• La nostra filosofia

  • gustodivino
  • Vino
  • Ristoranti
  • Eventi
  • Approfondimenti

Home » Approfondimenti » La diossina nel latte? Arriva dall’ambiente e contamina tutti noi.

La diossina nel latte? Arriva dall’ambiente e contamina tutti noi.

Pubblicato il 22 Ottobre 2014


di Massimiliano Montes Scrivi il primo commento.

Le segnalazioni di elevate concentrazioni di diossina nel latte materno o nel latte vaccino si susseguono nel corso degli anni. Il latte è solo una spia, la diossina si concentra lì perché è contenuta negli alimenti.

Le diossine sono in realtà una famiglia di sostanze, altamente tossiche e cancerogene. La più nota e pericolosa di esse, per contaminazioni ambientali e alimentari, è la 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina, spesso indicata con l’abbreviazione TCDD.

Altre molecole chiamate diossina-simili hanno uguale profilo di tossicità (PCDD, PCDF, PCB).

Le segnalazioni di alti contenuti di diossina negli alimenti sono numerose, e spesso sono frutto di accertamenti casuali. Se si ponessero in atto controlli sistematici a tappeto, il riscontro di alimenti contaminati sarebbe sicuramente maggiore.

Le segnalazioni più famose sono quelle sui polli alla diossina in Belgio nel 1999, su mangimi animali di produzione tedesca nel 2003, di nuovo su polli e suini in Olanda, Germania e Belgio nel 2006, addensanti per yoghurt e altri alimenti in paesi UE nel 2007, in Campania a partire dal 2007 per la combustione di rifiuti, in Irlanda nel 2008 per la presenza di contaminanti in carni suine e bovine, in Germania nel 2011 dove 527 tonnellate di mangime contaminato da diossina, prodotto dalla società Harles & Jentzsch, sono state distribuite in almeno mille allevamenti di polli e maiali.

Le ultime segnalazioni in Italia sono state in Puglia nei pressi dell’Ilva di Taranto, a Venafro in Molise, e, la più grave, a giugno 2014, quando un carico di 26 mila tonnellate di mais contaminato da diossine e destinato agli allevamenti è stato smerciato in 12 regioni italiane prima che le autorità lo bloccassero (Rischio diossina: è scattata la massima allerta in 12 Regioni).

Diossine e molecole diossina-simili sono un sottoprodotto di alcune lavorazioni industriali e vengono diffuse nell’ambiente accidentalmente o, in maniera fraudolenta, per comodità o scarsa manutenzione degli impianti.

Sono prodotte anche dalla combustione di alcuni rifiuti e plastica.

Uno studio del 2008 mostra una chiara correlazione tra il tumore al seno e la residenza vicino a un inceneritore municipale: “Dioxin emissions from a municipal solid waste incinerator and risk of invasive breast cancer: a population-based case-control study with GIS-derived exposure“.

Emissione di diossina dall'inceneritore municipale di Besançon

Emissione di diossina dall’inceneritore municipale di Besançon

In questa immagine si visualizza la concentrazione di diossine rilevata nelle aree adiacenti l’inceneritore municipale di Besançon, in Francia. Il cerchietto nero in basso a sinistra rappresenta la posizione dell’inceneritore, le aree rosse sono quelle con la più alta concentrazione di diossine.

E’ evidente come la tossicità e la cencerogenicità dovuta alla dispersione ambientale di diossina è causata solo dalle attività umane, spesso da attività industriali che si liberano di prodotti di lavorazione ricchi di diossina in maniera criminale.

 




Lascia un commento





  Annulla risposta

Annulla la risposta
« Piazza Repubblica: il ristorante dell’avvocato
Anteprima Vini di Vignaioli: le bollicine cambiano tutto »

  • In evidenza

    • Ma cos’è il vino naturale? E’ vino biologico?
    • Questi strani cataloghi enotecnici
    • L’abbinamento perfetto: proviamo ad abbinare il vino col giusto aroma di pasticceria
  • I più commentati



    • Quando l'enologo non ti riconosce: "sapessi le porcherie che metto nel vino..."
      26/11/2014 - Leggi il post
    • I giovani sono tutti microssigenati
      12/07/2013 - Leggi il post
    • Il colore del vino è sempre uguale, dalle Alpi a Lampedusa
      24/02/2014 - Leggi il post
    • Il vino naturale non esiste. C'è sempre la mano dell'uomo
      20/06/2013 - Leggi il post
    • Ingredienti in etichetta: “Il senso del legislatore per il vino”
      10/09/2014 - Leggi il post
  • Ultimi commenti

    • Il vino nell’antichità – Enotecavinovivo.com on Il vino ai tempi dei Romani
    • Aldo Piras on Lieviti autoctoni, indigeni e fermentazioni spontanee
    • Giancarlo on Manuale del vignaiolo casalingo: come aromatizzare il vino con i trucioli legnosi
    • Stefano on L’uva americana Clinto che nulla c’entra con la tradizione italiana e veneta
    • Thomas on Perché devo spendere 15 euro per una bottiglia di vino se al supermercato trovo un ottimo merlot a 1,50 euro?
  • Ultimi articoli

    • Accostarsi con umiltà a un grande vino, e a un grande vignaiolo: il Nero d’Avola di Gueli
    • Emilio falcione e il VAN. In che direzione va il vino naturale in Italia: “Si è evidentemente diffusa una pratica per fare dei vini naturali nell’aspetto e non nella sostanza”.
    • Un Poliphemo 2007 di Luigi Tecce
    • La Denominazione “Vin Méthode Nature” riconosciuta da INAO e DGCCRF in Francia
    • Breve ricognizione sulla (il) Freisa


  • gustodivino.it

    Blog di libera informazione enogastronomica
    di Massimiliano Montes
    via Apollo 34, 90151 Palermo

    collaborano:
    Armando Garofano
    Nicola Cereda
    Giuseppe Bertini (L’Eretico Enoico)
    Silvio Rossi
    Diletta Scaglione
    Dino Montes

  • Gli ultimi articoli

    • Accostarsi con umiltà a un grande vino, e a un grande vignaiolo: il Nero d’Avola di Gueli
    • Emilio falcione e il VAN. In che direzione va il vino naturale in Italia: “Si è evidentemente diffusa una pratica per fare dei vini naturali nell’aspetto e non nella sostanza”.
    • Un Poliphemo 2007 di Luigi Tecce
    • La Denominazione “Vin Méthode Nature” riconosciuta da INAO e DGCCRF in Francia
    • Breve ricognizione sulla (il) Freisa
    • VAN Roma 2020, sabato 29 febbraio e domenica 1 marzo alla Città dell’Altra Economia
    • Domenica 23 e lunedì 24 febbraio porte aperte all’edizione 2020 di VinNatur Genova, anteprima ufficiale della Fiera maggiore di aprile
    • Quelli che dicono che i bianchi si bevono giovani: la grandezza del Pur Sang Didier Dagueneau 2012
  • Commenti recenti

    • Il vino nell’antichità – Enotecavinovivo.com on Il vino ai tempi dei Romani
    • Aldo Piras on Lieviti autoctoni, indigeni e fermentazioni spontanee
    • Giancarlo on Manuale del vignaiolo casalingo: come aromatizzare il vino con i trucioli legnosi
    • Stefano on L’uva americana Clinto che nulla c’entra con la tradizione italiana e veneta
    • Thomas on Perché devo spendere 15 euro per una bottiglia di vino se al supermercato trovo un ottimo merlot a 1,50 euro?
    • Enzo on Alice Bonaccorsi e la sua Valcerasa, un altro vino naturale dell’Etna
    • Fred on Qual è il costo di produzione dello Chateau Petrus?
    • Pietro Romiti on Eliminare Brettanomyces e tartrati dalle botti: uno studio dei vignaioli della Côtes du Rhône
    • Piazza Repubblica: il ristorante dell’avvocato – Piazza Repubblica on Piazza Repubblica: il ristorante dell’avvocato
    • mauro mingarelli on Il vino ai tempi dei Romani
    • Massimiliano Montes on Dolci tipici: i “pumpini” di San Fratello
    • Rosalia on Dolci tipici: i “pumpini” di San Fratello
  • Contatti




    Il tuo nome (obbligatorio)

    La tua Email (obbligatorio)

    Il tuo messaggio


"Pochi sforzan quel gambo di vite"

Privacy