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Come trascorrere un sabato sera a Bruxelles bevendo vino tra Ben Hur e Monica Lewinsky. Il “Wine not?”

Pubblicato il 19 Maggio 2014


di Armando Garofano 4 commenti

A Bruxelles questa primavera è gelida, e per scaldare i cuori ci vuole un buon vino.

Molte  sono le enoteche che hanno proposto degustazioni o mini-saloni di vini naturali. Sabato scorso ce n’erano due. Ho scartato subito gli enoparaculi che propongono vini naturali a parole e convenzionalissimi nei fatti per una clientela di stagiste internazionali dagli ormoni biodinamici.

Ho puntato, invece, su un tipo austero che tiene la sua bottega in un garage ripulito e apre al pubblico solo di sabato: uno tutto qualità e pochi fronzoli che serve per lo più ristoranti (li segue e rifornisce nel corso della settimana).

Intendiamoci anche qui non siamo in paradiso: al tipo piacciono i vini naturali ed ha talento, ma spaccia anche molti vini rossi cingolati da barbecue estivo o rosé da battaglia (campale o da divano) per stendere adeguatamente le succitate stagiste.

Solo cinque i vigneron  in degustazione a Wine not? (il posto si chiama cosi, simpatico no?)

I vini Deiss li salto a piè pari, sono buonissimi e ma di un naturale levigato ed elegante, di stile francogermanico.
Tranne il Burlenberg, pinot nero anomalo dove Deiss scatena i suoi spiriti animali: ne esce un pinot nero color abisso, profondo e ricchissimo d’aromi, pieno di materia nobile, spiazzante e intrigante, atipico e archetipo al contempo: un pinot nero come lo farebbe Gravner o Noé (quello dell’arca).  Ma insomma i vini Deiss li conosco, e lui non c’era (ha mandato la sua chef de cave, e se non ho scattato foto un motivo ci sarà): ergo passo oltre.

C’era Pascal Lambert, nome lontano dai riflettori ma presente in ottime carte dei vini grazie a prezzi contenuti e vini stratosferici. Lavora solo due i vitigni – chenin e cab-franc – ma declinati in maniera magistrale e maniacale, con un rispetto minuzioso delle varie parcelle e della composizione dei suoli: un approccio alla borgognona che Pascal sta tentando di introdurre nell’area di Chinon a anche a livello di legislativo.

Pascal Lambert a sinistra

Pascal Lambert a sinistra

Pascal è un artista, radicale ma intelligente, modella degli chenin sinfonici e ampi in cui la ruvidità del vitigno è bilanciata da mille richiami floreali, sapidi e persino qualche lieve nota ossidata à la mode du Jura.
Da inginocchiarsi subito e baciargli i piedi per la Cuvée Les Chesnaies.

E poi è venuto lo spasso. Mi avvicino circospetto a un tipo con l’aria simpatica e una serie infinita di rossi. Mathieu Chatain è il proprietario di Chateau d’Or et de Geules  AOC  – Costières de Nimes -  Sud della Francia tra Avignon e Montpellier.

Mathieu Chatain a destra

Mathieu Chatain a destra

Gli chiedo con fare sommesso che tipo agricoltura segua, e lui subito mi attacca un pippone galattico sul fatto che non crede alle certificazioni e che il label se lo è creato da solo e che fa di più  rispetto agli standard richiesti da i vari organismi di controllo ecc. ecc.
“Vabbé ho capito“ gli faccio sempre molto educatamente “ ma mi farebbe assaggiare il suo prodotto meno filtrato?”

Non l’avessi mai fatto. La parola “filtro” innesca un implacabile Pippone 2 al napalm che vi sintetizzo cosi’:
- i vini naturali seguono una moda, sono tutti uguali e spariranno presto
-  non mi piace il deposito nelle bottiglie che pare brutto
- la solforosa (tanta immagino) è necessaria per far viaggiare i suoi vini in USA (dove vende molto)
- i miei vini sono classici e rispettano il territorio
e mentre continua allegro a bombardarmi l’occhio mi scivola sul suo depliant aziendale  che in prima pagina riporta una frase di Robert Parker che ne loda ne i vini. ROBERT PARKER….

A quel punto voglio scappare ma non posso più e mi sottopongo stoico alla degustazione:
rossi da Colosseo, veri gladiatori del palato, forse neanche malvagi in sé, ma decisamente pesanti e aggraziati come La Russa in tutù.

Quanto rimpiango che non ci sia più la Santissima Inquisizione. Altro che Maule e Joly qui ci vuole Torquemada direttamente. Ancora c’è in giro gente come questo tipo, che spaccia i suoi prodotti per vini naturali, lui sì per pura moda. AGGHIACCIANTE.

Chiudiamo con una menzione per Alain Cavalilles che  nel Limoux produce dei crémant da uve biologiche molto interessanti e suscettibili di legnare molti alsaziani, visto che siamo nella stessa fascia di prezzo ma con maggiore complessità ed eleganza.

Alain Cavalilles

Alain Cavalilles

Il Crémant de Limoux ‘Résilience’ (90% de Mauzac, 5% de Chenin e 5% di Chardonnay) è veramente notevole per eleganza e complessità (lavora con un leggera base ossidativa alla maniera di Sélosse). Quella sera avevo un po’ di raffreddore ma volevo bere comunque, le sue bollicine graziose ed aromatiche m’hanno coccolato le papille salvando a serata.

 

Béatrice et Pascal Lambert
Les Chesnaies – 37500 Cravant les Coteaux
Tél. : 02 47 93 13 79 – Fax : 02 47 93 40 97 – Email : Email: contact@chinonlambert.com

Domaine Le Moulin d’Alon
Chemin d’Alon 11300 Magrie France
11300 Magrie
Tel : 04 68 31 11 01
E-mail : cavailles.alain@wanadoo.fr

Château d’Or et de Gueules
Chemin des Cassagnes – Route de Générac
30800 Saint Gilles – France
Tél : +33 (0)4 66 87 32 86
Email : chateaudoretdegueules@wanadoo.fr

 

 

 





4 Commenti


Massimiliano Montes commenta:
19/05/2014 ore 09:19

Ma da quando tu alle stagiste preferisci l’austerità?

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A3C commenta:
19/05/2014 ore 10:02

io mi attengo ai dettami Santa Romana Chiesa che sulla testata dell’Osservatore Romano ci consiglia Unicuique Suum (ovvero a ciascuno il suo): i vini natuali vanno nelle buone enoteche, le stagiste esuberanti nello studio ovale….

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Johanna Legrand commenta:
19/05/2014 ore 20:01

La Cuvée Les Chesnaies di Pascal Lambert è semplicemente delicious. Lui è una bravo vigneron

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A3C risponde:
May 19th, 2014 ore 23:20


@Johanna Legrand, e lui è anche una persona molto piacevole…

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