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Massimiliano Montes risponde:
July 12th, 2013 ore 12:01
Ciao Maurizio, la solforosa si aggiunge al termine della microssigenazione, proprio per evitare spunti acetici. Tu sai che solforosa totale hanno i vini microssigenati? Sono tutti sopra i 100 mg/l.
E’ possibile che io non ne conosca di vini microssigenati con basso contenuto di solforosa, nel qual caso suggeriscimeli tu.
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Elisa Mazzavillani risponde:
July 12th, 2013 ore 12:53
@Massimiliano Montes, lo sai vero che il microssigenatore si può “impostare” vero? Tipo con lo stesso scambio che ci può essere in legno? No.. perchè altrimenti allo stesso modo sosterresti che anche i vini che fanno passaggio in legno sarebbero tutti pienamente abbondanti di solforosa.
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carlo risponde:
November 22nd, 2013 ore 16:39
@Elisa Mazzavillani, Massimiliano Montes ci racconta di come, andando alla massima velocità, con una Ferrari ci si può ammazzare!!! Ma qualsiasi macchina, microssigenatore compreso, può essere regolata adeguatamente. Assurdo aggiungere solforosa prima di microssigenare, come tirare il freno a mano e pigiare contemporaneamente a manetta sull’accelleratore della sopraddetta Ferrari!!!
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Elisa Mazzavillani risponde:
November 22nd, 2013 ore 16:57
@carlo, appunto come ho scritto, dipende quando si usa e come si usa e perchè si usa. Una Ferrari sa anche andare in retromarcia sà, come è plausibile con la stessa auto rispettare il 50 km orari nei centri abitati. Esiste la macro ossigenazione in post fermentazione prima che si inneschi la malolattica, e la micro ossigenazione a bassissime dosi. Lo scorso anno i miei vini rossi hanno terminato la malolattica ad aprile, in legno, dopo aver utilizzato tale strumento solo a fine fermentazione alcolica, ad aprile dopo l’addizione di 3 gr. di SO2 i vini avevano 11,8 di libera e 13 di totale. Poi ognuno è libero di agire e di pensare come meglio crede, lungi da me convincere nessuno a cambiare le proprie convinzioni.
Massimiliano Montes risponde:
November 22nd, 2013 ore 18:05
@Elisa Mazzavillani,
Elisa è sempre un piacere leggerti.
Riporto un commento scritto su facebook dalla prof. Antonella Baiano dell’Università di Foggia leggibile a questo link: https://www.facebook.com/marilena.capodiferro/posts/10201145774750784
“Non si può non solfitare perché la microssigenazione provoca formazione di acetaldeide, la stessa che stabilizza i ponti tannino antociano”.
Ovviamente si parla di solfitazione al termine della microssigenazione, che avviene al termine della fermentazione alcolica. E’ per questo che ho pubblicato anche il post su acetaldeide e solforosa: la microssigenazione determina aumento dell’acetaldeide, oltre che proliferazione batterica. Le mie opinioni si formano ascoltando voi che dibattete.
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Elisa, se acquisto una tua bottiglia allo scaffale e la analizzo quanta solforosa ci trovo? Non aggiungi più nulla prima dell’imbottigliamento?
mario cattaneo risponde:
March 22nd, 2014 ore 16:31
@Massimiliano Montes, Nicolas Jolly sulla sua brochure ammetteva un uso di + di 100 di Solforosa.E questo l’ho fatto notare al mio mito Bellotti.Siamostati a parlare per ore………
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Massimiliano Montes risponde:
March 23rd, 2014 ore 10:43
@mario cattaneo, è vero. Questo è infatti l’unico motivo di divergenza e di contrasto tra Joly e gli altri naturalisti (VinNatur in testa).
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