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Ritornando al nero d’Avola blind tasting: quando il vino naturale primeggia

Pubblicato il 24 Marzo 2018


di Massimiliano Montes Scrivi il primo commento.

Esaminare retrospettivamente gli eventi aiuta a valutarli meglio, con minori componenti emotive, anche alla luce dell’evoluzione attuale della società. Non dimentichiamo però che, nonostante le migliori intenzioni, l’argomento “vino naturale” è intrinsecamente carico di polemiche, a volte al calor bianco.

Quest’evento, organizzato il 30 novembre 2013 da gustodivino.it in collaborazione con l’Enoteca letteraria Vinodivino di Palermo di Pasquale Lombardo, è stato per me il più significativo per comprendere il consumo del vino, e quello a cui sono più affezionato.

Nell’articolo di commento alla serata (che trovate in originale qui) si faceva quest’analisi:

“Il pubblico era composto grosso modo da tre fasce di consumatori: professionisti e sommelier AIS, appasionati bevitori abituali, curiosi bevitori occasionali.

Tra i professionisti e i sommelier AIS i nero d’Avola naturali hanno riscosso i successi più grandi, con punte di eccellenza nel Terra delle Sirene 2008 e nel Siccagno 2010.
Gli appassionati bevitori abituali hanno gradito prevalentemente i nero d’Avola naturali, con qualche indulgenza verso alcuni convenzionali.
I bevitori occasionali, per converso, hanno gradito di più i vini convenzionali. Proprio in questa fascia c’è stato il gradimento più alto verso il vino acquistato in offerta al supermercato. Lo stesso vino invece è stato pesantemente stroncato da professionisti ed appassionati.

I professionisti e gli appassionati sono stati capaci di riconoscere olfattivamente assemblaggi “atipici”, spesso non dichiarati dal produttore, con Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah, in quasi tutti i convenzionali e in un naturale”.

Il risultato è inaspettato e stupefacente: i due migliori vini della serata per i professionisti e gli appassionati sono stati i due naturali più veri, spesso considerati ostici, il biodinamico a zero solforosa aggiunta Terre delle Sirene 2008 e il Siccagno 2010 di Arianna Occhipinti.

Di contro, tra un pubblico più giovane di bevitori meno abituali, ha spopolato il nero d’avola acquistato al supermercato in offerta a 1.60 euro e il Milleunanotte di Donnafugata.

Questo piccolo campione di consumatori va inserito in un quadro di analisi più generale.
Sul sito inumeridelvino.it del bravissimo Marco Baccaglio, si legge come il consumo abituale di vino sia passato dal 25.3% della popolazione totale nel 2008 al 19.4% nel 2016.

I numeri del vino, Marco Baccaglio, consumo-alcolici-2016-3

Il consumatore più giovane e meno esperto è anche quello con minore disponibilità economica, che abitualmente consuma pasti a basso costo e il cui alcolico preferito è la birra.
Il consumatore evoluto appartiene a una fascia di età più alta, ha maggiore disponibilità economica, cerca una ristorazione di qualità medio-alta. E in base alla nostra esperienza di degustazione alla cieca, preferisce il vino naturale, o comunque un vino dal profilo aromatico più complesso.

Questi dati giustificano da una parte il tentativo del mercato di adescare il consumatore occasionale con vini di facile beva, per farlo transitare da un consumo sporadico a un consumo abituale. Dovrebbero però insegnare a ristoratori e sommelier che il cliente evoluto con maggiore disponibilità economica non cerca il vino di pronta beva.
E’ pur vero che in una tavolata di un ristorante di qualità medio-alta si possono trovare un paio di persone che richiedono un vino di nicchia o un vino naturale, e gli altri commensali che si orientano verso un prodotto commerciale più noto e più ruffiano. E’ però altrettanto vero che per mantenere elevato il livello della ristorazione e per soddisfare le esigenze di quei clienti che sono il vero “target” della ristorazione medio-alta, bisogna avere un’offerta di vino adeguata, di buon livello, con molti vini naturali.

Il vino naturale ha il pregio e il vantaggio di poter raggiungere elevate vette di qualità, spesso dando del filo da torcere ad etichette blasonate e pubblicizzate, con prezzi molto più bassi rispetto a marchi e nomi noti.
Sommelier e ristoratori, a bientôt!

 






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