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Il Chianti Riserva Sine Felle 2007 servito alla cieca: un capolavoro

Pubblicato il 17 Maggio 2019


di Nicola Cereda (Nic Marsel) 2 commenti

Ogni volta che si stappa in compagnia è guerra tra Naturalghibellini e Guelfoconvenzionali. Sono quasi giunto alla conclusione che per giudicare una bottiglia non sia nemmeno necessario berla. Godimento o repulsione dipendono al 99% da stereotipi, condizionamenti e pregiudizi riconducibili a colui o colei che l’ha introdotta a cena.
Per fortuna esistono anche i vini “uber alles” che si impongono su tutto e tutti. Il “Sine Felle” Chianti Riserva 2007 è uno di quelli. Servito alla cieca a dodici anni dalla vendemmia, nel bel mezzo di un convivio coi soliti amici, ha generato una serie di reazioni e comportamenti che vado sommariamente a riportare.

1)    La bottiglia arriva in tavola vestita d’argento e improvviso cala il silenzio. Gli astanti cercano di aggrapparsi qualche elemento chiave come:

•    forma della boccia;
•    eventuali impronte digitali;
•    esame del DNA da tracce di materiale organico rinvenuto sull’alluminio.

2)    Il maestro di cerimonie versa nei bicchieri. Naturalghibellini e Guelfoconvenzionali si cercano con lo sguardo per smascherare il possibile untore. Il sospetto dilaga, la tensione è alle stelle. Si diffonde l’antico spettro del compito in classe a sorpresa.

3)    Nasi di ogni forma, colore e umidità si buttano oltre il bordo dei bicchieri rotanti. Prime avvisaglie di consenso tra membri della stessa casata. La tensione si stempera, le mandibole si rilassano. Qualcuno abbozza un sorriso. “Ah! Però!”

4)    Primo assaggio, gargarismi, stupore e meraviglia. “Minkia!” Le due fazioni in combutta si avvicinano. Qualcuno auspica un grande centro che riunisca sotto la propria ala tutti i bevitori di buona volontà indipendentemente dal credo enologico. In fondo siamo tutti per il vino buono e la sostenibilità ambientale, no?

5)    Sorso secondo: tutti si gettano sulla bottiglia per accaparrarsi (e tracannare) quel che è rimasto (nulla).

6)    Il cadavere di vetro viene spogliato della sua armatura argentea. Commenti rilevanti:

-    Naturalghibellino (stremato dall’ansia da prestazione): “Nenikekamen! Lo dicevo io, non è guelfiltrato ed è persino ghibellinodinamico!”

-    Guelfoconvenzionale (leggendo furbescamente sul retroetichetta): “Sì, ma nel 2007 l’azienda era ancora in conversione, ecco perché è buono!”

7)    I contendenti se la ridono e nessuno sembra ricordare il motivo del contendere. Piuttosto comincia a diffondersi una certa preoccupazione: “ma davvero non ce n’è più nemmeno una goccia?”

Per la cronaca il “Sine Felle” è prodotto dall’azienda Podere Casaccia di Roberto Moretti in Scandicci. Il Chianti Riserva 2007 per me è un capolavoro. Non saprei cos’altro chiedere ad un vino.

 








2 Commenti


Massimiliano Montes commenta:
17/05/2019 ore 09:57

Ah, la cieca… cadono gli dei e salgono sugli scudi i Naturalghibellini.
Adoro Sine Felle, e Roberto Moretti è una persona onesta e pulita.

Rispondi a questo commento

Nic Marsél commenta:
17/05/2019 ore 11:13

Giochiamo alla cieca quasi tutti i sabati e non puoi immaginare quante bottiglie vicine al papato siano percepite come “interterroir” nel senso che potrebbero arrivare da qualsiasi parte d’Italia.

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