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Qual è il costo di produzione dello Chateau Petrus?

Pubblicato il 17 Settembre 2013


di Edith Di Salvo 16 commenti

E del Dom Perignon o del Musigny Grand Cru di Roumier? Questo è quanto si è chiesto Jérôme Baudouin in una famosa inchiesta intitolata “Il vero prezzo delle grandi bottiglie”, e pubblicata dalla prestigiosa rivista “Revue du Vin de France”.

Il desiderio di Baudouin, ma anche il nostro, era quello di capire quale fosse il costo all’origine per bottiglie vendute a prezzi che variano dalle centinaia alle migliaia di euro.

Ebbene, il risultato è stato che una bottiglia di Dom Perignon costa alla Moët & Chandon tra i 17.28 e i 22.28 euro, a fronte di un prezzo di vendita consigliato in enoteca di 129 euro.

Lo Chateau Petrus esce dalla cantina a 450 euro più tasse, ed ha un costo di circa 30 euro, confermato dallo stesso Christian Moueix, proprietario dello Chateau. Petrus 2005 arriva a costare sugli scaffali delle enoteche anche 4.500 euro a bottiglia.

Altro caso clamoroso è quello del Musigny Grand Cru 2006 di Roumier, prodotto in sole 450 bottiglie, che costa in enoteca 1.500 euro.

Il costo di 750 ml di questo vino, tutto compreso, è di 5.50 euro, a cui vanno aggiunti, per bottiglia, 11.30 euro di costi di affinamento e 3.50 euro di imbottigliamento. Altri 3.50 euro come costi di amministrazione, commercializzazione, etc. e i costi fiscali che portano ad una cifra finale di 30.00 euro a bottiglia.

Ma non pensiamo che questi ricarichi siano destinati solo ai grandi nomi. Il vino è una merce con cui, se tutto va bene, è possibile fare discreti guadagni.
Una bottiglia qualsiasi, che allo scaffale costa sui dieci euro, può essere prodotta, considerando i costi complessivi di vino, bottiglia, capsula e tappo, per 1.50 euro.

Una ricerca dell´Unicesv (Centro universitario di ricerca e formazione per lo sviluppo competitivo delle imprese del settore vitivinicolo italiano) che ha preso in esame un campione casuale di 40 aziende dell´area del Chianti Classico, rivela che il costo medio di produzione di una bottiglia di Chianti Classico docg è di 4.93 euro, con un costo minimo di 3.66 ed uno massimo di 9.62 (inclusi anche costi di pubblicità e marketing).

 

http://exruefrontenac.com/nouvelles-generales/international/14482-lyon-vin-crus-prix

http://firenze.repubblica.it/rubriche/toscana-gourmet/2012/01/28/news/il_prezzo_del_vino-28926112/

 








16 Commenti


Mirko Baldini commenta:
17/09/2013 ore 12:19

E la cosa che fa incazzare è che i chianti premiati dalle guide (oggi sono usciti quelli di slow wine) costano DECINE di euro INUTILMENTE per vini annacquati con merlo e sauvignon!!!

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Edith Di Salvo risponde:
September 17th, 2013 ore 13:58


Gentile Mirko Baldini, non credo che si tratti di annacquamento, ma di una procedura prevista dal disciplinare (Articolo 2. Possono inoltre concorrere alla produzione le uve a bacca rossa provenienti dai vitigni idonei alla coltivazione nelle unità amministrative della zona di produzione delle uve e presenti nei vigneti nella misura massima del 15% del totale delle viti per il vino “Chianti” e del 20% per i vini “Chianti” con riferimento alle sottozone e alla specificazione aggiuntiva “Superiore”).

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pinco commenta:
17/09/2013 ore 14:15

Ai costi così sintetizzati andrebbero forse aggiunti gli oneri finanziari e/o economici del vigneto. Di solito si pensa (o non si considera) che il vigneto ha un costo e quindi degli oneri oltre che economici anche finanziari. Un vigneto può valere dai 30.000 € al milione di € a ettaro e in alcuni casi è inestimabile.
Forse andrebbero aggiunti anche i costi per il vinificatore (o winemaker si direbbe oggi) … infatti non è detto che dalla stessa uva due vinificatori ottengano lo stesso vino.
Ad ogni modo concordo che i prezzi dei vini in alcuni casi raggiungono costi inammissibili e slegati da ogni ragionevolezza… qui solo il compratore può limitare il prezzo non comprando.

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Edith Di Salvo risponde:
September 17th, 2013 ore 19:53


@pinco, credo che l’analisi economica di Jérôme Baudouin includa tutti i costi, compresi quelli da lei citati

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luca risponde:
September 18th, 2013 ore 00:17


@Edith Di Salvo, francamente non credo che i costi citati comprendano certe cose, appunto come diceva pinco, banalmente, il valore del terreno. Certi cru non sono in vendita, nemmeno al costo al metro quadro delle case di milano, quindi quanto vale la bottiglia?!? Come si fa a determinarlo?? Prevederebbe per esempio che determinati singoli cru venissero venduti al fine di stabilirne il costo!

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Massimiliano Montes risponde:
September 18th, 2013 ore 08:42


@luca, Il valore del terreno ha un significato contabile se hai fatto un mutuo per acquistarlo ed è in ammortamento. Allora i costi annui di ammortamento si cumulano ai costi aziendali. Non se è tuo, magari da generazioni. In questo caso il valore è puramente simbolico, certamente non contabile.
Detto questo, personalmente credo che ognuno possa spendere per una bottiglia di vino quanto vuole. Anche se non credo che Dom Perignon generi “emozioni” tali da giustificare la spesa (ma nemmeno Cristal)

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Cutios risponde:
April 15th, 2014 ore 11:12


@Massimiliano Montes, i conti citati nell’articolo certamente non comprendono il valore del vigneto ma sono impressionanti. In una prospettiva finanziaria, i valori dei vigneti dei grandi Bordeaux, Borgogna e Champagne sono così alti proprio perché i margini sul vino sono altissimi. Se io, investitore, so che posso produrre una bottiglia a 30 euro e rivenderla a 300, pagherò volentieri un milione di euro o anche due un terreno che produce 1000 bottiglie che mi generano un margine di 270.000 euro ((300-30)x1000). Ovviamente l’investitore per calcolare la redditività del suo investimento dovrà fare i conti con l’alto prezzo che ha pagato. Ma tutto ciò nulla toglie all’osservazione che i margini sui vini citati sono paurosi e il costo dei vigneti non sono una causa di ciò ma una conseguenza.

Mario Crosta commenta:
17/09/2013 ore 16:16

Sì, brava Edith, i costi sono proprio quelli, centesimo più o meno, anche se va tenuto conto dell’osservazione acuta del lettore “pinco”. Pensa che per un Orvieto che viene venduto in una catena di supermercati polacchi invece il costo l’abbiamo calcolato in 0,91 € la bottiglia da 0,750 l (il prezzo base del solo vino sfuso di quella vendemmia era 0,37 € per ogni bottiglia, poco più della metà di tutti gli altri costi ed oneri).

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max beretta risponde:
October 12th, 2013 ore 07:33


@Mario Crosta, io e te potremmo scrivere un libro:-))
Ci sono aziende che spendono più in pubblicità che in costi di produzione ecc, in barba all’ attenzione per il vino.

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Matteo Ganora commenta:
17/09/2013 ore 16:33

Magari calcoliamo anche il costo di produzione di un paio di scarpe di prada, o di una giacca di armani… la storia, la tradizione, la ricerca della qualità, si pagano, in ogni settore, nel vino spesso i rischi sono maggiori di altri settori non influenzati dai cambiamenti metereologici.
Inoltre, un ettaro di vigna a Barolo, ad esempio, costa un milione di euro… spesso finanziamenti e ammortamenti incidono più di materiali e manodopera.

E’ assolutamente falso invece affermare che un vino venduto in grande distribuzione a 10 euro ne costi 1.50… quando ben si sa che i margini sono del 20/25% per il supermercato, e di un 10/15% per un eventuale intermediario o distributore…, quindi un vino che costa 1.50 su scaffale del supermercato lo puoi trovare al massimo a 3 euro, in enoteca anche a 5/6

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Massimiliano Montes risponde:
September 17th, 2013 ore 18:59


@Matteo non è falso. Conosco produttori della mia zona che hanno un costo per bottiglia di 1.50 euro e vendono franco cantina 4.50 euro (certo non grandi vini). E’ su questo prezzo che poi devi aggiungere un 20-30% per il distributore d un altro 20-30% per l’enoteca + iva.
Se hai un ricavo di 3 euro a bottiglia e ne produci 100.000 hai un ricavo complessivo di 300.000 euro, meno costi e tasse ti rimangono circa 150.000 euro puliti.
Non è proprio un lavoro da morti di fame.
Se poi hai la fortuna di avere ricarichi maggiori e una produzione da milioni di bottiglie hai fatto bingo. Magari ti prendi anche i contributi per i patti territoriali e ti fai la villa (oops, la cantina), e sei a posto ;-)

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Nic Marsél risponde:
September 18th, 2013 ore 09:39


@Matteo Ganora, il discorso ricarichi GDO non è semplice. Posso riportare un paio di casi. 1) Ho trovato bottiglie che a prezzo pieno in GDO costano meno che franco-cantina 2) All’esselunga ci sono parecchi vini (più o meno sono sempre gli stessi) che costantemente, ad intervalli regolari, vengono venduti col 40% di sconto. All’inizio pensavo fosse un caso, una vera occasione. Ora vedo che gli scaffali vengono letteralmente assaltati e svuotati dai clienti esclusivamente con questa strategia. Evidentemente il prezzo pieno di partenza è parecchio gonfiato, altrimenti sarebbero costantemente in perdita.

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Andrea Della Casa commenta:
17/09/2013 ore 17:28

Bel post interessante!
Mi sono sempre chiesto come può essere un vino che costa tali cifre.
Già perché per spendere più di mille euri non mi basta che un vino sia buono, non mi basta neanche che un vino sia molto buono. Ne ho bevuti di vini molto buoni a prezzi nemmeno minimamente paragonabili a questi.
Per certe cifre io voglio bere “cose che voi umani…” (cit.)

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Edith Di Salvo risponde:
September 17th, 2013 ore 20:20


@Andrea Della Casa, Thanks :-)

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Dario commenta:
11/06/2019 ore 13:42

Vogliamo parlare di quanto costa ormai un Lugana al ristorante !!
pazzesco anche 30 euro, e poi (ci passo ogni giorno) da Desenzano per Pozzolengo, quanti terreni agricoli riconvertiti in Lugana, l’anno scorso c’è stata più produzione che richiesta, mah..vedremo.

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Fred commenta:
14/10/2020 ore 19:12

Concordo che sia un ingustizia il prezzo finale, ma nello stesso tempo l’innaccessibiltà di comprare certi vini rimane affascinante e paragonabile all’arte. Un van Gogh ne vale proprio il suo prezzo!!

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