8 thoughts on “Alessandro Dettori e il Renosu, “il vino fatto sulla sabbia”

  1. Nic Marsél

    Non serve a niente che lo dica ma lo dico lo stesso : fossero tutti così … una delle vette assolute nel mio piccolo e misero mondo enoico. Marzullianamente mi vien da dire che la vita non è una classifica nè una gara ma siete proprio sicuri esistano tanti vini così espressivi e compiuti in giro per il vostro grande mondo?

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    1. Nic Marsél

      @Nic Marsél, però come vengano selezionati i produttori al ViVit alla fine mica ce l’ha spiegato 🙁

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  2. Alessandro Dettori

    Grazie Nic, così mi metti colle spalle al muro 🙂 🙂
    Vivit… il primo anno Elena Pantaleoni, Elisabetta Foradori e Giuseppe Ferrua hanno dedicato (a loro spese) tantissimo tempo per gestire il rapporto con l’Ente Fiera di Verona e per gestire tutte le pratiche di selezione in pochissimissimo tempo. Senza di loro non esisterebbe il Vivit. Gliene saremo sempre grati. Con la seconda edizione altri hanno affiancato la “triade” 🙂 compreso il mio modesto contributo di rompiscatole.
    Abbiamo selezionato in base a due principi: a) conoscenza personale delle aziende partecipanti. Ognuno si è occupato di una specifica area geografica. Poi i vini di queste aziende sono stati degustati tutti insieme. Alcuni sono stati esclusi poiché i posti sono limitati ed il numero non lo decidiamo noi ma il Vinitaly.

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    1. Nic Marsél

      @Alessandro Dettori, grazie della risposta, ma lasciami fare l’avvocato del diavolo : i vini dei selezionatori chi li ha assaggiati? Vi ponete poi in una situazione non proprio semplicissima : selezionare vini di produttori che potrebbero essere amici non influenza inevitabilmente il giudizio? Qualche produttore mi ha apertamente detto che “al ViVit mai perchè non voglio sottoporre il mio vino al giudizio di un altro produttore”. Per chi non partecipa o viene escluso è fin troppo facile accusare la scarsa trasparenza o mi sbaglio? Non sarebbe stato meglio avere una giuria super partes?

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      1. Alessandro Dettori

        @Nic Marsél, Caro Nic, infatti la Giuria era esterna al direttivo di Vite ed era anche tecnica. I produttori del Vivit presenti (pochissimi, molto pochi) hanno degustato dopo la Giuria, in piedi…gironzolando tra i tavoli, con la felicità scanzonata negli occhi tipica dei pivelli domenicali del Vinitaly 🙂 🙂 Quando i produttori hanno degustato la Giuria aveva già fatto il suo lavoro e non ne sapevano il risultato.
        “Sottoporre il mio vino al giudizio di un altro produttore”. Questo è un pensiero che mi rattrista. I produttori che frequento non vedono gli “altri” come “produttori” ma come colleghi, compagni di viaggio. I colleghi che frequento non giudicano il vino o il produttore ma condividono esperienze.
        Le più belle critiche sono quelle che ricevi dai colleghi, come anche i complimenti.

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