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luciano risponde:
March 5th, 2014 ore 15:42
@Mario Crosta, conosco vignaioli a cui il vino è stato fatto rivedibile perché “profumi e colore non erano caratteristici della denominazione”. Mi chiedo in base a cosa non erano caratteristici. Questa cosa mi fa rabbia!
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Mario Crosta risponde:
March 5th, 2014 ore 15:51
@luciano, ne conosco anch’io e di questo abbiamo già scritto ampiamente in questo blog. Ti suggerirei anche la lettura di questa altra discussione: http://www.doctorwine.it/det-articolo.php?id-articolo=435
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Mario Crosta risponde:
March 5th, 2014 ore 15:56
@luciano, nella discussione c’è un mio pezzettino che scrive: “Ricordo che nel 2001 il migliore Merlot della regione Trentino di allora, il Merlot di San Leonardo 1999, presentato alla Commissione di degustazione n° 2 della Camera di Commercio di Trento, con verbale n° 9294 dell’11 settembre 2001, era stato dichiarato rivedibile e in seconda istanza nuovamente non ammesso, per essere poi definitivamente bocciato, una volta inviato in appello all’esame della commissione a Roma, con l’incredibile motivazione: “evidenza di anomalia” all’olfatto e al gusto. Cioè era troppo buono per dargli la Doc ed era meglio bocciarlo! Il marchese Guerrieri Gonzaga si vide costretto a rinunciare alla Doc e a declassare ad Igt Vallagarina le 44 mila bottiglie di quell’annata 1999 del suo ottimo Merlot, che ottenne due bicchieri rossi da Vini d’Italia, 13,5/20 dalla guida Espresso – Masnaghetti, 89/100 dalla Guida Veronelli. Intanto la stessa commissione aveva dato l’OK a milioni e milioni di bottiglie di vinaccio con scritto Merlot che hanno preso la via dei discount di mezza Europa, facendo fare una pessima figura al nostro vino all’estero.
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Edith Di Salvo risponde:
March 5th, 2014 ore 19:49
@Mario Crosta, ho inserito il disciplinare del verdicchio proprio per ricordare le disavventure di Corrado Dottori, che ha visto bocciato un ottimo verdicchio
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