• La nostra filosofia

  • gustodivino
  • Vino
  • Ristoranti
  • Eventi
  • Approfondimenti

Home » Copertina » Quando il vignaiolo si fa da solo: Tommaso Gallina, coltivatore di sogni in Monferrato

Quando il vignaiolo si fa da solo: Tommaso Gallina, coltivatore di sogni in Monferrato

Pubblicato il 17 Settembre 2014


di Giuseppe Bertini (L'Eretico Enoico) Un commento

Decido, a pochi giorni dal Monferrato patrimonio UNESCO, di andare a trovare Tommaso Gallina noto anche come Aso Tom.

Aso Tom è un vignaiolo autodidatta che si cimenta da “soli” 10 anni con risultati impressionanti sia per qualità che per la filosofia dei suoi vini. Una figura di vignaiolo monferrino che, come ama lui stesso definirsi, coltiva sogni ed io aggiungerei in grado di scrivere poesie dentro gli acini delle sue vigne.

Tommaso-Gallina_vigna-Claudia

Vigna Claudia

Il cuore della sua cantina pulsa nella frazione di Godio a Castelletto Merli (AL), qui c’è anche la vecchia signora “Claudia”, una vigna settantenne che in modo naturale produce una Barbera (mi piace chiamarla al femminile come si usa qui da sempre) complessa, viva e diversa negli anni da se stessa.

La conduzione delle vigne è totalmente naturale, inerbimento che  viene “calpestato” e non falciato,nessuna chimica ma radici che scendono per decine di metri a cercare i segreti di queste terre.

In cantina Aso Tom segue la stessa filosofia, tutto viene seguito assecondando la natura, interpretandola in base alle caratteristiche dell’annata, fermentazioni spontanee piu’ o meno lunghe, nessun lievito selezionato, vinificazione in legno o acciaio, uso di un bastone che in realtà e’ una sorta di scettro enoico,la zappa antica.

Aso Tom nelle follature non vuole ferire le sue bucce e non è raro che durante il travaglio enoico una branda faccia capolino tra i vasi di vinificazione. Affinamenti in acciaio e un uso del legno non invasivo e dedicato al millesimo.

Sono vini emozionanti e difficili da raccontare. Dovete assolutamente viverli degustandoli con Tommaso. Le Barbera una diversa dall’altra ma mai stonate, un equilibrio che a volte premia l’armonia, altre esprime bene l’annata della vigna, al naso raccontano storie di bosco, caccia, sfiorano l’etereo per poi stravolgere in positivo il racconto della loro complessità in bocca.

Spezie come tabacco, cuoio vanno a flirtare con i frutti rossi maturi, grande personalità e la riprova che i vini naturali ben fatti non portano difetti o puzze in dote ma anzi coccolano chi non cerca la banalita’ gustolfattiva.

La parola terroir assume forma, i bricchi, le genti, racconta il Monferrato come fosse la parola scritta del suo  cantore Davide Lajolo “se mi riempio il palmo della mano di questa terra, entrando nel vigneto mentre il contadino zappa, la sento palpitare calda come avesse sangue ed anima” da Il merlo di campagna e il merlo di città.

Nessuno è il nome che Aso Tom ha dato a quella che forse nessuno ha mai osato ovvero una Barbera in versione passito, vino ottenuto da uve stramature a bacca rossa. Vinificato solo nelle annate più calde e siccitose, viene lasciato appassire sul tralcio per il maggior tempo possibile per poi essere spostato nei fienili della cantina, dove continua l’appassimento all’ombra e viene selezionato acino per acino settimanalmente. L’uva permane in appassimento circa tre mesi.

Tommaso-Gallina_OSO

OSO

Tommaso gioca con il Fato ed  osa come nel caso di Oso, la sfida annuale della cantina. Questa sfida consiste nel scegliere una vinificazione diversa per un vitigno già sperimentato e mi ha fatto esclamare, per Oso bianco da uva cortese “io ti amo”. Un vino importante, un bianco “orange” macerato sulle sue  bucce  che rappresenta uno dei migliori esempi di bianco macerato  nel nordovest dei grandi rossi.

Tommaso racconta. “Zappa, secchiello, forbicioni e la “leonessa” (una vecchia land rover del 1982) sono gli strumenti con cui lavoro in vigna e in cantina. Scelgo le vigne dando valore alla loro storia, cercando di recuperare quei vigneti che poco a poco sono stati dimenticati. Do loro la possibilità di esprimersi nuovamente recuperando quanto più possibile le viti e rispettando il terreno incontaminato in cui sono radicate”.

Racconta di un suo vino chiamato in passato Roma ,il nome di una bambina che nel 1874  perse la vita in modo tragico nella dimora ove si trova la cantina di Godio.Una storia misteriosa che   coinvolge Vittorio Emanuele II,la sua amante Enrichetta Cassone  e la bambina Roma ,forse figlia dello stesso Re. Vino,Fato e fantasmi. Se volete scoprire di piu sulla storia leggetevi  “In nome della croce” di Claudio  Galletto  e fatelo sul posto con un calice di vino di Aso Tom.

Tommaso%20Gallina

Tommaso Gallina

Nel momento in cui si andava in pubblicazione con questo articolo il nostro baldo ASO TOM  raccoglieva le sue uve dalla vigna più vecchia. Complice una giornata di sole l’Eretico vignaiolo, dopo una selezione meticolosa, pressava all’alba con gli acini infreddoliti dalla notte… l’inizio di fermentazione spontanea  di questa annata promette di essere  fiero.

Il vino che arriverà  sarà tutto da vivere perché ha lottato con ogni sventura naturale, la resa della vigna è circa di un terzo rispetto alle annate precedenti ma qui a FATO VINI il fato si accompagna e non si modifica ne con la chimica ne con le maniere forti.

 

http://www.fato-vini.it

 








1 Commento


Mario Siragusa commenta:
17/09/2014 ore 16:25

La sua competenza e simpatia vengono trasmesse con incantevole destrezza ai suoi vini. BRAVO Tom

Rispondi a questo commento





Lascia un commento





  Annulla risposta

Annulla la risposta
« Al via la sesta edizione de “I vini della Costa d’Oro dell’Etna”
Il vino ai tempi dei Romani »

  • In evidenza

    • Ma cos’è il vino naturale? E’ vino biologico?
    • Questi strani cataloghi enotecnici
    • L’abbinamento perfetto: proviamo ad abbinare il vino col giusto aroma di pasticceria
  • I più commentati



    • Quando l'enologo non ti riconosce: "sapessi le porcherie che metto nel vino..."
      26/11/2014 - Leggi il post
    • I giovani sono tutti microssigenati
      12/07/2013 - Leggi il post
    • Il colore del vino è sempre uguale, dalle Alpi a Lampedusa
      24/02/2014 - Leggi il post
    • Il vino naturale non esiste. C'è sempre la mano dell'uomo
      20/06/2013 - Leggi il post
    • Ingredienti in etichetta: “Il senso del legislatore per il vino”
      10/09/2014 - Leggi il post
  • Ultimi commenti

    • Il vino nell’antichità – Enotecavinovivo.com on Il vino ai tempi dei Romani
    • Aldo Piras on Lieviti autoctoni, indigeni e fermentazioni spontanee
    • Giancarlo on Manuale del vignaiolo casalingo: come aromatizzare il vino con i trucioli legnosi
    • Stefano on L’uva americana Clinto che nulla c’entra con la tradizione italiana e veneta
    • Thomas on Perché devo spendere 15 euro per una bottiglia di vino se al supermercato trovo un ottimo merlot a 1,50 euro?
  • Ultimi articoli

    • Accostarsi con umiltà a un grande vino, e a un grande vignaiolo: il Nero d’Avola di Gueli
    • Emilio falcione e il VAN. In che direzione va il vino naturale in Italia: “Si è evidentemente diffusa una pratica per fare dei vini naturali nell’aspetto e non nella sostanza”.
    • Un Poliphemo 2007 di Luigi Tecce
    • La Denominazione “Vin Méthode Nature” riconosciuta da INAO e DGCCRF in Francia
    • Breve ricognizione sulla (il) Freisa


  • gustodivino.it

    Blog di libera informazione enogastronomica
    di Massimiliano Montes
    via Apollo 34, 90151 Palermo

    collaborano:
    Armando Garofano
    Nicola Cereda
    Giuseppe Bertini (L’Eretico Enoico)
    Silvio Rossi
    Diletta Scaglione
    Dino Montes

  • Gli ultimi articoli

    • Accostarsi con umiltà a un grande vino, e a un grande vignaiolo: il Nero d’Avola di Gueli
    • Emilio falcione e il VAN. In che direzione va il vino naturale in Italia: “Si è evidentemente diffusa una pratica per fare dei vini naturali nell’aspetto e non nella sostanza”.
    • Un Poliphemo 2007 di Luigi Tecce
    • La Denominazione “Vin Méthode Nature” riconosciuta da INAO e DGCCRF in Francia
    • Breve ricognizione sulla (il) Freisa
    • VAN Roma 2020, sabato 29 febbraio e domenica 1 marzo alla Città dell’Altra Economia
    • Domenica 23 e lunedì 24 febbraio porte aperte all’edizione 2020 di VinNatur Genova, anteprima ufficiale della Fiera maggiore di aprile
    • Quelli che dicono che i bianchi si bevono giovani: la grandezza del Pur Sang Didier Dagueneau 2012
  • Commenti recenti

    • Il vino nell’antichità – Enotecavinovivo.com on Il vino ai tempi dei Romani
    • Aldo Piras on Lieviti autoctoni, indigeni e fermentazioni spontanee
    • Giancarlo on Manuale del vignaiolo casalingo: come aromatizzare il vino con i trucioli legnosi
    • Stefano on L’uva americana Clinto che nulla c’entra con la tradizione italiana e veneta
    • Thomas on Perché devo spendere 15 euro per una bottiglia di vino se al supermercato trovo un ottimo merlot a 1,50 euro?
    • Enzo on Alice Bonaccorsi e la sua Valcerasa, un altro vino naturale dell’Etna
    • Fred on Qual è il costo di produzione dello Chateau Petrus?
    • Pietro Romiti on Eliminare Brettanomyces e tartrati dalle botti: uno studio dei vignaioli della Côtes du Rhône
    • Piazza Repubblica: il ristorante dell’avvocato – Piazza Repubblica on Piazza Repubblica: il ristorante dell’avvocato
    • mauro mingarelli on Il vino ai tempi dei Romani
    • Massimiliano Montes on Dolci tipici: i “pumpini” di San Fratello
    • Rosalia on Dolci tipici: i “pumpini” di San Fratello
  • Contatti




    Il tuo nome (obbligatorio)

    La tua Email (obbligatorio)

    Il tuo messaggio


"Pochi sforzan quel gambo di vite"

Privacy