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Ancora Resistenza Naturale, amore, politica, vino

Pubblicato il 9 Settembre 2014


di Giuseppe Bertini (L'Eretico Enoico) Scrivi il primo commento.

Il 26 maggio scorso ho assistito all’anteprima milanese dell’ultima opera del regista Jonathan Nossiter. Introdurre questo filmmaker, scrittore, sommelier, militante politico, giornalista poliglotta a chi  non lo conosce ne conosce la sua opera non è facile.

Nato statunitense da sempre salta da una sponda all’altra dell’Atlantico e si potrebbe definire culturalmente americaneuropeo (USA, Francia, Brasile, Italia) come lo sono  sono i suoi focus enoculturali.

La sua opera visiva piu’ famosa e’ Mondovino del 2004,un film da lui scritto, diretto e prodotto che fu nominato per la Palme d’Or a Cannes. Il docufilm apriva (per primo) una enorme porta sul quel complesso mondo che  ruota intorno al vino,mostrava due realta’ quella “scintillante delle cantine convenzionali” opposta alla magia dei “vignaioli artigianali”, enologi volanti con autista ed anziani patriarchi che si commuovevano in presenza delle  loro vigne.

Il risultato artistico fu incredibilmente positivo sia tra gli appassionati di settore  che  tra i “comuni” spettatori… un rinascimento culturale enoico, una  nuova consapevolezza.

Torniamo all’anteprima milanese del suo nuovo film e diciamo subito che il cinema era strapieno di volti noti nel mondo della cultura enoica e di spettatori pronti a scoprire di piu’ con la nonpregiudiziale curiosita’ di chi non sa cosa aspettarsi.

Natural-Resistence-protagonisti

.

RESISTENZA NATURALE e’ molto diversa dalla precedente opera, i protagonisti sono quattro vignaioli tutti italiani.

Lo stile delle riprese è dinamico, si filma “a spalla o a mano”, caratterizzandosi come un procedimento linguistico trasgressivo, che si oppone alla fluidità dei movimenti tradizionali attraverso i suoi sbalzi e strappi, la macchina a mano è stata frequentemente usata da molti registi della modernità, fra cui Pier Paolo Pasolini e Bernardo Bertolucci.

L’effetto è intimo, naturale e permette di entrare in casa della famiglia di Corrado (uno dei protagonisti vignaioli) o sedersi alla tavola toscana dove tutti i protagonisti bevono in armonia seppur con le loro idee differenti, mai antagonisti ma diversi come diversi i loro vini.

Questa opera è solo in apparenza focalizzata sul tema del “vino naturale ed etico” perchè l’autore lascia tracce importanti del suo amore per il gesto cinematografico inserendo spezzoni di film che raccontano il suo terroir cinematografico (Chaplin e un Sordi politico ad esempio) e l’esigenza del Nossiter giornalista di informare e’ citata negli inserti che mostrano l’Italia contadina dei servizi di Soldati o di Pasolini.

Il vino c’è ma non vi sono tecnicismi,il vino è l’idea dionisiaca che accarezza la pelle dei quattro protagonisti: due signore, due signori e le famiglie che si incontrano e vivono.

Giovanna Tiezzi, figlia dello storico ambientalista Enzo Tiezzi e Stefano Borsa in Toscana nel loro ex convento riconvertito in azienda agricola, denunciano la difesa della tipicita’,della tradizione naturale contro l’omologazione amministrativa miope delle Docg.

Elena Pantaleoni, ex libraia nei Colli Piacentini guida l’azienda vinicola del padre trasmettendoci la responsabilità, condivisa con la sua famiglia, di preservare per poter tramandare la vigna, come natura non violentata dall’uomo chimico, dall’uomo moderno.

Corrado Dottori e Valeria Bochi, lasciano Milano per la fattoria di famiglia nel territorio marchigiano, lottano per un idea di giustizia sociale attraverso il sogno antico delle vigne del padre di Corrado ( storia raccontata nel libro di Corrado Dottori),fanno politica  nobile affrontando l’etica del prezzo giusto per un buon vino.

Infine Stefano Bellotti, una sorta di “il vecchio ed il mare” degli agricoltori, un poeta contadino nella sua fattoria Piemontese che in questo film diventa figura centrale. Il sole sulla sua pelle emoziona e fa leggere la resistenza tra le sue rughe.

Come per un buon vino naturale ho deciso di aspettare prima di scrivere su questo film perchè solo cosi ho potuto degustare realmente il suo messaggio universale ed umano. Un gesto di resistenza, una resistenza politica come atto di affermazione della natura umana, del dovere di preservare il nostro territorio e la nostra salute.

Nossiter-Bertini

Jonathan Nossiter e Giuseppe Bertini

Nel dopo proiezione ho chiesto al regista se avesse usato un criterio per scegliere il suo “uvaggio umano” con i quattro protagonisti e la risposta e stata quella piu’ genuina ovvero nessuna selezione, nessun lievito aggiunto. La performance come arte mi fa associare Pollock a questo tipo di “bottiglia visiva”, un opera cinematografica che è imperfetta ma compiuta, racconta, emoziona ed informa.

 

 




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