• La nostra filosofia

  • gustodivino
  • Vino
  • Ristoranti
  • Eventi
  • Approfondimenti

Home » Copertina » Les vendredis du vin di Cave Ox

Les vendredis du vin di Cave Ox

Pubblicato il 22 Gennaio 2015


di Nicoletta Dicova Un commento

Esiste l’Etna come luogo fisico, e poi esiste un’altra Etna, spirituale e nascosta, che arde e esplode nella testa delle persone che ci abitano.

Quell’Etna, un vulcano di ispirazione e energia interiore, brucia negli occhi di Sandro Dibella, proprietario di Cave Ox, un luogo che ha fatto parte della storia della rinascita dei vini etnei a cui assistiamo a partire dal nuovo millennio.

Cave Ox  non é solo una locanda con ottima cucina regionale e notevoli pizze
(la mia preferita assoluta é la Graci, dedicata e inventata dall’amico Alberto Aiello Graci).
Cave Ox non é solo un tempio del vino dove é possibile trovare bottiglie rare e speciali, quello che chiamano vins de lieu, vini di luogo, vini che hanno in sé lo spirito di un determinato luogo, la sua carica, emotiva, spirituale e energetica.
Chiaramente si tratta sempre di vini naturali, perché non esiste nessun altro modo di espimere lo spirito di un luogo se non seguendo la Natura.

No, Cave Ox non è solo questo (perché le cose non sono mai solo quel che sembrano)
Cave Ox é un spazio particolare, fisico e forse anche un po’ metafisico, una specie di “laboratorio di idee e sogni” dove si incrociano  persone, destini, energie..
Fermentando e bollendo, nelle teste e nei cuori.
Siamo sull’Etna, chiaro, qui tutto fermenta.
Siamo su quell’Etna che ha attratto a sé,  e continua a attirare tutt’ora, le persone speciali..

Oggi Cave Ox é un enoteca con cucina, con nuova sede, 4 anni fa era invece “solo” il bar del paese.
Quel bar di paese che é diventato  il luogo di ritrovo dei vignaioli nouvelle vague etnei, tra gli artefici della gloriosa renaissance des appellations dell’Etna a cui stiamo assitento a partire dal nuovo millennio, nomi come Frank Cornelissen, Andrea Franchetti, Marco de Grazia  e poi successivamente Alberto Graci, Giuseppe Russo, Eric Narioo ed altri.

All’epoca Sandro Dibella era semplicemente il gestore del bar del paese.
Oggi é uno dei custodi del vino inteso come cultura e umanità , dei vini con anima, un custode appassionato e competente.
Come si é svolto questo percorso umano?

Un incontro folgorante con il mondo del vino nella faccia di Frank Cornelissen, uno dei vignaioli più enigmatici, spirituali e filosofici nel panorama del vino mondiale che ha trovato sulle pendici del vulcano la sua vera patria.
Un incontro fatale che segna e plasma il destino di Sandro:
” Oggi sono quel che sono grazie all’amicizia con Frank. Lui ha segnato profondamente la mia vita. Non so che percorso avrei fatto se non l’avessi incontrato, ma la persona che sono oggi, in modo in cui vivo e percepisco il vino non sarebbero esistiti senza di lui”.

Cornelissen diventa una sorta di guru per Sandro, di vino e di vita.
Insieme cominciano a organizzare ogni venerdì, nel bar di Sanrdo degustazioni di vini spirituali, appartenenti alla cantina privata di Frank.
Frank gli insegna, passo dopo passo, cosa é il vino, cosa é veramente il vino e che cosa può fare con te e la tua vita se glielo concedi..
Scatta l’amore, scatta il vulcano dentro, che ha plasmato, e continua tuttora a plasmare, il destino ed il percorso di Sandro.
Si, perché il vino spirituale, il vino con anima, é un potente calamita di energie e cambiamenti, che se posto nel centro della propria vita può attirare situazioni incredibili..

L’ultima tappa del percorso di vino e di vita di Sandro si chiama “il rosso di Sandro”: un vino che fa insieme all’amico Frank che rispecchia la sua filosofia di savoir non faire e si basa sulla profonda idea filosofica del riconoscere la incapacità dell’uomo di comprendere la perfetta armonia della Natura se non parzialmente.

Chiedo a Sandro quali sono i ricordi che ha di quei vendredis  du vin del Cave Ox, durati più di 6 anni, anni cruciali per il destino dell’Etna, anni senza i quali l’Etna non sarebbe quella che é oggi.

” Sai, erano anni incredibili. C’era fermento, energia, cambiamento. La cosa che meglio mi ricordo é la convivialita che si creava. Si stava insieme ogni venerdì sera, aprivamo bottiglie, parlavamo. Di giorno la gente passava al bar per prendere il cappuccino e il cornetto e di sera il locale si trasformava. Mettevo al centro un vecchio barile, si proprio quello che ora vedi nel cortile, e la gente stava attorno. Lo spazio era piccolo, nessuno si sedeva, stavano tutti in piedi e conversavano,conversavano..Si sentiva l’energia, il fermento. Quanti sogni e progetti sono nati in quei venerdì al bar! Ho dei ricordi bellissimi di momenti molto intensi e veri condivisi con le persone che venivano li ogni venerdì, produttori e appassionati, si era creato proprio un bel gruppo.”

Ho trascorso il Capodanno in bella compagna insieme a Sandro, il vecchio barile di Cave Ox complice di tanti leggendari “vendredis du vin” e i suoi vini spirituali, augurandomi che sia anche per me un anno vulcanico e molto..etneo..

sandro-dibella

Sandro Dibella

 

Nicoletta-Dicova

Nicoletta Dicova

 





1 Commento


Massimiliano Montes commenta:
22/01/2015 ore 11:25

Brava Nicoletta. Hai colto l’essenza del Cave Ox.
Il Cave Ox nasce dall’incontro dell’esperienza di un ex distributore di grandi vini pregiati, Frank Cornelissen (nonchè emozionante vignaiolo naturale), e le passioni di Sandro Dibella.
Da Sandro trovi tutti i vini del territorio e grandi vini nazionali e internazionali.
Al Cave Ox ho fatto alcune delle mie migliori bevute, tra cui un memorabile Brunate Le Coste di Beppe Rinaldi del 1996:
http://www.vinopersempre.it/post/Rinaldi_Brunate-Le-Coste.jpg

Rispondi a questo commento



Lascia un commento





  Annulla risposta

Annulla la risposta
« Un pezzo di storia vesuviana: Giovanni Maione e la sua Catalanesca
Io Bevo Così »

  • In evidenza

    • Ma cos’è il vino naturale? E’ vino biologico?
    • Questi strani cataloghi enotecnici
    • L’abbinamento perfetto: proviamo ad abbinare il vino col giusto aroma di pasticceria
  • I più commentati



    • Quando l'enologo non ti riconosce: "sapessi le porcherie che metto nel vino..."
      26/11/2014 - Leggi il post
    • I giovani sono tutti microssigenati
      12/07/2013 - Leggi il post
    • Il colore del vino è sempre uguale, dalle Alpi a Lampedusa
      24/02/2014 - Leggi il post
    • Il vino naturale non esiste. C'è sempre la mano dell'uomo
      20/06/2013 - Leggi il post
    • Ingredienti in etichetta: “Il senso del legislatore per il vino”
      10/09/2014 - Leggi il post
  • Ultimi commenti

    • maria on La Madia di Pino Cuttaia
    • Il vino nell’antichità – Enotecavinovivo.com on Il vino ai tempi dei Romani
    • Aldo Piras on Lieviti autoctoni, indigeni e fermentazioni spontanee
    • Giancarlo on Manuale del vignaiolo casalingo: come aromatizzare il vino con i trucioli legnosi
    • Stefano on L’uva americana Clinto che nulla c’entra con la tradizione italiana e veneta
  • Ultimi articoli

    • Accostarsi con umiltà a un grande vino, e a un grande vignaiolo: il Nero d’Avola di Gueli
    • Emilio falcione e il VAN. In che direzione va il vino naturale in Italia: “Si è evidentemente diffusa una pratica per fare dei vini naturali nell’aspetto e non nella sostanza”.
    • Un Poliphemo 2007 di Luigi Tecce
    • La Denominazione “Vin Méthode Nature” riconosciuta da INAO e DGCCRF in Francia
    • Breve ricognizione sulla (il) Freisa


  • gustodivino.it

    Blog di libera informazione enogastronomica
    di Massimiliano Montes
    via Apollo 34, 90151 Palermo

    collaborano:
    Armando Garofano
    Nicola Cereda
    Giuseppe Bertini (L’Eretico Enoico)
    Silvio Rossi
    Diletta Scaglione
    Dino Montes

  • Gli ultimi articoli

    • Accostarsi con umiltà a un grande vino, e a un grande vignaiolo: il Nero d’Avola di Gueli
    • Emilio falcione e il VAN. In che direzione va il vino naturale in Italia: “Si è evidentemente diffusa una pratica per fare dei vini naturali nell’aspetto e non nella sostanza”.
    • Un Poliphemo 2007 di Luigi Tecce
    • La Denominazione “Vin Méthode Nature” riconosciuta da INAO e DGCCRF in Francia
    • Breve ricognizione sulla (il) Freisa
    • VAN Roma 2020, sabato 29 febbraio e domenica 1 marzo alla Città dell’Altra Economia
    • Domenica 23 e lunedì 24 febbraio porte aperte all’edizione 2020 di VinNatur Genova, anteprima ufficiale della Fiera maggiore di aprile
    • Quelli che dicono che i bianchi si bevono giovani: la grandezza del Pur Sang Didier Dagueneau 2012
  • Commenti recenti

    • maria on La Madia di Pino Cuttaia
    • Il vino nell’antichità – Enotecavinovivo.com on Il vino ai tempi dei Romani
    • Aldo Piras on Lieviti autoctoni, indigeni e fermentazioni spontanee
    • Giancarlo on Manuale del vignaiolo casalingo: come aromatizzare il vino con i trucioli legnosi
    • Stefano on L’uva americana Clinto che nulla c’entra con la tradizione italiana e veneta
    • Thomas on Perché devo spendere 15 euro per una bottiglia di vino se al supermercato trovo un ottimo merlot a 1,50 euro?
    • Enzo on Alice Bonaccorsi e la sua Valcerasa, un altro vino naturale dell’Etna
    • Fred on Qual è il costo di produzione dello Chateau Petrus?
    • Pietro Romiti on Eliminare Brettanomyces e tartrati dalle botti: uno studio dei vignaioli della Côtes du Rhône
    • Piazza Repubblica: il ristorante dell’avvocato – Piazza Repubblica on Piazza Repubblica: il ristorante dell’avvocato
    • mauro mingarelli on Il vino ai tempi dei Romani
    • Massimiliano Montes on Dolci tipici: i “pumpini” di San Fratello
  • Contatti




    Il tuo nome (obbligatorio)

    La tua Email (obbligatorio)

    Il tuo messaggio


"Pochi sforzan quel gambo di vite"

Privacy