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Massimiliano Montes risponde:
March 12th, 2014 ore 14:31
@tommy, Hai ragione Tommy. Il problema si risolverebbe obbligando i produttori a indicare in etichetta QUANTA solforosa c’é nel vino, sia libera che totale.
Dal punto di vista della salubrità, mettendo da parte altre problematiche, la solforosa è il problema più grave del vino, anche perché si va a sommare a quella proveniente da altre fonti alimentari, oltrepassando spesso il limite massimo quotidiano complessivo che è possibile assumere secondo l’OMS.
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Mario Crosta risponde:
March 12th, 2014 ore 14:54
@Massimiliano Montes, quoto la dichiarazione di quanta solforosa c’è, sia libera che totale.
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Lorenzo risponde:
March 12th, 2014 ore 15:18
@Mario Crosta,
Premessa:
sono d’accordissimo con Giacosa, su tutti i fronti.
L’anidride solforosa è un “conservante”, sinceramente penso che eliminarla sia impossibile, più che altro perchè sono almeno 5-600 anni che fanno studi sulla stabilizzazione del vino durante il suo trasporto e l’unico elemento davvero naturale che riesce a conservare il vino è proprio la SO2.
Sono documentati utilizzi di solforazione nelle botti fin dal ’300.
Quindi, dopo svariati secoli di studi, dire che va tolta, vuol dire semplicemente ammettere che il vino non si conserverà, o meglio, non sarà come noi ce lo aspettiamo. Della serie “basta saperlo”.
Io ho paura che sulla solforosa si stia facendo una guerra inutile, nel senso che molti già stanno creando da questo la moda dei vini senza SO2. La domanda che dobbiamo farci è: Se non ci mettono la solforosa, cosa ci mettono ? O peggio, come ce la tolgono ?
Per quello che concerne l’etichetta, dal punto di vista giuridico ogni produttore è libero di scriverlo, ma, la cosa più importante, è che i vini in Italia, per legge, hanno un massimale di SO2 ammissibile. Tale quantitativo è molto ridotto per i vini certificati come biologico o marchiati come biodinamico.
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Mario Crosta risponde:
March 12th, 2014 ore 17:53
@Lorenzo, per me si devono indicare in etichetta (o in controetichetta) tutti gli ingredienti aggiunti al vino e la quantità. Il resto lo lascio agli esperti. A me basta sapere cosa c’è e quanto ce n’è. Riquoto la proposta di Massimiliano