 aprile la seconda edizione di Vi.Vi.T. (Vigne, Vignaioli e Terroir) nel padiglione 11 di Veronafiere, all’interno del Vinitaly. L’organizzazione dell’evento quest’anno è delegata alla neonata associazione Vi.Te. – Vignaioli & Territori, che si occuperà della selezione degli espositori. A differenza di ViniVeri e VinNatur, per partecipare a Vi.Vi.T. è sufficiente la certificazione biologica. Le manifestazioni di Cerea e Villa Favorita prevedono invece una più severa autocertificazione sui metodi produttivi in vigna ma soprattutto in cantina.
È possibile leggere le differenze tra vino biologico e vino naturale in questo post.
Orari e prezzi del biglietto d’ingresso sono gli stessi del Vinitaly.
http://www.vinitaly.com/areaStampa/comunicati/id/4467
L’elenco dei partecipanti di ViniVeri 2013 e Vi.Vi.T è ancora da definire. Di seguito invece l’elenco dei partecipanti VinNatur di Villa Favorita:
Abruzzo
Tenuta Terraviva
Alto adige
Weingut Ebnerhof
Radoar az. agr.
Basilicata
Musto Carmelitano az. Agr.
Campania
Il Cancelliere
Podere Veneri Vecchio
Emilia Romagna
Lusenti az. vitivinicola
Donati Camillo
Cinque Campi az. agr.
Alberto Anguissola
L’agricola del Farneto
Le Barbaterre
Vigneto San Vito Co. Vi. Bio.
Podere Pradarolo
Il Maiolo
Quarticello az. Agr
Gradizzolo az. agr.
Cà de Noci
Maria Bortolotti az. Agr.
Friuli
Terpin Franco
Marco Sara
Buscemi Gaspare
Liguria
Santa Caterina
Tenuta Selvadolce Co. Vi. Bio.
Stefano Legnani
Lombardia
Alessandro Torti
Martilde az. agr.
Piccolo Bacco dei quaroni
Castello di Stefanago
Albani Viticoltori
Cà del Vént
Casa Caterina
Podere Il Santo
Vercesi del Castellazzo
Piemonte
Cascina Tavijn
Cascina Corte
Ferdinando Principiano
Casa Wallace ss Co. Vi. Bio
Podere Luciano
Borgatta
Valli Unite soc. coop. Agricola
Roagna az. Agr. I Paglieri
Remo Hohler
IULI
Cascina Zerbetta
Rugrà, Luigia Zucchi
Carussin Bruna Ferro
Clan!Destino? – birra
Cascina Roera
Puglia
Plantamura
Del Prete Natalino az. Agr.
Antiche Cantine de Quarto
Umbria
Cantina Margò
Sicilia
La Moresca az. agr.
Porta del Vento
Marco de Bartoli
COS
Valdibella cooperativa agricola
Cornellissen Frank
Toscana
Santa Maria
Gianni Massone Santa 10
Pacina az. agr.
Taverna Pane e Vino
Carlo Tanganelli
Tenuta Vitereta
Tunia soc. agricola
Casale az. Agr.
Podere Gualandi
Le Cinciole
Tenuta il Casino
Tenuta Montiani
Fattoria di Caspri
Pian del Pino
Fontemorsi soc. Agr
Casa Raia
Trentino
Foradori Elisabetta
Veneto
La Biancara az. agr.
Corte Sant’Alda
Elvira az. Agr.
Franco Masiero Co. Vi. Bio.
Tenuta L’Armonia
CostadiLà
Alla Costiera
Marco Sambin az. agr.
Vignale di Cecilia
Piccinin Daniele
Casa Belfi
Pialli az agr
Spillare Davide
Portinari Daniele
Monte Dall’Ora az. agr.
Monteforche az.agr.
Visco e Filippi
Austria
Kremstal/Neusiedlersee Mantlerhof Weingut
Weingut Sepp Moser
South Styria
Weingut Muster
Weingut Werlitsch
Wimmer-Czerny
Slovenia
collio sloveno
Kristancic-Nappdo, Brda
Stekar
Istria Klabjan
Croazia
Roxanic Wine
Rep. Ceca
Moravia Bogdan Trojak
Dva Duby (Jiri Sebela)
Spagna
Cauzon
Marenas
Viña Enebro
Barranco Oscuro
Ruiz Villanueva
Dagón, Miguel Jesús Marquez
Patio, Samuel Cano
Esencia Rural – Bodega Bruno Ruiz
Francia
Beaujolais
Domaine des Terres Dorees
Bordeaux
Michel Barthe
Bourgogne
Domaine des Rouges Queues
Champagne
Champagne TARLANT
Champagne Bourgeois-Diaz
Champagne Laherte Freres
Champagne Simon Selosse
Jurà
Domaine Labet
Languedoc-Rousillon
Clos de L’Origine
Loira
Domaine de Belliviere
Château des Vaults
Domaine Le Briseau
Cyrile Le Moing
Les Vignes de l’Ange Vin
Alexandre Bain
Riffault Sebastien
Vallée du Rhône
Eric Texier
Domaine Rouge-Bleu
Domaine Du Trapadis
Alimentari
Brozzi Fausto
Passion Cocoa
Casa Rita
Fondo San Giacomo
La Baita
Il Fontanaro
Acetaia San Giacomo
Le Ramate
Cà Marzari
Birra Morgana
Casara
Che intende dire quando afferma che “per partecipare a Vi.Vi.T. è sufficiente la certificazione biologica”?
Almeno al Vivit si richiede una certificazione, in altri posti è basato tutto sulla fiducia.
@Luigi Canonica,
Gentile Sig. Canonica, mi sono limitato a riportare quanto scritto in questo comunicato stampa: http://www.vinitaly.com/areaStampa/comunicati/id/4467
Se vuole lumi chieda a chi ha scritto il comunicato, non a me.
@Massimiliano Montes, si però lei aggiunge che le associazioni vinnatur e viniveri sono più severe, con un senso di presunta superiorità. Non dimentichi che a selezionare le aziende per Vivit sono persone come Elena Pantaleone, Arianna Occhipinti, Stefano Bellotti. Persone serissime.
@Luigi Canonica, Bellotti, Occhipinti, Pantaleone selezionano per il ViVit? Davvero?
@Luigi Canonica,
Sig. Canonica (se questo è il suo vero nome), non è una questione di nomi ma di regole.
Elena Pantaleone, Arianna Occhipinti e Stefano Bellotti sono persone nei confronti delle quali nutro grande stima.
Il problema è che la normativa sul vino biologico, che può leggere in questi due link,
http://www.gustodivino.it/allegati/Regolamento%20di%20esecuzione%20UE%20N.%20203_2012_Vino%20biologico.pdf
e
http://www.gustodivino.it/allegati/Regolamento%20CE%20n.%20606_2009.pdf
consente l’uso di sostanze che i protocolli delle due associazioni che lei cita invece vietano. Inoltre consente anche di far partire la fermentazione con lieviti selezionati invece che con lieviti indigeni.
Al di la delle posizioni pregiudiziali sulla correttezza o meno di questi interventi enotecnici, bisogna per trasparenza dire quello che è ammesso o no nel vino biologico e nel vino naturale.
Oggi ci sono Elena, Arianna e Stefano a fare da baluardo, domani potrebbe essere diverso. Il rischio è di aprire uno spiraglio attraverso cui si inserirebbero i produttori industriali certificati biologici.
Forse bisognerebbe, oggi che ci sono al comando persone serie come Elena Pantaleone, Arianna Occhipinti e Stefano Bellotti, istituire una regola certa per cui la certificazione “biologico” di per se non è sufficiente a garantire la partecipazione al ViViT.
Regola da tramandare ai posteri anche qualora in futuro ad effettuare le selezioni di ammissione sarà qualcun altro.
@Massimiliano Montes, Cosa le fa pensare che questo non è il mio vero nome?!!!
@Luigi Canonica,
Per esempio il fatto che l’email che ha inserito è inesistente
@Massimiliano Montes, il fatto che non voglio comunicare la mia email non significa che quello che dico è sbagliato
….lascia Stare Montes…qui c’è la longa manus del Vaticano…che attraverso la Canonica trama contro l’agnosticismo steineriano….
@A3C
Moriremo democristiani
A3C, la colgo in fallo, in grande fallo.
Noi siamo a favore dei vini secondo natura, e contrari a quelli “contro natura”.
La nostra posizione è nota.
Missionario? 😉
Sua Eminenza, a me risulta che avete anche un’infiltrato ad alto livello in un organizzazione di vini “secondo natura”. Un Maestro 😉
sommo Potifex chiedo venia oso sperar ch’il fallo non dovro’ espiare…ma ora il dubbio atroce m’attanaglia le carni…chi potrebber esser cotanto maestro infiltrato tra i naturisti?
@A3C, no comment
@A3C,
Armà… Beato chi lo sa
@A3C, Viste le dimensioni del fallo le auguro di non espiare
Luciano Pignataro sul blog dell’Espresso scrive che gli piace molto vino “paesano”, piu’ di vino “naturale” e sincedramente mi ha messo in crisi. Non si puo’ scrivere di vino naturale in etichetta negli USA, in Italia ti danno anche la multa, perche’ e’ considerata un’informazione pubblicitaria ingannevole ed in effetti non si puo’ dar torto a questa concezione. Il succo d’uva naturalmente diventa aceto, non vino. E’ l’intervento dell’uomo, del suo genio, che lo fa diventare vino. Io uso l’aggettivo naturale, esattamente come voi. L’ho sempre usato per questi vini, continuero’ ad usarlo, ma non si puo’ in etichetta. Chiedo pertanto lumi a tutti voi, amici, perche’ nella mia testa ho i pensieri “l’un contro l’altro armati”, esattamente come leggo che anche voi cominciate a distinguere, a puntigliare, a prendersela con la severita’ maggiore o peggiore, a considerare le autocertificazioni come se fossero certificazioni (e da parte di enti del tutto diversi, con obiettivi diversi e con scopi diversi). Secondo me va premiato chi va nel senso giusto, anche gradualmente, perche’ non e’ facile cambiare tecniche di cantina e di vigna in cinque minuti, specialmente nelle annate in cui il vino esce debole e cagionevole. L’inversione di tendenza rispetto alla farmacopea ed all’abuso di tecnologia va premiata, ma senza fare delle crociate separate e senza esagerare. Cosa ne dite di cio’ che pensa il Lucianone nerazzurro? Sinceramente, senza pignolerie assurde che fra di noi, che amiamo bere e pisciare bene, percio’ sappiamo apprezzare di piu’ chi rispetta l’ambiente e la salute del bevitore maggiormente di altri che pensano solo al guadagno immediato.
C’e’ una caterva di errori nel mio commento, ma la foga e’ foga, percio’ perdonatemeli. Mi sovviene che il mio Don Crenna, che ha sempre fatto vino in modo naturale e coltivato le vigne in modo naturale, perche’ era da trasformare nel sangue di nostro signor Gesu’ Cristo durante la messa, in certe annate in cui il livello alcoolico era compromesso doveva comprarsi un po’ di solfito per non rischiare di mandare in malora il vino. In vigna, se poteva, non usava neanche il verderame fino all’ultimo, ma se vedeva insorgere malattie gravi non ci pensava su due volte. “Paesano” non suonerebbe meglio?
@Mario Crosta, Ma non era un’idea del Rizzari? Comunque non credo che “vino paesano” possa entusiasmare i produttori. Tralaltro rischierebbe di essere confuso con la denominazione francese “vin de pays”, per niente calzante. 🙁
@Nic Marsél, no, era proprio un pensiero di Luciano del 5 febbraio 2013 alle 09:46: ….(omissis)…Paesano al posto di naturale rende molto molto meglio:-)…
In effetti, rende molto meglio ma cozza con la categoria francese, quindi a livello europeo non lo permetterebbero. Peccato. OK. Capito.
Rimane pero’ il fatto che mi girano un po’ le balle a leggere polemiche sulla severita’ piu’ o meno di questo e di quello. La naturalita’ e’ un processo, ormai irreversibile anche perche’ la chimica e la tecnologia costano, percio’ prima o poi diventeranno oneri insopportabili e bisognera’ pensare a ridurli decisamente quanto meno al minimo, se non si riuscira’ ad eliminarli grazie ad una maggior padronanza del sistema di vinificazione. Ma non e’ un processo immediato e non puo’ decapitare sulla pubblica piazza chi non era con Khomeini fin dal primo momento. Ecco. Tutto qui.