Erga omnes per il Consorzio di Tutela del Barolo

Dal 2014 i produttori che vorranno etichettare le proprie bottiglie con una delle 13 denominazioni tutelate dal Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Roero, dovranno pagare la quota di adesione e sottostare alle regole del Consorzio anche se formalmente non iscritti.

La comunicazione è stata data ufficialmente da Pietro Ratti (nella foto sotto il titolo), attuale Presidente del Consorzio. Il meccanismo dell’ “Erga Omnes” è previsto dal decreto legislativo 61 del 2010, la “legge quadro” del vino Italiano, per quei consorzi che siano rappresentativi di almeno il 40% dei viticoltori e di almeno il 66% della produzione di competenza dei vigneti iscritti nello schedario viticolo della relativa denominazione.

All’erga omnes hanno già aderito il Consorzio del Chianti Classico e quello del del Vino Nobile di Montepulciano, e si prepara il Consorzio del Brunello di Montalcino.

Le risorse economiche in più serviranno per tutte quelle attività di tutela e di difesa legale della denominazione nel mondo, e per le attività promozionali e pubblicitarie del marchio.

Ad una domanda sulla differenza partecipativa ed economica tra gli associati e i non associati, Paolo Solini, coordinatore del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, risponde che  «Questo è un aspetto delicato, in quanto il decreto ci obbliga a porre particolare attenzione, nel bilancio del consorzio, per individuare le poche attività ad esclusivo uso dei soli associati rispetto a quelle in favore della denominazione e quindi di tutte le aziende. Gli introiti derivanti da dette attività specifiche dovranno essere rendicontati separatamente in bilancio».

Paolo Solini

Paolo Solini

«Ma la realtà è – continua Solini – che con il decreto, il Ministero, pur lasciando alla facoltà dell’imprenditore l’adesione ai Consorzi, ha in sostanza posto le basi per una partecipazione generalizzata ai Consorzi, almeno a quelli che riescono a valorizzare la denominazione. Con questo meccanismo – conclude il coordinatore – chi non si associa si troverebbe nella condizione di dover comunque sostenere l’attività di valorizzazione e promozione senza deciderne le strategie che vengono definite solo all’interno dei Consorzi».

Dunque i vantaggi generali per le denominazioni sarebbero quelli di tutela e promozione. Uno svantaggio è, forse, che, l’erga omnes impedirebbe sul nascere qualsiasi attività di dissenso al di fuori del Consorzio, impedendo ad imprenditori che vogliano contestare l’operato del Consorzio qualsiasi attività produttiva e d’immagine legata ai nomi delle Denominazioni tutelate.

 

http://www.langhevini.it

 

8 thoughts on “Erga omnes per il Consorzio di Tutela del Barolo

  1. Mario Crosta

    Per me 1 produttore = 1 voto.
    E 1 produttore = 1 quota
    L’erga omnes, invece, stabilisce che chi ha più ettari conta di più nelle votazioni, ma praticamente contribuisce anche di più alle spese del Consorzio.
    Ci sono consorzi che si reggono su 1 produttore o al massimo 2, che pagano cifre cospicue, ma poi incidono altrettanto cospicuamente sulle decisioni ed entrambe le cose non sono giuste.

    Reply
    1. Massimiliano Montes

      @Mario Crosta, è vero Mario. Però non è neanche giusto che chi ha un ettaro pesi nelle decisioni come chi ne ha 10.
      Forse la soluzione è in una via di mezzo: più terreno uguale più voti fino a un tetto massimo, per esempio di dieci ettari, in maniera da lasciare fuori il latifondo.

      Reply
      1. Mario Crosta

        @Massimiliano Montes, anche alle elezioni 1 cranio = 1 voto e chi ha un reddito superiore conta esattamente come un poveraccio: questa è democrazia. Ogni altra soluzione non è democrazia, neanche una via di mezzo, che lascerebbe magari fuori soltanto i paperoni, ma non la casta dei potenti imboscati nei corridoi del palazzo.

        Reply
        1. Edith Di Salvo Post author

          @Mario Crosta, lei è sempre preciso e puntuale nei suoi commenti.
          Il cuore mi dice che ha pienamente ragione. La testa che purtroppo le cose non sempre vanno come dovrebbero andare.

        2. Edith Di Salvo Post author

          @Mario Crosta, 🙂 di solito la pancia va d’accordo col cuore

        3. Rossano Ferrazzano

          a me pare che sia esattamente il contrario

          la testa dice che dovrebbe essere esattamente come dice Mario, una testa un voto, visto che si parla di beni pubblici (le denominazioni) per i quali deve valere prima la logica rappresentativa e solo dopo quella della forza economica

          è il cuore pavido dei nostri tempi, abituato a chinare la testa al potere e all’arroganza dell’economia, a tradire, ad accodarsi per ignavia al sentire comune che è quello della morale dei lupi

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *