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Vinodogma

Pubblicato il 14 Novembre 2014


di Nicola Cereda (Nic Marsel) 8 commenti

Samuel Cogliati afferma: “ai vini naturali – come alla musica bandistica, alla cucina tradizionale scozzese o alla letteratura noir scandinava – ci si avvicina se ci interessano; diversamente si ha il diritto di vivere senza”.

Fantastico! A me viene in mente all’istante il DOGMA 95. Quel movimento cinematografico nato in Danimarca che, attraverso piccoli capolavori come “Festen” o “Le cinque variazioni”, ha cambiato radicalmente il mio modo di approcciarmi all’arte del cinema. Mi viene un’idea folle. Un veloce copia&incolla da wiki, qualche piccola sostituzione al testo, qualche libera interpretazione, qualche taglio qui e là per alleggerire il malloppone e il gioco è fatto.

VINODOGMA è  il nome di un movimento enocriticone creato e fondato su precise regole espresse in un manifesto pubblicato nel 2014 dal bloggarolo brianzolo Nic Marsél. Il decalogo, al quale aderirono subito anche Massimiliano Montes e il collettivo A3C, è spesso definito anche con il significativo nome di Voto di Castità, che lascia intendere lo spirito del movimento, ed è stato stilato con l’obiettivo ambizioso di “purificare” il vino dalla “cancrena” degli effetti speciali degli industriali.

VINODOGMA è un collettivo di enocriticoni che si pone lo scopo dichiarato di contrastare “una certa tendenza” dell’industria enologica attuale.

VINODOGMA è un’azione di salvataggio!

Oggi infuria una tempesta tecnologica, da cui conseguirà la definitiva democratizzazione del vino. Ma più i mezzi tecnologici divengono accessibili, più si fa importante l’avanguardia. Non è un caso che la parola avanguardia abbia connotazioni militaresche. La disciplina è la risposta… dobbiamo mettere un’uniforme ai nostri vini, perché il vino tecnologico sarà decadente per definizione!

VINODOGMA si contrappone al vino convenzionalindustriale presentando un corpo di regole indiscutibili conosciute come IL VOTO DI CASTITÀ.

Dopo gli anni novanta si è detto basta!
Il vino era stato cosmetizzato fino alla morte, eppure a partire da allora l’uso di cosmetici ha avuto un’esplosione.
Il fine “supremo” dei vignaioli convenzionaldecadentindustriali è ingannare il pubblico.
È di questo che siamo tanto fieri?
È questo che abbiamo ottenuto da questi 8000 anni di fermentazioni?
Illusioni tramite le quali si possono comunicare delle emozioni?

La prevedibilità è divenuta il vitello d’oro attorno al quale noi danziamo.
Il risultato è vuoto.
Un’illusione di pathos e un’illusione d’amore.
Per VINODOGMA il vino non è illusione!
Oggi infuria una tempesta tecnologica, da cui deriva l’elevazione dei cosmetici a Dio. Usando la nuova tecnologia chiunque in qualsiasi momento può lavare via gli ultimi granelli di verità nell’abbraccio mortale della sensazione. Le illusioni sono tutto ciò che il vino può nascondere dietro di sé.

Io giuro di sottostare al seguente elenco di regole elaborate e confermate dal VINODOGMA:

1. La vendemmia va fatta rigorosamente in ginocchio.

2. Le lavorazioni in vigneto esclusivamente col cavallo, il quale si impegnerà (formalmente per contratto) anche a tenere sotto controllo la crescita dell’erba e a concimare naturalmente (rigorosamente senza nitriti).

3. Il vitigno autoctono è obbligatorio, l’Internazionale deve restare solo un inno. Le piante devono essere a piede franco, con età minima di un secolo, il sesto di impianto superiore alle 50 mila piante per una resa inferiore a 1 chilo per ettaro.

4. Al fine di eliminare l’utilizzo di pesticidi, vengono vietate per statuto la flavescenza dorata, l’oidio e la peronospora.

5. La pigiatura va fatta esclusivamente e tassativamente col piede sinistro (in quanto comandato dall’emisfero destro del cervello che presiede alla creatività e all’intuizione).

6. La fermentazione si deve fondare sul principio del non-interventismo Jeffersoniano per favorire la pace tra i popoli e il libero scambio culturale

7. Acciaio e legno sono vietati: l’unico contenitore consentito è il Kvevri georgiano certificato con tappo a vite.

8. La macerazione sulle bucce deve protrarsi per almeno dieci anni.

9. VINODOGMA è soltanto sfuso, rifugge dalla logica del danaro e non è in commercio se non attraverso il baratto.

10. Io dogmavignaiolo mi impegno a vita a non spruzzarmi  l’Autan e mi rendo disponibile ai prelievi di epidermide per le analisi annuali.

Inoltre giuro come dogmavignaiolo di astenermi dal gusto personale!
Il mio obiettivo supremo è di trarre fuori la verità dai miei dogmavigneti e dal mio dogmaterritorio.
Io giuro di far ciò con tutti i mezzi possibili ed al costo di ogni buon gusto ed ogni considerazione estetica.
Così io esprimo il mio VOTO DI CASTITÀ.

A nome del VINODOGMA
Nic Marsél, Massimiliano Montes, Collettivo A3C

Tali regole furono violate già dal primo “vino dogma” prodotto ed ogni dogmavignaiolo, chi più chi meno, ha fatto ricorso nei propri “vini dogma” ad espedienti (solfiti, barrique, controllo di temperatura) vietati dal manifesto. Come riportato nel sito ufficiale, in realtà ogni dogmaproduttore può interpretare il decalogo a suo modo. Ma non era meglio imporre una banale etichetta con gli ingredienti?

 








8 Commenti


Massimiliano Montes commenta:
14/11/2014 ore 10:53

Si potrebbe dire che “ai vini ARTIFICIALI – come alla musica bandistica, alla cucina tradizionale scozzese o alla letteratura noir scandinava – ci si avvicina se ci interessano; diversamente si ha il diritto di vivere senza”.
Il brillante e geniale Nic è pienamente condivisibile. Samuel Cogliati di meno…
Regola n. 1: Il vino naturale è la normalità. E’ il vino artificiale-convenzionale l’anomalia. C’è chi usa la besciamella del supermercato, ma c’è chi preferisce quella fatta a mano con ingredienti genuini ;-)

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Nic Marsél risponde:
November 14th, 2014 ore 21:57


@Massimiliano Montes, ma il 99,9 % va al supermenrcato :-(

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Massimiliano Montes risponde:
November 14th, 2014 ore 23:06


@Nic Marsél, anch’io. Ma non compro besciamella (ne vino) ;-)

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Massimiliano Montes commenta:
15/11/2014 ore 10:33

Così come esiste il gelato industriale fatto con le polverine, che è quello più diffuso, e poi quello fatto con la frutta fresca.
Questo non significa che la besciamella del supermercato o il gelato industriale siano tossici (alla Nossiter con CdG ;-) ) ma semplicemente diversi, un’altra cosa.
È ovvio che il vino fatto con uve sane e senza polverine, il vino naturale, sia altro…. o meglio sia il vino.
P. S. I mancini pestano col piede destro?

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Eretico Enoico commenta:
16/11/2014 ore 17:25

Premesso che potrei innamorarmi di homo italicus che ha visto le 5 Von variazioni dall’originale di Jorge …paradossalmente quel film era un dogma anomalo e purtroppo anche Lars ( il più famoso ma meno dotato di quel gruppo di danesi) e’ passato al convenzionale…io un Dogma Enoico lo farei realmente .
Samuel e’ uomo di pensiero enoico,molto preparato,con quello stile leale da buon rugbysta ( altra sua grande passione) ,colto ma anche collaboratore ufficiale con l’universo AIS e quindi coerentemente alla sua credibilità non sarà mai ortodosso nei confronti del dualismo ” convenzionale ” o ” al naturale”.
Sante ‘

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Nic Marsél risponde:
November 16th, 2014 ore 22:11


@Eretico Enoico, premesso che ti aspettavo, non essendomi sfuggita la tua predilezione per Edgar Reitz, sono d’accordo sull’anomalia delle 5 variazioni che in realtà rappresenta un lavoro ancora più castrante ed estremo dei lavori etichettati come “Dogma 95″ (per altro credo non lo sia nemmeno in via ufficiale). Pensa cosa potrebbe saltar fuori da un esperimento su un produttore noto per avere realizzato “il vino perfetto” come per Jorge, giocando a sistemare ad arte dei paletti di “naturalità” sempre più stringenti e vincolanti al fine di stimolare una differente creatiività e visione? La frase di Samuel Cogliati mi piace davvero: a costo di passare per radical chic dico che più il vino naturale resterà di nicchia e meglio sarà per me che ne godo. Più il grande pubblico se ne interessa e più aumentano i rischi di contaminazioni, truffe e deviazioni dalla strada maestra. Meno richiesta e più disponibilità a prezzi più accessibili.

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Eretico Enoico risponde:
November 19th, 2014 ore 00:36


@Nic Marsél, sarò il tuo aiuto regista e sottoscrivo da Morettiano l essere in accordo sempre con una minoranza

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Massimiliano Montes risponde:
November 19th, 2014 ore 10:09


@Nic Marsél, egoisticamente sono d’accordo. È sempre stato un mio pensiero latente che se i vini naturali vendessero di più ce ne sarebbe meno per me… e i prezzi aumenterebbero… che egoistaccio che sono.
Praticamente Giuseppe ha sottoscritto anche lui il manifesto :-)

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