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Quando il vino biologico contiene pesticidi

Pubblicato il 8 Febbraio 2013


di Massimiliano Montes 25 commenti

Cosa succede se un vino certificato come proveniente da agricoltura biologica contiene invece pesticidi?

Ieri sul blog di VinNatur è stata pubblicata l’analisi di un campione di vino, un coda di volpe campano, che conteneva residui di sette pesticidi, di cui tre sopra la dose massima (MRL) e quattro in tracce. Sull’intestazione del documento di analisi rilasciato dal laboratorio Enocentro di Bussolengo (Vr) si legge: coda di volpe IGT Pompeiano BIO, stato del campione integro.

Per correttezza bisogna dire che, così come una rondine non fa primavera, non è un solo campione che può darci un quadro definitivo delle certificazioni biologiche in Italia. Certamente però fa impressione che un vino ufficialmente certificato possa disattendere completamente le aspettative dei consumatori. Soprattutto in un momento storico in cui qualcuno preme per identificare, erroneamente, il vino biologico come vino naturale.
Dobbiamo ringraziare VinNatur per avere eseguito le analisi e soprattutto per avere avuto il coraggio di pubblicarle. Non so quanti altri questo coraggio lo avrebbero avuto.





25 Commenti


Nic Marsél commenta:
08/02/2013 ore 17:41

Detto che dobbiamo evitare la caccia alle streghe, perchè nemmeno la pena di morte impedisce all’uomo di commettere efferatezze di ogni tipo, il fatto che nel biologico il certificato paghi il certificatore non garantisce il livello necessario di serenità di giudizio da parte di quest’ultimo.
Ammettendo poi la buona fede del produttore, mi chiedo se si possa trattare di una situazione compatibile con una contaminazione dovuta a vicini che operano in regime convenzionale. Ma se questo fosse possibile, cosa ci dobbiamo aspettare dalle analisi su un vino convenzionale?

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VinNatur risponde:
February 9th, 2013 ore 14:19


Qui il problema è che ci sono valori molto simili al vino convenzionale. Il così detto “effetto deriva” può arrivare al valore massimo di 0,004 mg/kg, nel caso in cui il vigneto sia circondato almeno su tre lati da altri vigneti convenzionali. Qui siamo difronte a qualcosa di vergognoso. Dire che questo vino è vittima dei vigneti convenzionali limitrofi significa arrampicarsi sugli specchi!

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Mario Crosta risponde:
February 9th, 2013 ore 14:43


@VinNatur, nessuno lo dice, qui non c’e’ nessuno che si arrampica sugli specchi, anzi, e’ che si fa fatica davvero a credere a cotanta stupidita’, a cotanto sprezzo degli esseri umani, a cotanto odio per l’ambiente, a cotanta pericolosita’ sociale. Io avevo sicuramente un terzo dei miei filari contaminati dalle sostanze irrorate dei confinanti, buttavo via l’uva di quei filari, mi sono trovatoin mezzo a insetti che scappavano da loro e da me trovavano invece ospitalita’ senz’alcun problema. Complimenti per la vostra battaglia, spero che abbiate fornito il nome del tizio ai Nas ed alle Asl competenti.

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Mario Crosta risponde:
February 9th, 2013 ore 14:49


@Montes, in ogni caso questo sistema di permettere le risposte qua e la’ invece di obbligarle ad un ordine cronologico che sarebbe invece molto piu’ chiaro (perche’ si obbliga chi risponde a intervenire dopo aver sicuramente letto tutto, invece così basta prendere il primo commento, fregarsene del resto del dibattito, e puntare il dito sull’affermazione di uno o dell’altro che invece si sono spiegati dopo) e’ tipico di blog da polemica spicciola, da arene delle incazzature reciproche, proprio quelli da cui me ne sono andato molto volentieri. Pensaci. La cronologia e’ meglio, obbliga chi commenta a leggere tutto prima e se non l’ha letto lo si redaerguisce per essere intervenuto a gamba tesa senza cognizione di causa. Pensaci, perche’ mi spiacerebbe che anche nella metodologia tu copiassi da intradeche’, che al peggio non ha limiti.

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Nic Marsél risponde:
February 9th, 2013 ore 14:58


@Mario Crosta, non avevo mai riflettuto su questo aspetto …

Mario Crosta risponde:
February 9th, 2013 ore 15:27


@Cereda, non e’ mai troppo tardi. Quando si arrivera’ a 100 commenti, il casino sara’ massimo. “Ma io ho gia’ spiegato piu’ sotto”, oppure “ma tu non hai letto quel che ho scritto piu’ sopra”. pensa che non ho mai voluto piu’ scrivere neanche un’acca su altri blog perche’ ho visto pagine con oltre 100 o 200 commenti che sembrava un’insalata mista, dove nessuno capiva un cacchio di quel che diceva un altro perche’ il discorso si era sviluppato piu’ sopra o piu’ sotto e ognuno dava risposte soltanto a chi gli interessava darle, senza tener conto dell’andamento comune del discorso, senza aver almeno letto attentamente tutto quanto. Tu che su Montes hai molta piu’ influenza, fallo riflettere su questo. Qui si copia ancora troppo dagli altri, proprio dai cattivi esempi degli altri. Invece bisogna perseguire uno stile personale, proprio, inconfondibile, ponderato. Altrimenti, ogni volta potrei intervenire su un primo commento e fare il cecchino apposta. sai cosa ne risulta poi? Che nessuno vuol essere il primo, tutti aspettano un certo sviluppo per non essere impallinati alla prima frase. Oppure, che i commenti diventano lenzuola di due o tre carrtelle per spiegare gia’ da subito la rava e la fava, appesantendo il dibattito che, invece, e’ come una conversazione telefonica e dev’essere leggera allo stesso modo, ma con ordine cronologico, come, appunto, una conversazione. L’altro sistema, quello adottato attualmente, e’ stato scelto da altri per il proprio blog, con altri criteri, con altri scopi, con un’altra ideologia. Infatti anche da li gli insetti se ne vanno in terreni molto piu’ naturali, senza veleni…

mircolucamarini commenta:
08/02/2013 ore 18:08

Ciao Nic, sono d’accordo con te: basta con questa caccia alle streghe! Sarei cauto anche sulla possibile contaminazione dovuta a vicini convenzionali. Il certificatore è a sua volta controllato… in più le aziende agricole possono subire controlli anche da enti diversi, questo proprio per evitare delle possibili truffe. Con stima e affetto. Mirco.

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Nic Marsél risponde:
February 8th, 2013 ore 19:23


@mircolucamarini, Diciamo allora che si tratta soltanto di una mela marcia. Il fatto è che questo produttore non verrà accettato di sicuro in Vinnatur, ma continuerà tranquillamente a vendere le sue bottiglie col marchio bio in bell’evidenza nonostante le analisi l’abbiano evidentemente pizzicato. Questo non puo’ che gettare un’ombra inquietante sulla credibilità dell’intero sistema.

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Mario Crosta risponde:
February 8th, 2013 ore 20:21


@Nic Marsél, non lo so se gettano un’ombra inquietante sul sistema, che e’ stato in grado appunto di pizzicare e di evidenziare, cioe’ ha fatto il suo mestiere. Sono meno credibili quei sistemi che non pizzicano mai, dove nell’omerta’ tutto va bene com’e’ sempre andato perfettamente bene per esempio a Montalcino, meno male che ci sono i CC e la guardia di Finanza perche’ senno’ continuavano a truffare. C’e’ da dire che i pesticidi fanno male, non certo il Merlot nel Sangiovese, come fece male in modo letale il metanolo e fra pochi giorni e’ il 27-esimo anniversario di quella sgtrage che ha dimezzato subito il consumo di vino in Italia e ancora le vittime, i morti ed i mutilati, aspettano indennizzi che non vengono mai, nemmeno per le numerose interrogazioni parlamentari in proposito. Io ripeterei le analisi, comunque, in un altro laboratorio. Poi taglierei le mani al responsabile, che sia il titolare del vigneto oppure i vicini. Devo dire che un mio confinante, che coltivava mais, dava pesticidi con il cannone ed il vento me li portava sull’uva. Un altro confinante usava il Rogor e tutti gli insetti del suo terreno venivano a rifugiarsi da me, ma se mi avessero fatto un’analisi del genere, forse sarei incappato anch’io in questa irregolarita’, pur non facendo uso assolutamente di nulla. Percio’ se di mele marce bisogna parlare, bisognera’ poi capire, in seguito alla pubblicita’ data a queste analisi, quali sono, che indirizzo anno. Senza cercare inutilmente streghe. Detto questo, non sono così scettico sul funzionamento del sistema che, secondo me, non insabbia piu’ cose di questo genere e allora comincia a piacermi. E’ sempre la solita questione: chi vede il bicchiere mezzo vuoto e chi lo vede mezzo pieno. No? Ciao.

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Massimiliano Montes risponde:
February 8th, 2013 ore 22:51


Caro Mario, non è il sistema che ha fatto il suo mestiere, ma un’associazione privata: Vinnatur.
Per il sistema quel vino è biologico, e continua a esserlo anche ora.
Per quanto riguarda la contaminazione ambientale (il pesticida dei vicini) potrebbe giustificare le tracce, ma non i tre oltre la dose massima. Quello dipende solo da un trattamento delle vigne, per intero.

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Mario Crosta risponde:
February 9th, 2013 ore 09:53


@Massimiliano Montes, le analisi evidenziano sette, dico sette pesticidi diversi. I filari che io avevo al confine con due vicini che spruzzavano Rogor e altre medicine, stavano a un metro e mezzo dai loro cannoni che le spruzzavano anche fino a 20 metri di distanza e col vento anche oltre. Forse hai ragione anche tu, pero’ non credo che un vignaiolo ne possa usare piu’ di due o tre, sono prodotti costosi e che scadono e quello che ti avanza lo devi buttare e in campagna si sa tutto di tutti, se gli enti chiudono un occhio i vicini certamente no e un paio di randellate a uno che avvelena i terreni io gliele darei di sicuro e non sono il solo. Se li ha usati lui tutti e sette, non e’ solo un alchimista deficiente che voleva fare il furbetto, ma un criminale. Comunque in Italia ci sono molte associazioni, consorzi ed enti privati che fanno parte del sistema di certificazione e controllo, che non e’ composto solo dalle ASL e dai NAS, che sono pubblici. E’ sistema anche Vinnatur. Siccome le analisi costano, mi auguro che ricevano fondi sufficienti, anche volontari, anche da benefattori, per farne una barca di analisi del genere, in modo da scoprire i furbetti e rendere pubblico il nome, così verranno espulsi dal mercato.

Massimiliano Montes risponde:
February 9th, 2013 ore 11:42


Quei tre sono stati usati volontariamente. L’azienda in questione ha tre ettari a coda di volpe. Tu sai quanto sono grandi tre ettari, non è possibile una contaminazione casuale su una superficie così ampia. Al limite sui margini della coltivazione, ai confini. Poi l’uva mescolata al resto avrebbe diluito le concentrazioni.
Quei tre secondo me sono stati usati volontariamente.

Mario Crosta risponde:
February 9th, 2013 ore 12:43


@Massimiliano Montes, si, puo’ darsi. 3 ettari son tanti. Io avevo 3.000 metri. A me i confinanti contaminavano da due a tre filari e buttavo via l’uva, ma la buttavo via nella discarica comunale per rifiuti speciali e ospedalieri, per non zapparla e ritrovare poi nel mio terreno ancora le stesse sostanze. Ho mandfato un messaggio a Vinnatur e spero che riescano ad essere finanziati da enti, associazioni, benefattori e volontari perche’ devono poter fare tante altre analisi e costano un occhio della testa.
Ciao.

Mario Crosta commenta:
08/02/2013 ore 20:24

hanno, non anno, va con l’acca. Ma ce ne sono altri di errori di battitura anche fin troppo frettolosa. Perdonatemi.

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maurizio gily commenta:
09/02/2013 ore 14:59

La certificazione totalmente affidabile non esiste, in nessun campo. Quella sul biologico ha, per lo meno, un vantaggio: che un’analisi può smascherare il pollo (salvo il caso dell’effetto deriva, come già si è osservato, che spesso è un problema vero se il vicino tratta con macchine mal regolate e in presenza di vento). E se succede è un grana enorme, perché non solo si perde il “marchio” e si deve ripartire da capo con l’iter della riconversione, ma si devono anche, se non erro, restituire eventuali contributi pubblici indebitamente percepiti sul biologico per non so quanti anni indietro.

Mentre le certificazioni che si basano unicamente su rilevazioni documentali o quasi (come le DOC) incastrano più spesso gli onesti dei lestofanti.

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Francesco commenta:
09/02/2013 ore 16:25

Tutti i produttori hanno i vicini.
Facciamo le analisi ogni anno. Alcuni ci danno dei campioni appositamente perche` hanno dei dubbi sui rischi della deriva. E` capitato almeno con 5 vini da produttori su cui potrei scommeterci la mia progenie futura che ancora non c’e`…
Ebbene, la deriva non esiste. Se ci sono solo tracce vuol dire che il trattamento e` stato fatto ad inizio stagione.
Punto.
E qualcuno si chiede cosa fanno le altre associazioni?!?

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Mario Crosta risponde:
February 9th, 2013 ore 17:14


@Francesco, quindi l’untore in oggetto avrebbe usate ben 7 (sette) diversi pesticidi. Cosa da pazzi. Ogni due o tre settimane un pesticida diverso. Roba da manicomio criminale..
Ma e’ mai possibile che certa gente circoli ancora liberamente? E scusate le mie cautele iniziali, tanto non conosco quel tizio, non mi ha certo pagato per difenderlo o ridurre le sue responsabilita’. In che mondo viviamo!

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Francesco risponde:
February 10th, 2013 ore 17:01


@Mario Crosta, son cose normali. informati su quanto trattano le mele in trentino o la verdura in generale…

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David Picci commenta:
09/02/2013 ore 17:09

Ormai il concetto di controllo a tutti livello è prevalentemente cartaceo.
Far parte di un’associazione, domandare un’autorizzazione sanitaria, seguire un percorso di qualità , avere una certificazione HCCP o iso 9000, 9001 vuol dire riempire pagine e pagine di fogli dove con il bene placido della autocertificazione puoi dire tutto, l’immaginazione diviene il solo limite.
Nella realtá basterebbe fare sistematiche analisi sui prodotti alimentari per determinare la legalità del prodotto.
Vedere come si comporta l’asl in sede di rilascio di autorizzazione sanitaria quando arriva con il metrino a misurare il rapporto area/illuminazione mette i brividi . Per uno che è cresciuto in campagna come me, è incomprensibile ,abituato come sono a dire questo è buono questo no con lo strumento nasale che madre natura ci ha donato e tanto ci ha aiutato nella nostra evoluzione.
Oggi con le analisi si può determinare tutto, la provenienza, la qualitá gli inganni.
Orde di tecnici seduti su belle scrivanie terrorizzano i piccoli produttori onesti e fanno la fortuna dei lestofanti. Pensate se trovi del letame fatto da il classico pastore anche se è il concime più sano del mondo tu non lo puoi usare perchè lui non è biologico. Nella mia logica l’associazione previo pagamento dovrebbe venire a prendere un campione e dirmi se è utilizzabile da me agricoltore biologico. Alla fine essere biologico è un’altra massoneria , solo Lobby sappiamo fare .
I controlli analitici sono solo causali e chi ci casca è perduto . Ma l’atrocità va ben oltre , vorrei infatti parlavi del concetto di verginità determinato dai cosiddetti periodi di disintossicazione i famosi 5 anni di conversione da agricoltura tradizionale a biologico.
Ora sulla carta hanno determinato che ci vogliono 5 anni per andare il Paradiso , prima però da buon cristiani dobbiamo sostare 5 anni in purgatorio per redimere i nostri peccati. Immaginate ci sono delle molecole chimiche che dopo 30 anni si possono trovare ancora nei terreni ma questa è un’altra storia.
Allora capita che dopo così tale periodo ti scoppia l’epidemia , l’anno del l’oidio , allarme , panico ,inpotenza vari sentimenti scuotono l’animo dell’agricolture. Come fare ?? cosa fare??
Lo sfortunato si rivolge all’associazione i produtti che può usare restano quelli ammessi nessuna deroga,, puoi chiedere ma il tempo della risposta non consente di salvare il raccolto. A un tratto quasi per magia si ricorda , la tentazione è forte, si ricorda il suggerimento , il fattore di quella grande azienda biologica gli ha detto un giorno che si può sempre comprare con scontrino . Gli occhi si illuminano ho la soluzione nessun problema anche quest’anno c’è la farò a vendere il mio vino perchè si sa il mercato è difficile la sfida globale il consumatore esigente , legge tante cose , conosce . Ma conosce cosa , siete voi forse sicuri delle vostre veritá. Nessuna associazione può garantire il mio naso così sensibile io mi fido solo di lui e di chi conosco. Più controlli , più importanza ai dati analitici e meno banale burocrazia vuota e facilmente aggirabile. Se un prodotto viene analizzato e non contiene nessun prodotto di sintesi quello è biologico , conversersione non conversione, legge non legge . Le cose sono quello che sono e basta , ma ………ricordate non camperemo di più perchè mangiamo biologico solo salveremo il nostro pianeta e per chi ancora esercita il naso vivrà contornato dai piaceri aromatici dell’universo.
Scusate la lunghezza

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kekko commenta:
10/02/2013 ore 12:51

ma denunciare lui e il suo ente di certificazione? invece di tutta sta cagnara?

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Massimiliano Montes risponde:
February 10th, 2013 ore 13:20


In silenzio…

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Mario Crosta risponde:
February 10th, 2013 ore 13:55


della serie: stiamo lavorando per voi

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Francesco Spadafora commenta:
11/02/2013 ore 19:27

È se ha preso il contributo dalla comunità europea per la coltivazione in biologico ?

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Le parole più stupide che abbia mai sentito: "il biologico non ha impatto sulla salute umana" commenta:
16/07/2014 ore 14:20

[...] questo post abbiamo parlato di un vino che conteneva residui di sette pesticidi, di cui tre sopra la dose [...]

Maria commenta:
18/12/2014 ore 11:56

fortuna che alcune person pensano ancora alla nostra salute:http://www.liquda.it/tizano-motti/?colbox=0_99_0_31768451

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