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10 luoghi comuni sul vino naturale

Pubblicato il 8 Agosto 2014


di Massimiliano Montes 13 commenti

Ad agosto c’è più tempo libero per cazzeggiare e leggere i vari sbroccamenti sul vino naturale in giro per l’enomondo internet.

1. Il vino naturale è fermentato in anfora (i più fighi dicono qvevri, alla georgiana).
Nun se ne può più… ma quale forma di ossessione fa associare il vino naturale all’anfora? Nel 2012 sono andato a visitare un certo Peter Kühn, Rheingau, unico produttore di Riesling che affina in anfora. Ebbene di tutti i suoi vini (biodinamici) quello affinato in anfora era il meno buono! Allora diciamocela tutta… gli unici vini in anfora che mi piacciono sono quelli di Gravner (oltre ai georgiani si intende). Gli altri? Scopiazzature modaiole malriuscite.
Vino naturale non vuol dire anfora.

2. Orange wine. Il vino bianco naturale fa lunghe macerazioni, è tannico, e di colore arancio.
E qui si sbrocca. Solo un pervertito associa il vino naturale alle lunghe macerazioni. C’è qualcuno che le fa, ma la maggior parte dei bianchi sono BIANCHI! Capito?

3. Il vino naturale puzza.
Questa è vecchia, e infatti tendono a non usarla più. Mettiamola così: il vino naturale non esiste, c’è il vino artificiale.
Quello che noi chiamiamo “vino naturale”, ovvero quello fatto con l’uva e che sa di vino, è semplicemente IL VINO.
Il restante 90% di quello commercializzato, che sa di chewing-gum, caramelle, frutta candita o quando va bene vaniglia, lo chiamiamo “bevanda aromatizzata al vino”. Ok?

4. Il vino naturale è un vino di nicchia.
Epperforza! La maggior parte di quello in commercio è vino artificiale!

5. Il vino naturale è un evoluzione moderna del modo di fare vino.
Ehm… il miglior vino del mondo fatto in epoca pre-enotecnica, ovvero fino agli anni ’70, era sicuramente più naturale della maggior parte delle bibite oggi in commercio.

6. Il vino naturale non è buono.
“Nonostante i miei bassi punteggi, penso che il movimento del vino naturale sia uno sviluppo positivo per il mondo del vino nel suo complesso” disse un noto guru (?) delle guide commerciali.
Tra i fondatori del movimento biodinamico ci sono Leflaive e Leroy, l’ettaro virgola otto da cui si fa il Romanée-Conti viene ancora arato col bue o col cavallo. I migliori vini francesi, italiani e del mondo sono naturali.
Evidentemente i guru del vino commerciale preferiscono i Cabernet di Napa Valley o i Sauvignon Blanc neozelandesi… de gustibus.

7. Il vino naturale sta sui lieviti.
Detta così fanno quasi pena, questi poveri animaletti che devono reggere tutto questo peso.
La metodica di affinare il vino sui sedimenti cellulari dei lieviti nasce da un tipo di vinificazione tradizionale francese (Borgogna, Loira, Jura). Questo conferma il postulato che il vino naturale in realtà non è che il vino, così come dovrebbe essere fatto.
L’elevazione o l’imbottigliamento con i sedimenti cellulari dei lieviti effettivamente coinvolge una quantità molto limitata della produzione enoica. La maggior parte del vino naturale non “sta sui lieviti”.

8. Il vino naturale è acido.
Si, viene usato per sfigurare nemici e fedifraghi… Se lo bevi è ulcera perforante assicurata… (la mamma delle stupidaggini è sempre incinta).
La maggior parte degli enologi corregge l’acidità del mosto-vino per mantenere il pH entro certi limiti. Questo viene loro insegnato a scuola, ma non sempre è questa la giusta strada da seguire.
Alcuni tra i migliori vini del mondo hanno acidità elevate, per esempio i Riesling che arrivano puntualmente tra 8 e 9 g/l di acidità totale, o i vini dell’Etna con acidità superiori a 6 g/l, quelli dei terreni vulcanici dei Lessini (penso alla Durella) o molti vini dell’arco sub-alpino o appenninici. E sono vini buonissimi.
L’unico nesso che c’é tra acidità e vino naturale è che il vino naturale non è rovinato dalla mano di alcune categorie di enologi.

9. Il vino naturale è salubre.
Questa è un’insinuazione subdola… è brutto, puzza, però almeno non fa male.
Sbagliato. L’alcol fa sempre male, sia da vino naturale che da vino artificiale. Certo che se oltre all’alcol, nella bottiglia, trovi una lunga sequela di porcherie questo non migliora la salubrità della bevanda.

10. Il vino naturale è marketing.
Vero. E’ proprio vero. Nella misura in cui smascherare il re mostrando le sue nudità (leggi: sputtanare il vino artificiale) fa vendere più vino naturale. Ma è proprio questo il nostro obiettivo.
Piuttosto, perché coloro che non dedicano le giuste attenzioni alla naturalità produttiva non iniziano a fare un vino più naturale? L’obiettivo è anche quello di convincere piccoli e medi produttori che fare e vendere vino naturale conviene… Convertitevi!

 





13 Commenti


Eretico Enoico commenta:
08/08/2014 ore 15:59

Il Decalogo del vino (al) naturale che porta Montes a livelli di Kieslowsky e Reitz ( anche se il suo Heimat aveva più di 10 episodi ). Incursione cinefila a parte ,il miglior modo in 10 punti per raccontare il VINO nella sua forma più originale .
Andrebbe ripostato viralmente ,aiuterebbe più di tante “pippose” dissertazioni a divulgare la conoscenza del vino.
Giuseppe

Rispondi a questo commento

Massimiliano Montes risponde:
August 8th, 2014 ore 18:23


@Eretico Enoico, ehm… mi sono dovuto fare una ricerchina su wiki per capire chi erano Kieslowsky e Reitz, scusa l’ignoranza. Grazie comunque.

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Goffredo Agostini commenta:
08/08/2014 ore 18:55

Articolo interessante, ma da Enologo posso dire di non sentirmi assolutamente in “sintonia” . Usare il termine artificiale non mi trova d’accordo . Pigiare l’uva, raffreddarla, pulire il mosto, farlo fermentare a temperatura controllata, chiarificarlo con argilla ….e poi imbottigliarlo…..cosa c’é di artificiale. Se ne parla tanto, ma se ne vende poco.
Mi piacerebbe far degustare a 100 consumatori / acquirenti un vino naturale, ridotto,ossidato e magari anche con una elevata acidità in comparazione con un vino bianco fruttato,pulito,senza difetti, con una acidità diciamo equilibrata.
Sicuramente il Naturale riceverà consensi, ma nettamente inferiori rispetto ad un vino senza difetti…diciamo 5-10 per il naturale?
Con cosa la mandiamo avanti l’economia di una cantina? Con la ” filosofia ” o con il fatturato?
Goffredo

Rispondi a questo commento

Massimiliano Montes risponde:
August 8th, 2014 ore 19:06


@Goffredo Agostini, se lei beve vini ridotti e ossidati è un problema suo, io non li bevo. I vini naturali che trova recensiti su gustodivino sono perfetti. Ed ottimi (o eccellenti). Molto più buoni di bottiglie famose e costose (penso ad alcuni bordolesi nauseanti).
Artificiale è l’unico aggettivo che mi viene in mente per descrivere quello di cui parlo in questo post:
L’abbinamento perfetto: proviamo ad abbinare il vino col giusto aroma di pasticceria
Mi dia la sua opinione.

Rispondi a questo commento

Goffredo agostini risponde:
August 8th, 2014 ore 20:19


@Massimiliano Montes, la ringrazio dei consigli. Cercherò di trovare le bottiglie di vino naturale senza difetti che lei ha recensito. Io non ho mai avuto questa fortuna…sono stato a Tante manifestazioni sui vini naturali ( che poi se chiedi al produttore informazioni ti risponde SEMPRE : io sono naturale, bilolgico ed anche Biodinamico ma non sono certificato per colpa della burocrazia) ma non ho mai bevuto bene, sempre e solo vini difettati.
Grazie delle indicazioni .

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Massimiliano Montes risponde:
August 8th, 2014 ore 22:06


@Goffredo agostini, beh… se vuole assaggiare il top di gamma dei vini biodinamici (certificati) può assaggiare i bianchi di Leflaive (le suggerisco il Batard Montrachet 2009) o i rossi di Leroy (per esempio il Clos de Vougeot 2005).
Dopo una degustazione questo è stato un messaggio di ringraziamento scritto a Madame Leroy: “Paul Bocuse thanks you for allowing him to discover the summit of the wines of Burgundy”.
Per scendere di prezzo a livelli più umani potrebbe assaggiare il Clos de Vougeot di Prieuré Roch, ex socio di Aubert De Villaine nonché cugino di Madame Leroy.
Tra gli italiani i Barolo di Rinaldi e Cappellano, il Barolo di Serralunga di Ferdinando Principiano, il Chianti Montebetti 2010, il Sine Felle 2011 di Roberto Moretti, il Nero Né de Il Cancelliere.
Per rimanere in Campania provi anche il Polyphemo di Tecce.
In Calabria lo splendido Cirò di De Franco, A Vita. In Sicilia i vini etnei di Calabretta o Graci, il Faro Bonavita e tanti altri.
L’elenco è sicuramente molto lungo, non capisco sinceramente cosa abbia bevuto lei.
Infine non mi ha risposto sul post che le ho linkato.

Rispondi a questo commento

Goffredo agostini risponde:
August 9th, 2014 ore 10:27


@Massimiliano Montes, la ringrazio dei consigli e delle indicazioni. Mi metto subito alla ricerca dei vini che mi ha indicato.
Grazie

Massimiliano Montes risponde:
August 8th, 2014 ore 22:10


@Goffredo agostini,
-
http://gustodivino.it/vino/la-prima-edizione-milanese-di-vini-di-vignaioli/massimiliano-montes/7953/
-
http://gustodivino.it/home-gusto-vino/gocce-di-memoria/massimiliano-montes/9361/

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yoel commenta:
09/08/2014 ore 01:17

D’accordissimo su tutto (specie sul punto 9, da molti troppo sottovalutato questo aspetto) ma forse ho trovato un po’ di forzatura sull’1.
Io ho assaggiato dei vini in anfora molto buoni, e (udite) preferivo Gravner quando faceva legno (i vini, la persona merita una stima da medaglia al valore a prescindere).

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Eretico Enoico commenta:
09/08/2014 ore 01:51

Continuo a non capire perché gli enologi( non tutti) sentono il bisogno, che diventa quasi un dovere ,di screditare tutti i vini ( o quasi) che non necessitano del loro intervento. Il gusto NON ha nulla a che fare con l’enologo e intendo dire che il fatto di essere enologo non certifica la capacità di stabilire i parametri gustolfattivi di un vino.Il dottore in Enologia ha molta sapienza tecnica e professionalità ma sa analizzare i parametri tecnici non sensazionali o i soggettivi legati alla percezione gustolfattiva neurosensoriale…Picasso non chiedeva al chimico industriale ,responsabile del colorificio ,se il suo quadro fosse o meno una buona opera d’arte . Un grande chef come Bottura non fa degustare e valutare i suoi piatti ad un bromatologo o un dottore in scienze dell’alimentazione…i piatti come i vini vengono degustati da gente comune,appassionati e anche da degustatori esperti . Io non conoscendo la tipicità della cucina kazaka potrei non essere in grado di offrire una valutazione considerabile come un orientale medio sarebbe in imbarazzo nel valutare una cagliata di latte ,stagionata,erborinata,per lui più simile ad un rigurgito. Basta con questi pipponi( si può dire?) di dottori ,scienziati che non hanno bevuto nulla di ciò che Montes ha scritto sopra e parlano di puzze ,di vini non vino,di mistificazioni e paradossi – bevetevi i vostri vini stellati e lasciateci ignoranti ,stolti a bere i nostri vini fatti con l’arte ,l ‘agricoltura,la sapienza e l’artigianalita’.
Con il massimo rispetto per i dotti e le lauree

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Massimiliano Montes risponde:
August 9th, 2014 ore 12:19


@Eretico Enoico, ogni volta che organizzo una degustazione alla cieca la gente preferisce il vino naturale. Guarda questa:
http://gustodivino.it/vino/qualche-considerazione-sulla-nostra-degustazione-alla-cieca-di-nero-davola-e-sui-vini-naturali-che-puzzano/massimiliano-montes/6775/
Non voglio sminuire lauree o diplomi in enotecnica, penso solo che il vino debba essere fatto senza chips e staves (quando sa di big-babol non è vino) e non debba avere residui di pesticidi, fertilizzanti o diserbanti. Tutto qui.

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Nic Marsél risponde:
August 9th, 2014 ore 18:43


@Eretico Enoico, illuminante !

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10 luoghi comuni sul vino naturale | vinokultur... commenta:
14/08/2014 ore 09:20

[...] 10 luoghi comuni sul vino naturale  [...]



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